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Con Agag dietro le quinte della F.E (seconda parte)

Intervista a tutto campo in "due fasi" all'imprenditore spagnolo, ideatore e CEO della prima categoria “full electric”

Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings con Michael Andretti alla presentazione della squadra Formula E Andretti Autosport
Aguri Suzuki con Alejandro Agag, co-fondatore della Formula E Championship
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings con Michael Andretti alla presentazione della squadra F
Il principe Alberto II e Alejandro Agag, CEO Formula E
Alejandro Agag
Alejandro Agag, CEO Formula E
Willy Gort, Mark Sarnoff, Tomas Regalado, Alejandro Agag, William Talbert
Emerson Fittipaldi, Alejandro Agag, CEO, Formula E, Lucas di Grassi
Alejandro Agag, CEO, Formula E
Alejandro Agag

Nel mese di marzo 2014, due colossi del settore dei media come la Liberty Global e la Discovery Communications hanno aderito alla grande alla “vision” della Formula E, garantendo un'iniezione cruciale di liquidità e dimostrando di avere fiducia in ciò che Alejandro Agag e gli altri soci fondatori avevano costruito nel momento in cui vinsero la gara d'appalto per organizzare il campionato nel 2012.

Il coinvolgimento della Liberty e della Discovery ha posto solide basi per accelerare la progressione verso il futuro di questa rivoluzione “full electric” in campo automobilistico.

"Loro (le aziende suddette, ndr) detengono il maggior numero di quote societarie, ma non c'è un vero azionista di maggioranza", spiega Agag a Motorsport.com.

"I rapporti che abbiamo sono molto buoni e sempre più orientati a una progressiva collaborazione. Ci incontriamo ogni settimana e siamo in costante contatto. Il sostegno che danno alla società (la FEH Limited, ndr) e al campionato stesso è molto efficiente da un punto di vista aziendale".

"Sono stati fondamentali per la trasformazione della struttura e della gestione interna della società", ha continuato Alejandro. "Ci sono persone provenienti dalla Liberty e dalla Discovery in azienda e tutto si sta sistemando molto rapidamente, in ossequio ai piani previsti".

Uno degli inserimenti di profilo più alto è stato quello di Mike Papadimitriou, che si è unito a alla categoria, dopo 12 mesi di distacco, in qualità di Chief Financial Officer. Già alle dipendenze della Discovery Communications, per la quale ha lavorato dal 2008, all'interno della FEH ha oggi anche una specifica competenza in materia di risorse umane.

"Certamente, la Liberty e la Discovery hanno portato la stabilità finanziaria di cui abbiamo bisogno", prosegue Agag. "Non abbiamo preoccupazioni economiche per il futuro. È molto, molto importante per il consolidamento del progetto e il loro effetto si farà sentire molto presto. L'azienda è in un ottimo stato di forma e così, dal punto di vista imprenditoriale, la Formula E si trova in una posizione fantastica ed emozionante”.

"Abbiamo iniziato come una start-up con un sacco di idee e un po' di soldi, perché è sempre stato un progetto di grandi dimensioni e con un vision molto ampia", ricorda Alejandro.

"Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, al fine di attrarre grandi sponsor. Avevamo dei venture capitalist a sostenerci: è stata ed è tuttora una situazione molto positiva, che gira a dovere. Anche il fatto di avere anche una grande società globale alle nostre spalle ci ha trasformato da start-up a credibile persona giuridica proiettata al futuro, a realtà corporate".

Il futuro del campionato sembra oggettivamente buono, ma come accade spesso nel motorsport niente dura per sempre e il domani subentra rapidamente all'oggi, al presente. Tirando una riga, quale potrebbe essere il make-up aziendale della Formula E Holdings Limited in un avvenire non molto lontano?

"Ci sono diverse opzioni", racconta Agag. "Siamo aperti al nuovo, ma sicuramente tutte le possibilità passano attraverso la Liberty e la Discovery. Quindi ciò che faremo in futuro, fermo restando l'attuale stato di cose, sia che esse acquistino l'intera compagnia, sia che mantengano le attuali quote azionarie, necessariamente comporterà un'interazione con loro".

Naturalmente, molto dipenderà da quando la società inizierà a realizzare profitti, e non è un compito facile in ambito internazionale nel motorismo di oggi. Eppure, parlando con Alejandro e coi membri della “sua squadra”, i messaggi che veicolano apertamente o che lasciano trasparire sono di assoluta speranza.

La Formula E sta crescendo in fretta e, anche se nei prossimi anni potrebbe mostrare i problemi tipici di un “teenager” un po' troppo esuberante e irrequieto, allo stesso tempo si sta armando di difese abbastanza robuste, necessarie ad emergere nel settore delle corse con una ventata ottimistica e visionaria capace di cambiare non soltanto la matrice stessa del motorsport, ma anche come esso è e sarà percepito dalle nuove generazioni...

(fine della seconda parte)
traduzione di Gabriele Testi

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