Così la Techeetah ha battuto i giganti della F.E. E si appresta ad entrare fra i big...
Ecco la storia meravigliosa di come uno dei team più piccoli del paddock del Campionato FIA di Formula E ha condotto efficacemente Jean-Éric Vergne al titolo piloti 2017-2018.
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
La prossima settimana ci si attende che la favola della Techeetah giunga a compimento con l’annuncio di un contratto con un costruttore per la stagione 5. Per capire però come si è arrivati a questo punto è giusto scoprire i retroscena di una delle più incredibili storie recenti del motorsport da Davide contro Golia.
Gli ultimi 12 mesi della Formula E sono stati guidati dall’influsso delle grosse Case in ingresso nella serie. Mercedes, Porsche, BMW e Nissan da sommarsi ad Audi, DS, Jaguar, NIO e Mahindra.
Nonostante la differenza di risorse, finanziarie e tecniche, è un team indipendente ad aver vinto il titolo piloti e perso per appena due punti quello marche per una partenza anticipata di André Lotterer nell’ultima e più importante gara del campionato.
La storia della scuderia cinese capace di battere i migliori, con la propria monoposto e Jean-Éric Vergne al volante, è una favola classica. La testimonianza che le regole FIA e F.E hanno saputo mantenere bilanciati sviluppo tecnologico e costi, in modo da rendere imprevedibili i risultati come desiderio dei tifosi.
Grazie alle stelle allineate, la Techeetah è riuscita a prendere il treno nell’ultima chance disponibile per i telai Gen1.
L'ultima corona fra le vetture Gen1
“Non so se abbiamo una ricetta e se saremo in grado di replicare”, ha affermato il presidente Edmund Chu. “Quanto ottenuto è merito di diversi elementi. Su tutti la performance dei piloti. Jean-Eric è stato incredibilmente costante e veloce. Anche André in qualità di rookie ha fatto un lavoro magnifico. Vi immaginate che cosa avrebbe potuto fare se fosse partito alla pari con gli altri? È riuscito ad acquisire la competitività rapidamente. Negli ultimi 60 giorni si sono dati un gran da fare al simulatore, quindi molto è merito loro”.
“Pure i nostri ingegneri hanno fatto un lavoro incredibile per riportarci sotto e rendere la macchina veloce, allo stesso modo i meccanici, motivo per cui non abbiamo avuto problemi tecnici per tutto l’anno. Non avendo test alle spalle e neppure il budget di un costruttore, abbiamo solamente dovuto rimboccarci le maniche maggiormente per farcela. È stato un grande campionato. Peccato solranto per quanto successo l'ultimo giorno. Per il resto siamo felici e orgogliosi”, ha concluso il boss.
L'omaggio a un rivale chiamato... Audi
La prima cosa che Vergne ha fatto domenica durante la conferenza stampa è stata congratularsi con l'Audi Sport per la conquista del titolo marche. “Siamo una squadra piccola, dunque essere qui appena una manciata di punti alle spalle dei tedeschi è grandioso. Mi voglio congratulare con tutti per il lavoro fatto. Pensate se avessimo avuto una Casa, 15 giorni di test e più budget: la concorrenza si sarebbe dovuta spaventare”.
“Adesso che ho il titolo in tasca però non abbasserò le armi. Sono più affamato che mai. Vincere una volta è un conto, ma ora si riparte da zero e manterrò questo atteggiamento”, ha considerato JEV.
“Le fondamenta della Formula E sono molto forti e anche in caso di tornado continuerà ad esserci. Nel 2018-2019 il livello si alzerà di parecchio e tutti rimarranno sorpresi dalle Gen 2 e dalla miglior organizzazione”.
“Ho lavorato più sodo che mai in quanto ho più influenza nel team che in passato e la mancanza di errori è dovuta anche al mio input”, ha aggiunto da grande motivatore. “Ho speso parecchia energia perché tutto funzionasse bene”.
L’efficienza è da sempre la chiave
Il team principal Techeetah, Mark Preston, è un veterano della Formula 1 tra Arrows, McLaren e Super Aguri e a suo avviso questo successo è stato dovuto alla maniera peculiare di gestione tecnica della categoria “full electric”.
“La cosa migliore è che alla potenza viene posto un tetto. In F.1 se sei la Mercedes e la MGU-H ha possibilità di sviluppo illimitate, continui a lavorarci e se sei la Honda provi a recuperare. Qui, invece, almeno in qualifica, abbiamo tutti le medesime possibilità e se fai bene puoi strappare la pole. Solo in gara è diverso per via dell’amministrazione della carica”, ha spiegato il dirigente.
Pur non avendo legami con un costruttore, la Techeetah ha acquistato il pacchetto powertrain, motore, inverter e cambio dalla Renault con prezzi calmierati. Ecco perché un’organizzazione non molto più grande di una scuderia di Formula 2 ha potuto massimizzare l’efficienza.
Il vantaggio commerciale che c'è
Il direttore commerciale Keith Smout, legato a suo tempo alla BAR, ha rivelato che con questo risultato potranno incrementare gli sponsor.
“Il vantaggio è che il nostro sport è sostenibile. Possiamo approcciarci secondo le normali tecniche di marketing e sponsorship, oppure seguendo la responsabilità sociale delle imprese. Per cui se siamo 'verdi', lo dobbiamo veramente dimostrare”, ha argomento.
La Techeetah è di proprietà del gruppo SECA CMC, a sua volta investitore nonché titolare di numerosi diritti sportivi nel Paese tra cui NBA, NHL e ATP.
“Vogliono aprire il mercato perché le compagnie cinesi si evolvano a livello internazionale e viceversa, e la squadra è uno strumento perfetto per questo target. Stanno anche cercando un pilota locale. Il loro desiderio è vincere come Davide contro Golia. Era dal mio periodo alla British American Racing che non vivevo una situazione simile”.
Una storia che ripete quella del Leicester City nel calcio, quando riuscì a vincere la Premier League nel 2017. La Techeetah è nata nel 2016 dal Team Aguri con l’obiettivo di attrarre grossi costruttori.
A breve un altro capitolo.
Informazioni aggiuntive raccolte da Andrew Van de Burgt
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