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In Marocco verrà mantenuto il tempo minimo di pit-stop

La Federazione Internazionale dell'Automobile ha deciso di andare incontro alle esigenze di team e piloti di F.E, critici per essere stati avvisati con ritardo della rimozione di una regola stabilita sin dall’esordio della serie “full electric”.

Sébastien Buemi, Renault e.Dams

LAT Images

Sébastien Buemi, Renault e.Dams
Nicolas Prost, Renault e.Dams
Kamui Kobayashi, Andretti Formula E
Il rettilineo di partenza / arrivo
Degli addetti dipingono il logo Allianz sulla pista
Loghi ABB lungo il circuito
Logo Julius Bar
Sébastien Buemi, Renault e.Dams

Raggiunti dalla notizia che dal secondo round stagionale sarebbe stato cancellato il tempo minimo utile per entrare e uscire dalla pit-lane al momento del cambio vettura, gli iscritti al Campionato FIA di Formula E hanno espresso tutto il loro disagio con una richiesta formale indirizzata alla Federazione Internazionale, chiedendole di posticipare il provvedimento all’ePrix di Santiago del Cile del 3 febbraio prossimo. 

 

I timori palesati riguardavano principalmente i possibili errori fatali da parte dei driver o dei meccanici coinvolti nel passaggio da un’auto all’altra, così come i rischi per la sicurezza, non avendo avuto sufficiente preavviso per organizzare diversamente la procedura.

Accettata la proposta avanzata dal gruppo, la FIA ha quindi deciso che in Marocco le squadre avranno 45” a disposizione, ma la paura, soprattutto per quanto concerne la fase di allacciamento delle cinture che potrebbe essere effettuata in maniera non corretta, resta allo stesso modo qualche dubbio a proposito dei diversi software utilizzati dai produttori di powertrain che presentano leggere variazioni nelle tempistiche di accensione delle monoposto, e che potrebbe agevolare o compromettere la gara di qualcuno. 

“Andrà tutto bene. Senza il tempo minimo di sosta, sarà vera competizione e tutti vorranno essere più veloci della concorrenza”, ha invece dichiarato soddisfatto a Motorsport.com Oliver Turvey della NIO.

“Diciamo che il crono stabilito è sempre stato basso, per cui non era comunque facile fare meglio, però aggiungeva quel quid in più di sicurezza rendendo il tutto meno frenetico. Nel complesso è più un problema dei meccanici e di chi è nei garage piuttosto che nostro”. 

 

Pure secondo Jerome D’Ambrosio si tratta di un’idea interessante, ma da monitore con attenzione.
“Rappresentando un’altra area in cui si può fare la differenza sarà eccitante. Il concept, dunque, è bello, tuttavia potrebbe essere potenzialmente pericoloso”, ha considerato il belga della Dragon Racing.

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