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Ecco Sebastian Montoya, il figlio d’arte che punta alla Formula 1

Max Verstappen, Mick Schumacher e presto Sebastian Montoya? Il colombiano potrebbe essere il prossimo figlio di un pilota di Formula 1 a gareggiare nel mondiale.

Juan Pablo Montoya, Williams FW23 BMW

Juan Pablo Montoya, Williams FW23 BMW

Steven Tee / Motorsport Images

Nato e cresciuto a Miami, il 16enne Sebastian è il figlio di Juan Pablo Montoya, due volte vincitore della 500 Indy e sette volte vincitore di un Gran Premio di Formula 1. Il giovane è stato chiaramente introdotto alle gare molto presto, anche se la Formula 1 non è sempre stato il suo sogno.

“Ad essere onesto, quando ero piccolo mi piaceva tanto il motocross, perché mio zio correva nell’enduro colombiana ed era parte di KTM ufficiale – afferma Sebastian Montoya a Motorsport.com – mi piaceva quello e, quando avevo sette anni, ho fatto la mia prima gara di kart. Da lì, il karting ha prevalso. Ovviamente, quando andavo alle gare di kart la gente mi guardava come il figlio di Montoya e questo è un problema”.

 

Photo by: Prema Powerteam

Montoya Jr ha corso in molte gare di kart. In forza al Florida Winter Tour, ha anche preso parte alla WSK Super Master Series e nel Campionato Mondiale CIK-FIA Karting, che chiaramente ha richiesto tanti viaggi oltreoceano che hanno condizionato i suoi studi.  

“Lo scorso anno non è andata tanto male, perché sono riuscito a rimanere in Europa per il Covid – afferma Montoya – ma specialmente nei karting dovrei viaggiare molto e con la scuola non si gestisce bene. Quindi papà mi ha portato dalla scuola normale a quella online. Per le gare era molto più semplice, perché nel mio ultimo anno di scuola ho perso circa 100 giorni di lezione! La scuola non è mai un problema, chiaramente c’è molto lavoro, ma è abbastanza buono”.

Montoya ha debuttato su una monoposto con Prema Powerteam lo scorso anno in Formula 4 italiana, in cui ha concluso la stagione in 11esima posizione nella classifica generale, disputando alcune gare in ADAC F4. Nel 2021 il suo programma sarà più o meno simile.

 

Photo by: Cody Schindel

“Ad essere onesto, sono stato piuttosto contento alla fine dell’anno – ha dichiarato – ovviamente avremmo potuto fare meglio in alcune occasioni. Abbiamo sempre avuto la velocità, ci sono solo stati degli errori qua e là tipici degli esordienti. Penso che nel complesso sia andata abbastanza bene, credo che quest’anno possa andare molto meglio”.

Anche se Montoya non è riuscito a salire sul podio lo scorso anno, i suoi compagni di squadra Gabriele Mini, Dino Beganovic e Gabriel Bortoleto hanno avuto più successo di lui, avendo chiuso in prima, terza e quinta posizione rispettivamente il campionato italiano F4. Ma la loro poca esperienza non ha reso le cose semplici.

“Ovviamente è stata abbastanza dura all’inizio, perché nessuno di noi aveva la più pallida idea di cosa stessimo facendo, quindi andavamo un po’ a indovinare – sorride Montoya – Nei test di pre-stagione, il peggior giro che facevamo, il peggiore possibile, era sempre il più veloce. Ogni volta che provavamo ad andare più veloci eravamo più lenti e non capivamo perché. Nel giro in cui pensavi ‘mio dio, questo giro è terribile, ho tre secondi di ritardo’, era quello che ti portava in prima posizione, mentre quello in cui pensavi ‘wow, questo è stato un grande giro’, eri dietro di tre secondi e mezzo”.

 

Photo by: Sutton Images

“Quindi è stata ovviamente un po’ dura, in particolare durante l’anno. Eravamo già competitive, per esempio Bortoleto era molto forte sul bagnato e Mini era molto costante, quindi imparavo da loro e provavo a migliorare”.

In maniera non certo sorprendente, Montoya ha un semplice obiettivo per questa stagione, il titolo: “Penso che tutto quello che non siamo riusciti a ottenere l’anno scorso lo otterremo quest’anno. Nel 2020 avevamo il passo. Credo che nelle 21 gare del campionato italiano e nelle sei di quello tedesco abbiamo ottenuto il giro veloce e questa cosa non è male. La velocità c’era sempre, ma ogni tanto facevamo fatica in qualifica, anche per mancanza di esperienza. Ma penso che quest’anno vada molto meglio, abbiamo fatto dei passi avanti durante i test di pre-stagione”.

“Ovviamente puntiamo al titolo, ma vogliamo anche imparare ad essere costanti. Ma principalmente l’obiettivo è il titolo. Corri per vincere. Se non corri per vincere un campionato o una gara, non stai facendo lo sport giusto”.

 

Photo by: Cody Schindel

Per quanto riguarda il futuro, ora Montoya ha lo stesso sogno di tanti giovani piloti. Il figlio d’arte è già stato in contatto con alcuni programmi junior di Formula 1, anche se non li ha concretizzati: “Ho sempre voluto correre in Formula 1. C’è stato un momento della mia vita in cui volevo fare l’IndyCar perché pensavo che le gare fossero migliori, che in Formula 1 ci fosse solo il miglior team, poi c’era il secondo, il terzo e così via”.

“Ma il principale obiettivo sarebbe sicuramente la Formula 1, anche se non sono il tipo di pilota che vorrebbe solo correre in Formula 1. Chiaramente, se avessi l’opportunità , correrei a Le Mans o farei l’IndyCar, magari proverei qualcosa di diverso come il rallycross o la NASCAR, mi è sempre piaciuta. Fin quando correrò, sarò competitivo e potrò vincere, se sarà in Formula 1, nel WEC o in qualsiasi altra serie, vincere sarà l’obiettivo”.

 

Photo by: Cody Schindel

Nel frattempo, Montoya guida una monoposto di Formula 1 sul suo simulatore per prepararsi alla prossima stagione: “Alcune piste sono molto simili, l’unico problema è che la Formula 1 è migliore. C’è più potenza, più downforce. Quindi, generalmente quando gioco a F1 2020 e voglio lavorare sulla mia guida e sulla gara, provo a farlo con la monoposto di F2, perché è più difficile da guidare. Ma è comunque divertente”.

Il giovane pilota infatti è un grande appassionato di uno dei giochi principali di Motorsport Games: “Una volta sono stato a Motorsport.com a Miami, mi hanno dato NASCAR Heat 5 e ci ho giocato per circa otto ore di fila. Non ho dormito molto quella notte, ma è stato molto divertente!”. A volte gioca anche con suo padre con i simulatori AIS.

“In una delle gare che abbiamo fatto a Spa – commenta – stavamo correndo con la Sauber C9. Lui ha commesso un errore alla Blanchimont, ho provato a superarlo, ci siamo toccati all’ultima chicane, alla prima curva e poi all’Eau Rouge. Ho provato a prendergli la scia per passarlo e siamo andati al punto di frenata della chicane e mi ha colpito al posteriore. Ho dovuto mantenere la calma, dovevo essere molto, molto calmo. Quando ho scoperto chi fosse, mi sono arrabbiato molto. Ma sì, facciamo le gare insieme e a volte mi batte!”.

 

Photo by: Eric Gilbert

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