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“Nelsinho”: “Soltanto al traguardo ho saputo del titolo”

Il neo campione “elettrico” svela di essersi così concentrato sulla corsa da non rivolgere domande al team

Un Nelson Piquet jr in estasi ha espresso la propria gioia per essere stato incoronato primo campione nella storia della Formula E. Dopo una sessione di qualifica disastrosa, in cui si è trovato in pista durante i più violenti scrosci di pioggia del fine settimana, il brasiliano della NextEV TCR non era riuscito ad andare più in là della 16esima posizione, dietro ad entrambi i rivali per il titolo.

Le voci nell'eVillage di Londra sussurravano che, con appena cinque punti di vantaggio, su Sébastien Buemi (e-dams Renault) dopo la prima gara sul Battersea Park, il figlio d'arte si fosse messo fuori dai giochi. Non è andata così, perché una corsa intelligente e coriacea, coronata dalla settima posizione finale, gli hanno assicurato l'alloro per una sola lunghezza di vantaggio.

All'inizio della stagione aveva soltanto un contratto per cinque gare con il Team China Racing a meno di due settimane dalla prova di apertura di Pechino, ma con il tempo è stato in grado di conquistarsi la fiducia della squadra di Steven Lu e Adrian Campos, convincendoli a seguirlo nella caccia al primato…

"Questo campionato è stato davvero difficile", ha detto Piquet jr una volta giunto al traguardo. "Abbiamo lavorato duramente sin dall'inizio della stagione, quando sembravamo completamente perduti. Sarei stato scioccato se mi avessero detto che sarei salito sul podio entro la fine dell'anno, invece siamo stati tecnicamente capaci di girare la frittata a nostro favore, e molto in fretta”.

Ogni successo è però condito da segreti, spesso collettivi: "Mi sono adattato alla macchina molto bene, ma non è tutto. Abbiamo avuto un buon gruppo di ragazzi che hanno davvero lavorato duro, cui io ho dato fiducia perché anche loro hanno creduto in me. Abbiamo continuato a lavorare senza posa, seguitato a investire risorse e le cose hanno cominciato ad andare di bene in meglio…".

Una strategia di gara aggressiva, in cui il brasiliano si è concentrato soltanto sulla sua corsa, gli ha permesso di compiere un giro extra con la prima macchina e la fase di Safety-Car causata dal ritiro di Fabio Leimer (Virgin Racing), quando mancava una manciata di giri alla fine delle ostilità, gli ha permesso di rimontare a sufficienza sul gruppetto davanti a lui per scavalcare prima il compagno di squadra Oliver Turvey e poi Salvador Duran (Amlin Aguri), rivendicando il cruciale settimo posto. "Oggi è stata una gara troppo frenetica. Ho cercato di evitare di rivolgere domande alla squadra durante la corsa. Non ho saputo di aver vinto finché non ho attraversare la linea del traguardo…".

Le cose erano però iniziate in malo modo, salvo aggiustarsi nel pomeriggio. "Questa mattina, quando ha cominciato a piovere in qualifica sui piloti del Gruppo 3, ho pensato che le cose non avrebbero potuto andarmi peggio. Ogni cosa ha però un lato positivo, perché lo sconforto ha un po' allontanato la pressione da me, non avendo io più niente da perdere. Ero nelle retrovie dello schieramento, così mi sono detto: 'cerchiamo di essere determinati e vediamo che cosa possiamo fare'. Abbiamo adottato una strategia aggressiva e, adesso possiamo dirlo, ha funzionato!”.

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