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Con Agag dietro le quinte della F.E (prima parte)

Intervista a tutto campo in "due fasi" all'imprenditore spagnolo, ideatore e CEO della prima categoria “full electric”

Alejandro Agag

Alejandro Agag

Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings
Alejandro Agag
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings con Michael Andretti alla presentazione della squadra F
Alain Prost e Jean-Paul Driot con Alejandro Agag, co-fondatore della Formula E Championship
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings con Michael Andretti alla presentazione della squadra F
Alain Prost e Jean-Paul Driot con Jean Todt, presidente FIA , e Alejandro Agag, co-fondatore della F
Alejandro Agag, CEO della Formula E Holdings con Michael Andretti alla presentazione della squadra Formula E Andretti Autosport
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Alejandro Agag, CEO Formula E
Alejandro Agag, CEO Formula E
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Alejandro Agag, CEO Formula E
Alejandro Agag, CEO, riceve le chiavi di una Renault completamente elettrica
Alejandro Agag, CEO, Formula E
Alejandro Agag, CEO, Formula E
Alejandro Agag
Alejandro Agag
Alejandro Agag, CEO Formula E

Chi avesse ancora dubbi circa la capacità e le attitudini personali del CEO della Formula E di gestire una grande organizzazione sportiva internazionale, avrebbe bisogno di dare una sbirciatina alla serie di fotografie che adornano la scrivania di Alejandro Agag.

Bill Clinton, Tony Blair, George Bush e altri statisti di tutto il pianeta appaiono proprio lì, non in pose da “selfie” con la parola “cheese” in bocca, ma impegnati in seriose e serie discussioni con l'imprenditore e manager spagnolo, ciascuno di loro immortalato in immagini scattate all'epoca del suo impegno come uomo politico.

Negli ultimi tre anni, Alejandro Agag ha in effetti profuso la maggior parte degli sforzi e delle energie che lui e la FIA hanno messo in campo per realizzare il primo torneo automobilistico completamente elettrico mai organizzato al mondo. Per riuscirci, l'ex parlamentare iberico ha avuto spesso la necessità di attingere alle sue qualità politiche, finemente levigate nel tempo, per sfruttarle in una serie di situazioni che hanno avuto un peso determinante nella direzione presa sin dall'inizio dal campionato.

Per la stagione in cui la Formula E sarà chiamata alla prova d'appello (il suo cammino riprenderà il 24 di questo mese a Pechino), Agag ha in animo innanzitutto di moltiplicare il numero di fan della categoria, come elemento decisivo di una strategia di consolidamento attentamente strutturata e studiata a tavolino.

Il torneo a emissioni zero ha goduto di un notevole successo nella stagione inaugurale e ha cominciato subito a eccitare l'immaginazione del pubblico, creando una vera e propria “nuova demografia” di questo sport.

Parlando in esclusiva a Motorsport.com, Alejandro ha anche dichiarato che la seconda edizione del torneo sarà fondamentale per rafforzare ulteriormente la presenza e la percezione della prima serie completamente elettrica presso il suo target di “consumatori” in età molto bassa.

"Ci prepariamo ora a una buona stagione di consolidamento del nostro campionato, a un rafforzamento", conferma Agag. "Vogliamo moltiplicare il numero dei tifosi, in particolare sul versante 'digital'. Abbiamo già iniziato a farlo e quindi partiamo da una buona base”.

"L'obiettivo è quello di continuare a crescere e, in pratica, di attrarre nuovi costruttori e ampliare il pubblico televisivo, politica che stiamo perseguendo come si sarà intuito con i recenti annunci in materia di diritti TV (RTL, RAI, BT Sport, ITV, eccetera)".

"Il punto di forza di ciò che facciamo è che i giovani e le famiglie possono beneficiare di questo sport direttamente nelle città di tutto il mondo, sotto casa", continua il manager madrileno.

"Abbiamo bisogno di continuare su questa strada, ma anche di essere sempre più accessibili sulle piattaforme multimediali. Finora abbiamo fatto molti annunci a sostegno di queste strategie, ma con il debutto del FanBoost in gara i tifosi potranno essere coinvolti direttamente nella categoria. È molto eccitante essere parti diligenti e proponenti di un progetto del genere".

UN RAPPORTO SIMBIOTICO CON LA FIA

La FIA può essere considerata allo stesso tempo la madre e il padre del Campionato di Formula E. Jean Todt è stato personalmente e profondamente coinvolto nella genesi di quest'iniziativa e si è visto fisicamente in quattro appuntamenti della scorsa stagione, mantenendo un occhio benevolo, quello del... genitore, su un'idea discussa per la prima volta nei corridoi di Place de la Concorde nel lontano 2008.

"La Federazione Internazionale dell'Automobile è stata l'attore chiave della nascita e dello sviluppo della categoria", ha ricordato Agag. "Lavoriamo vicini, operiamo a stretto contatto e abbiamo un rapporto forte. Si tratta di una collaborazione simbiotica che abbiamo consolidato col tempo...”.

Più precisamente: "Se, come Formula E Holdings, ci comportiamo bene e il nostro prodotto è buono, allora va tutto bene. Siamo allineati su tutto. Naturalmente, ci sono opinioni a volte divergenti, questo è naturale, ma siamo lì per discuterne e abbiamo un gruppo di lavoro che ci consente di andare oltre i problemi pratici sulle questioni essenziali. Ci sono persone di qualità in tutta la FIA e nella FEH e questo è un fatto fortemente positivo".

Alejandro ritiene che lo stretto rapporto con la FIA sia determinante per la salvaguardia sia del DNA tecnico del campionato sia per evitare che la spirale dei costi si avviti senza controllo.

"Dal punto di vista tecnologico siamo in una zona di frontiera, ragion per cui ci deve essere flessibilità da entrambe le parti", soggiunge il CEO della F.E. "Siamo interessati a far sì che gli esborsi economici siano mantenuti relativamente bassi e, per riuscirci, non esitiamo a mettere le mani dove serve e a dire la nostra...”.

Ancora più chiaramente: “Gli uomini della FIA sono coloro i quali gestiscono le questioni organizzative da un punto di vista tecnico. E continuano a lavorare a stretto contatto con i costruttori e gli OEM, cioè i produttori di apparecchiature originali. Siamo un campionato che dipende dalla tecnologia e il cui business ha un orizzonte prospettico che guarda ai prossimi due, tre, quattro e cinque anni: dunque, dobbiamo avere ottimi rapporti e lavorare bene insieme".

La questione importantissima del design della batteria è qualcosa rispetto a cui Alejandro Agag sembra essere a proprio agio, conformemente a una tabella di marcia tecnica per la specialità “full electric” che continua passo dopo passo a prendere forma.

“Gli anni due, tre e quattro sono praticamente definiti da un punto di vista delle batterie adottate e che si adotteranno. La quinta stagione avrà invece un grande impatto sull'architettura della macchina, perché quello sarà il momento in cui saremo in grado di effettuare una chiamata ai team perché valutino quattro motori - uno per ogni ruota – e ogni pilota abbia a disposizione una macchina per gara anziché le due di oggi”.

Il realismo la fa da padrone: "Sarà molto difficile farcela prima della stagione cinque, credo, ma vedremo come andrà a finire. Questo è il motivo per cui stiamo avendo queste conversazioni con la FIA: insieme, sappiamo esattamente dove vogliamo essere e come possiamo indirizzare in modo efficiente le cose per vincere la nostra battaglia".

IL "FATTORE" BERNIE ECCLESTONE

Motorsport.com ha rivelato il mese scorso che la data scelta per il Gran Premio di Gran Bretagna del prossimo anno e il già programmato gran finale di Battersea Park della Formula E si trovavano in una sfortunata condizione di concomitanza. Il “contrasto” originario nel week end del 25 e 26 giugno, secondo alcuni, avrebbe potuto essere una deliberata manovra di Bernie Ecclestone, patron della Formula 1, per far naufragare l'evento.

Alejandro Agag respinge tuttavia l'idea di un “complotto”, dicendo: "Abbiamo firmato il contratto per il nostro appuntamento successivo con Battersea Park nell'ultimo fine settimana di giugno, quando eravamo là”.

“È stato il GP di Gran Bretagna messo lì deliberatamente? No, non credo che lo sia stato. Bernie e la FOM hanno un lavoro enorme da fare per mettere insieme tutte le loro date con un ordine logico. Un calendario di 10 appuntamenti, come quello che organizziamo noi, è già abbastanza difficile, figuriamoci il loro”.

E ancora: "Venti date per la Formula 1 devono essere un incubo. Quindi, Bernie avrebbe agito su un evento al solo scopo di scontrarsi con noi e danneggiarci? È inverosimile. No, non credo proprio che noi fossimo sulla sua black list, soprattutto in questo modo".

"La Formula 1 deve avere una priorità per le proprie date, il che è peraltro giusto", continua l'organizzatore iberico. "Dobbiamo adattarci a quello che fanno loro, è una realtà incontrovertibile. Purtroppo, in vista della prossima stagione hanno cambiato un po' di cose, situazione che naturalmente si rovescia sulle altre categorie dell'automobilismo, noi compresi”.

E insistendo a “provocarlo”? "L'ho già detto forse un milione di volte, non siamo in competizione con la Formula 1 e non abbiamo alcun desiderio di farlo né oggi né domani. Non è qualcosa di possibile, e non lo è per molti aspetti".


(fine della prima parte)
traduzione di Gabriele Testi

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