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Intervista

Giovinazzi: “La Formula E? Un altro sport rispetto alla F1"

Per Antonio Giovinazzi il prossimo E-Prix sarà quello di casa tra le strade di Roma. Il pilota di Martina Franca ha raccontato a Motorsport.com la sfida che rappresenta il passaggio alla guida delle monoposto di Formula E.

Antonio Giovinazzi, Dragon Penske Autosport

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Così vicini eppure così distanti. Formula 1 e Formula E sono due mondi separati, molto più di quanto si possa immaginare. Due mondi che rappresentano, a oggi, il passato (prossimo) e il presente di Antonio Giovinazzi. Il pilota di Martina Franca, dopo esser stato messo alla porta a Novembre 2021 dal team Sauber, ha trovato una sistemazione con il team di Jay Penske nel campionato elettrico.  

Le prime gare complicate figlie dei pochi test a disposizione, non hanno però scalfito l’umore dell’italiano che, a margine del prossimo ePrix di Roma, ha voluto parlare di questa sua nuova esperienza.  

“La Formula E è un qualcosa di completamente differente rispetto a qualsiasi altro campionato che ho svolto in questi anni. Dunque l’ambientamento è comunque faticoso: i circuiti sono cittadini, e ogni errore quindi si paga. L’auto è completamente differente per il carico aerodinamico, le gomme, la fase di frenata, ma anche per lo stesso sterzo. Ho dovuto resettarmi e ricominciare da zero, in un campionato dove la maggior parte dei piloti ha esperienza da vendere e corre in questa serie dalla prima stagione. Tra l’altro sono piloti molto forti. Mi aspettavo un campionato difficile, ma non così tanto. Questo però per me è uno stimolo. Ho iniziato non bene, ma sono soddisfatto dei progressi tra il primo e il secondo round che ho affrontato”. 

Antonio Giovinazzi

Antonio Giovinazzi

Photo by: Flavio Atzori

Come ti sei trovato con il team Penske? In fondo l’accordo è arrivato all’ultimo...
“L'opportunità di Penske è arrivata proprio all'ultimo secondo hai ragione. Questo perché ho scoperto abbastanza tardi di essere fuori la Formula 1, a Novembre. E’ stata una situazione complicata, ma si è tramutata in qualcosa di interessante. La Formula E era uno dei campionati che volevo correre prima o poi. Ho guidato tantissime auto nella mia carriera, dai prototipi alle GT, ai DTM. L’elettrico mi mancava. Penske è un team presente dalla Season 1, negli ultimi anni ha avuto qualche difficoltà ma ha tanta esperienza. Ecco, a me manca proprio quest’ultima. Possiamo aiutarci a vicenda per migliorare e salire la china". 

Dopo la Doppia di Diryah e Mexico City, è il turno di Roma. Hai avuto modo di conoscere meglio il circuito?
"Non ho ancora fatto un track walk o un’analisi approfondita, ma ho iniziato a conoscere il tracciato al simulatore. Ho parlato però con altri piloti e tutti sono concordi nel dire che è uno tra i più belli e difficili, con tanti saliscendi e un bel mix tra curve strette e veloci. Insomma è un tracciato spettacolare. Io non mi pongo obbiettivi particolari: considerando la mia relativa esperienza, e la possibilità di provare poco anche durante i weekend di gara, cercherò di fare del mio meglio".  

Quanto cambia una Formula E da una Formula 1 dal punto di vista dinamico? Penso innanzitutto alle fasi di frenata e la conseguente gestione di una strategia... 
"Cambia completamente! E’ tutto diverso. In Formula 1 devi gestire gomme e benzina in un certo modo per non compromettere il finale di gara o lo stint certo, ma non ha nulla a che vedere con una Formula E dove devi gestire l’energia. Dunque devi imparare a capire meglio la macchina: se magari utilizzi in un certo modo l’energia all’inizio, poi ti ritrovi in estrema difficoltà alla fine. Questo si traduce in una guida differente. Magari devi fare un lift-off di 400 metri prima di iniziare a frenare usando anche la rigenerazione. Si tratta di una novità assoluta per me. Per intenderci è come se stessi facendo un altro sport. Certo, sempre con un’auto, ma è tutto differente".  

Antonio Giovinazzi, Drago Penske Autosport, Penske EV-5

Antonio Giovinazzi, Drago Penske Autosport, Penske EV-5

Photo by: Andreas Beil

Quanto influiscono le gomme sulla guida, sullo stile e la strategia?
"In maniera fondamentale. Con un battistrada stradale, la gomma si riscalda facilmente, e quindi si muove in curva. La senti proprio tanto. Considera come ci si possa trovare con un’auto con un posteriore a fine giro estremamente caldo e un anteriore più freddo. Il bilanciamento stesso tra prima e ultima curva cambia: magari a inizio giro ti trovi un’auto iper sottosterzante e invece a fine giro è sovrasterzante. Certo, c’è poi da considerare anche la mancanza di downforce rispetto a quella che era il mezzo con più downforce esistente al mondo, la Formula 1".  

Durante le prove libere sei riuscito a seguire qualcuno per velocizzare la tua curva di apprendimento?
"Anche qui la situazione è difficile (ride nda) perché in Formula E non ci sono onboard durante le sessioni, quindi non possiamo studiare in diretta gli altri. La stessa telemetria non è “live”, quindi quando ti fermi ai box non puoi vedere immediatamente cosa sta facendo il tuo compagno di squadra. Ma va bene, si tratta di uno stimolo in più che ti porta a studiare ancora di più nei momenti di pausa".   

"Ecco perché è importante come strumento il simulatore, a patto che sia coerente con le sensazioni di guida “reali”. In questo senso stiamo lavorando: vogliamo adattare le sensazioni date dalla guida su pista con quelle “virtuali”. Solamente poi andremo a sviluppare maggiormente i setup". 

Avevi dei pregiudizi verso la Formula E?   
"No, sono uno che non ne nutre mai. Mi aspettavo un’auto diversa certo, ma non così tanto. Per farti capire, quando sono passato da GP2 a prototipo WEC, dopo pochi giri mi sono sentito subito a mio agio. Qua no: come detto prima, è praticamente un altro sport questo!". 

"Anche dal punto di vista fisico, la Formula E non ha power steering, quindi il volante è piuttosto pesante. Dopo 45 minuti ci si stanca molto, ma soprattutto la zona superiore della spalla, piuttosto che il collo. Però la vera stanchezza è mentale: ritrovarsi in auto in gara e fare calcoli sulla gestione dell’energia diventa quasi un calcolo matematico". 

Nei prossimi mesi potrete provare la Gen 3. Che ne pensi? 
"Non vedo l'ora di provarla: sarà un’auto che avrà 300 kW di potenza, e si potrà caricare durante la corsa. Questo permetterà anche di gestire meno e spingere di più. Sarà un salto molto importante!".  

Antonio Giovinazzi, Dragon Penske Autosport

Antonio Giovinazzi, Dragon Penske Autosport

Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images

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