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Calendario Pirelli 2017: la bellezza per Lindbergh senza ritocchi

Uma Thurman e Nicole Kidman insieme ad altre dodici dive sono le protagoniste di The Cal 2017 di Pirelli scattato da Peter Lindbergh. "Emotional" non propone corpi perfetti, ma spoglia l'anima dei soggetti, che diventano più nudi del
 nudo”.


Uma Thurman

Uma Thurman

Peter Lindbergh

“In un’epoca in cui le 
donne sono rappresentate dai media e ovunque come ambasciatrici di perfezione e bellezza, ho 
pensato fosse importante ricordare a tutti che c’è una bellezza diversa, più reale, autentica e non
manipolata dalla pubblicità o da altro. Una bellezza che parla d’individualità, del coraggio di essere
se stessi e di sensibilità”. Peter Lindbergh, uno dei più affermati fotografi a livello internazionale non poteva spiegare meglio il filo conduttore del Calendario Pirelli 2017 che è stato presentato a Parigi ieri sera.

Azzeccatissimo il titolo della 44esima edizione del Calendario Pirelli 2017: “Emotional” è stato scelto da Lindbergh per sottolineare come
l’intento dei suoi scatti sia stato quello “…di realizzare un Calendario non sui corpi perfetti, ma sulla 
sensibilità e sull’emozione, spogliando l’anima dei soggetti, che diventano quindi più nudi del
 nudo”.


Nicole Kidman
Nicole Kidman

Photo by: Peter Lindbergh

Con l’edizione 2017, che
segue quella firmata da Annie Leibovitz nel 2016, il maestro tedesco diventa l’unico fotografo a
essere stato chiamato a realizzare il Calendario Pirelli per la terza volta, dopo quello del 1996 scattato in
California nel deserto di El Mirage e quello del 2002 realizzato negli Studios della Paramount Pictures a Los
Angeles.

Per rappresentare la sua idea di naturale bellezza e femminilità Lindbergh ha ritratto 14 attrici di
 fama internazionale: Jessica Chastain, Penelope Cruz, Nicole Kidman, Rooney Mara, Helen Mirren, 
Julianne Moore, Lupita Nyong'o, Charlotte Rampling, Lea Seydoux, Uma Thurman, Alicia
Vikander, Kate Winslet, Robin Wright, Zhang Ziyi.

Robin Wright
Robin Wright

Photo by: Peter Lindbergh

Alle attrici ha inoltre affiancato Anastasia 
Ignatova, docente di Teoria Politica presso la MGIMO, l’Università Statale di Mosca per le Relazioni 
Internazionali. Scelte che testimoniano, ancora una volta, l’amore di Lindbergh per il cinema e che 
hanno reso la "Cité du Cinéma" di Saint Denis, uno degli studio di produzione cinematografica più 
importanti d’Europa, la location naturale per la tradizionale cena di gala in cui è stato presentato il
nuovo Calendario.


“L’obiettivo – spiega Lindbergh - era quello di ritrarre le donne in modo diverso: l’ho fatto
chiamando attrici che hanno avuto nella mia vita un ruolo importante e fotografandole
 avvicinandomi a loro il più possibile. Come artista sento la responsabilità di liberare le donne
 dall’idea di eterna giovinezza e perfezione. L’ideale della bellezza perfetta promossa dalla società
 è un obiettivo irraggiungibile”.


Julianne Moore
Julianne Moore

Photo by: Peter Lindbergh

Gli scatti sono stati realizzati tra maggio e giugno di quest’anno in cinque diverse location: Berlino,
Los Angeles, New York, Londra e la spiaggia francese di Le Touquet. Il risultato è un Calendario 
composto da 40 scatti - fra ritratti e ambienti - non solo in studio, ma anche in diversi
 angoli metropolitani e set a cielo aperto, come nel caso delle strade, dei fast food e degli alberghi
 decadenti di downtown a Los Angeles, di Times Square a New York, del teatro Sophiensaele di
Berlino, dei tetti degli studi a New York e Londra e della spiaggia di Le Touquet.


Ma non è solo il cinema a caratterizzare i lavori di Lindbergh. Il fotografo è noto da sempre anche 
per la sua capacità di portare nelle proprie foto elementi legati agli ambienti industriali della sua 
infanzia. Ed è per questo che, con l’iniziale obiettivo di trasferire all’interno del Calendario anche
aspetti legati alla tecnologia e all’industria, Lindbergh ha realizzato nel corso della lavorazione
 anche numerosi scatti presso il polo industriale Pirelli di Settimo Torinese, la fabbrica
 tecnologicamente più avanzata del gruppo.

Dall’esperienza è nata una serie di fotografie sul
 mondo dell’automazione e dell’innovazione, così suggestive e potenti che “alla fine abbiamo deciso di 
separare i percorsi dei due set di scatti e utilizzare quelli della fabbrica per realizzare in futuro un 
progetto autonomo e scisso da quello del Calendario”.


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