Per Di Grassi contratto a lungo termine con l'Audi
Dopo un primo assaggio nel WEC Classe LMP1 tra il 2012 e il 2014, il campione in carica della Formula E resterà legato al marchio tedesco almeno per le prossime tre stagioni del campionato “full electric”, cioè sino al 2020.
Foto di: Patrik Lundin / Motorsport Images
Se inizialmente Audi era impegnata in Formula E come spalla tecnica del team ABT Schaeffler, dal doppio ePrix di Hong Kong dei prossimi 2 e 3 dicembre la vedremo schierata come costruttore ufficiale.
Anche per questo la Casa germanica ha deciso di fare le cose in grande e stringere con il trionfatore della stagione 2016-2017, Lucas Di Grassi, una partnership triennale.
“Non avevo mai firmato un accordo così lungo. La mia collaborazione vera e propria con il brand è cominciata nel 2013 ed è stato il periodo più di successo della mia carriera. È davvero un sogno che si avvera”, l’emozione del brasiliano, convinto che la prima monoposto targata completamente Audi, la e-tron FE04, svelata mercoledì corso a Norimberga, sia nata sotto buoni auspici.
“Sono molto felice della situazione attuale, di che cosa abbiamo raggiunto assieme e della scelta di eleggere a responsabile del gruppo Allan McNish, con il team ABT Sportsline ancora alle prese con la parte operazionale e i tedeschi a metterci la tecnologia. In questo modo siamo in un’ottima posizione. Considerato che come base abbiamo una monoposto e un pilota vincenti le aspettative non possono che essere alte”, ha sottolineato il 33enne.
Discussioni anche con la Renault
Lucas Di Grassi ha quindi rivelato che, per un soffio, al termine della stagione 2015-2016 non è passato alla Renault e-dams, in parte perché sfiduciato per l’errore fatale commesso dalla squadra in un ePrix del Messico che stava dominando e che ha portato alla squalifica della vettura trovata sottopeso.
“All’epoca non era chiara la direzione che avrebbe preso la categoria e quali costruttori sarebbero entrati. Io ricevetti proposte da tutte le squadre in griglia, inclusa la Renault”, il suo racconto.
”I francesi mi chiesero se ero libero per l’anno successivo e parlammo degli aspetti economici. Subito dopo ebbi un lungo confronto con Hans-Jürgen Abt, volli dargli fiducia e continuai con loro”.
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