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La Formula E ha il coraggio che alla Formula 1 manca

Jean Todt e Alejandro Agag hanno lanciato la serie elettrica con diversi contenuti innovativi

Ieri mattina nel padiglione della Michelin, al Salone di Francoforte, è stata svelata la Formula E SRT_01E alla presenza del presidente della FIA, Jean Todt, di Alejandro Agag, CEO della società che promuove la serie elettrica, e da Frédéric Vasseur, presidente della Spark Racing Technology, la struttura che ha affidato alla Dallara la realizzazione dei telai delle 42 vetture con motore elettrico. Il campionato partirà nel settembre 2014 e si svolgerà nei centri cittadini di 10 metropoli mondiali (Roma, Berlino, Londra, Los Angeles, Miami, Buenos Aires, Rio De Janeiro, Pechino, Bangkok e Putrajaya), con uno speciale format: nel pit-stop sarà obbligatorio cambiare la vettura. La Formula E rappresenta una sfida molto innovativa che rischia di dare un’impronta rivoluzionaria al Motorsport. Sviluppando le ultime tecnologie, la monoposto che sarà capace di una velocità massima di 225 km/h (auto limitata per regolamento) e l’accelerazione da 0 a 100 km/h in tre secondi con zero emissioni, vuole spingersi oltre gli attuali limiti del motorsport per tracciare la via verso un futuro eco-sostenibile, nei quali la riduzione dei consumi e delle emissioni diventano uno stimolo per l’innovazione. E ci sono diversi elementi di rottura con il presente sulla Formula E: prima di tutto il motore elettrico che è realizzato dalla McLaren Electronics Systems. La Casa di Woking fornisce propulsori, trasmissione ed elettronica, mentre la Williams Advanced Engineering provvede alle batterie che possono immagazzinare 200kw di energia, l’equivalente di 270cv. Il cambio è sequenziale con i paddle sul volante fornito dalla Hewland, mentre l’integrazione dei sistemi è garantita dalla Renault. Come si vede in questo ambizioso campionato sono coinvolti molti marchi che sono protagonisti in Formula 1 o che ci vogliono entrare come la Michelin. La Casa transalpina ha deciso di fornire la Formula E con gomme da 18 pollici, una scelta rivoluzionaria per una monoposto, in linea con i desiderata del “Bibendum” che cerca nelle corse l’esasperazione dei concetti da trasferire poi al prodotto di serie. In realtà il passaggio agli pneumatici ultra-ribassati è un’esigenza della nuova categoria che punta tutto sull’efficienza: “La necessità di ridurre la resistenza al rotolamento per garantire le prestazioni, ma anche la riduzione dei consumi – spiega Paul Couasnon, direttore della Michelin Motorsport – ci ha portato alle gomme da 18 pollici: una sfida entusiasmante che apre una nuova porta nel mondo delle corse in monoposto”. Ed è toccato alla Dallara la realizzazione di un telaio leggero in carbonio ed alluminio, conforme agli specifici crash test FIA Formula E 2014, che sono derivati da quelli della Formula 1. La forma è un qualcosa di simile fra una monoposto di Formula 3 con un retrotreno che invece richiama la Indycar con la carrozzeria che avvolge la ruote posteriore carenandole parzialmente. “Le nostre monoposto corrono con successo nelle più importanti categorie di tutto il mondo – ha dichiarato Andrea Pontremoli, AD di Dallara – non potevamo quindi perdere l’occasione di far parte della sfida eccitante che propone la Formula E. Useremo la nostra esperienza e le nostre competenze per costruire i miglior telai possibili in termini di prestazioni, affidabilità, facilità di utilizzo e sicurezza”. La Dallara ha realizzato un telaio con sospensioni che sono adatte alle gomme da 18 pollici: è una rivoluzione per il motorsport, visto che la F.1 rifiuta questo passaggio… “E’ un tema interessante di sviluppo, ma non è l’unico. L’aspetto più importante sul quale stiamo lavorando con grande impegno insieme con la FIA e la Spark è nello stabilire nuovi standard di sicurezza in un campionato così innovativo. Dobbiamo affrontare problematiche nuove: oltre 200 kg del peso della macchina sono composti dalle batterie. Che succede in caso di urto violento contro le barriere? Come si devono comportare i commissari di percorso per intervenire sulla vettura senza rischiare di prendere una scossa elettrica? Serviranno delle diverse procedure anche per i tecnici che seguiranno le monoposto a casa e in pista. Insomma è un argomento tanto complesso quanto affascinante”. Il grosso problema della Formula E sarà l’autonomia delle vetture: si parla di gare su più manche di 20 minuti. Lucas di Grassi è uno dei piloti che sta facendo i collaudi con la vettura prototipo, mentre la SRT_01E inizierà i test in pista a novembre: “Da condurre è una monoposto come le altre – ammette il brasiliano – il motore non ha una grande potenza, ma è la coppia a dare una bella spinta già ad un regime molto basso per cui può essere divertente perché molto repentina nelle reazioni. Servirà una capacità di guida molto efficiente per trovare il passo di gara più veloce senza eccedere nei consumi, altrimenti non si vedrà la bandiera a scacchi. E ci sarà anche un push to pass che faciliterà i sorpassi garantendo lo spettacolo”. La durata delle batterie è il tema principale da risolvere, ma Alejandro Agag ha trovato nella Qualcomm un partner importante nel campo delle telecomunicazioni senza fili. L’ambizione è di arrivare a fare il rifornimento di energia elettrica via wi-fi: “E’ una tecnologia che verrà sperimentata – ammette Agag orgoglioso – non all’inizio del campionato, ma l’obiettivo sarà proprio quello. Diciamo che la ricarica ai box potrà essere effettuata con sistemi senza cavo, ma proveremo il pit-stop via wi-fi sulla safety car. Questa è una delle sfide eccitanti della Formula E che potrebbe cambiare molte cose non solo nelle corse…”. La serie, infatti, può avere dei contenuti molto attrattivi: per ora alla serie hanno aderito tre delle dieci squadre che saranno ammesse al primo anno: la britannica Drayson Racing, la China Racing e l’americana Andretti Autosports. I trasporti e la logistica saranno curati dalla DHL, mentre sarà Fox Sports a garantire la copertura televisiva degli eventi. È stata posta una pietra miliare nel mondo delle corse?

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