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I piloti DS Virgin penalizzati sulla griglia del Messico

Su entrambe le vetture anglofrancesi verrà sostituito il cambio a seguito della perdita di potenza accusata sull’auto di Alex Lynn nell’ePrix di Santiago. Sia lui, sia Sam Bird a Marrakech hanno già utilizzato il “jolly”.

Sam Bird, DS Virgin Racing

Alastair Staley / Motorsport Images

Sam Bird, DS Virgin Racing
Sam Bird, DS Virgin Racing, Alex Lynn, DS Virgin Racing at the autograph session
Sam Bird, DS Virgin Racing Alex Lynn, DS Virgin Racing
Sam Bird, DS Virgin Racing Alex Lynn, DS Virgin Racing, Nicolas Prost, Renault e.Dams
Sam Bird, DS Virgin Racing Alex Lynn, DS Virgin Racing
Sam Bird, DS Virgin Racing
Sam Bird, DS Virgin Racing
Sam Bird, DS Virgin Racing, Alex Lynn, DS Virgin Racing

I due piloti britannici della DS Virgin Racing, Alex Lynn e Sam Bird, partiranno 10 posizioni indietro nel round del Campionato FIA di Formula E che si svolgerà questo sabato all’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico. 

 

“La specifica utilizzata per l’elemento danneggiato della scatola del cambio faceva parte di un lotto fallato che ci ha causato noie sin dall’avvio del campionato”, ha spiegato ad Autosport il direttore tecnico del team Thomas Chevaucher.

“Eravamo già intervenuti ad Hong Kong e in Marocco. Adesso abbiamo provveduto ad ulteriori modifiche, quindi speriamo di non patire altri cedimenti”.

Anche la grande rivale Audi, ha patito alcuni guasti dalla Cina ad oggi e per questo ha chiesto di cambiare l’omologazione dell’inverter in modo da sistemare la problematica in maniera definitiva. 

Dal canto suo, però, il dirigente DS ha dichiarato di non ritenere necessario un provvedimento del genere per il proprio team, trattandosi di una questione di produzione e non di progetto sbagliato.

“Il disegno è lo stesso del 2016-2017. Era il materiale a non andare bene”, ha proseguito. L’ottimizzazione è un aspetto chiave del motorsport, specialmente della Formula E dove le sollecitazioni sono molte. Certamente, stiamo cercando di migliorare le performance attraverso ogni piccola area, ma non è la maggiore aggressività nella progettazione l’origine del problema”. 

 

In conclusione: “È molto difficile verificare la bontà di una componente così al banco e i test a disposizione sono pochi. Tutto quello che viene prodotto va in pista per la gara, senza che venga validato come invece succede in altre serie”.

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