Piquet: “Ho un segreto tutto mio per gestire i freni”
Il sesto vincitore diverso in altrettante gare racconta che cos'ha propiziato il successo China Racing a Long Beach
“Nelsinho” come Nelson, papà come figlio, capostipite come erede. Il primo successo di Piquet in Formula E, peraltro sul medesimo tracciato in cui il più autorevole e veloce esponente della sua famiglia aveva raccolto una vittoria in Formula 1 nel 1980, è stato un misto di freddezza e determinazione, un cocktail di concentrazione e velocità. Il driver della China Racing lo racconta così, senza omettere, né esaltare nulla.
"La partenza è stata una di quelle in cui tutto va davvero bene, la vettura non ha patinato più di tanto e, inoltre, mi è sembrato che entrambe le macchine davanti a me non avessero avuto una buona reazione al via. Così mi sono affiancato a Daniel (Abt, ndr) e mi sono buttato più tardi che potevo dentro la prima curva. Ero molto fiducioso circa la tenuta dei freni perché ho trovato un modo per controllarli: una trovata importante, perché la qualità della decelerazione rapida può essere un grosso problema con queste monoposto...”.
Ma non è tutto: “Appena ho preso il comando della corsa, ho realizzato che a quel punto era soltanto una questione di gestione dalla leadership, di controllo degli avversarsi e di mantenere la calma, senza commettere errori. Nell'ultima gara prima di questa, a Miami, abbiamo sprecato un grande risultato soltanto per colpa nostra, commettendo un'ingenuità nel pit-stop: mi era quindi chiaro che fosse fondamentale conservare il comando con lucidità. Non appena ho capito di riuscire a controllare il gap che mi separava da Jean-Éric (Vergne, ndr), che procedeva dietro di me, ho capito che era fatta e ho portato a casa il risultato. E tutto questo ha significato molto per me!…".
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