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FE | In Arabia Saudita debutta il sistema frenante secondario di emergenza

Dopo i problemi riscontrati nei test pre-stagionali, la FIA e la Formula E sono subito corse al riparo sviluppando un nuovo sistema di frenata secondario meccanico che si attiverà in caso di rottura del Powertrain o un malfunzionamento del software, evitando così duri impatti contro le barriere. Il nuovo impianto debutterà nell'ePrix dell'Arabia Saudita.

Meccanici al lavoro sulla vettura di Edoardo Mortara, Maserati Racing

Meccanici al lavoro sulla vettura di Edoardo Mortara, Maserati Racing

Andreas Beil

Tra le novità più importanti del regolamento della Season 9 della Formula E non si può non citare il nuovo sistema di regen montato sull’asse anteriore, il quale ha permesso di incrementare la capacità rigenerativa fino a 600 kW, il doppio della Gen 2. 

Per quanto si tratti di un elemento standard prodotto dalla compagnia americana Lucid, l’idea di base della serie e della FIA era quella fornire un laboratorio viaggiante per testare la nuova tecnologia direttamente in pista, per poi introdurla in futuro anche sulle vetture di serie stradali. Per questo era stato deciso di intervenire anche sul sistema frenante, puntando su un impianto di rigenerazione sì più complesso, ma anche più efficiente dal punto di vista energetico rispetto ai classici freni meccanici.

L’introduzione di un secondo motogeneratore aveva inizialmente spinto la Formula E a rimuovere in toto il sistema di frenata idraulico al posteriore, rendendo di fatto ancor più cruciale il lavoro svolto in fase di regen.

In realtà, per i piloti non sarebbe stata una vera e propria novità, dato che anche con le monoposto dello scorso anno spesso tendevano a sfruttare maggiormente l’impianto di rigenerazione per ricaricare la batteria, lasciando intervenire i freni meccanici solo in qualifica o nelle situazioni di duello dove era importante poter disporre delle migliori performance possibili in staccata.

Tuttavia, lo sviluppo di nuove tecnologie richiede tempo per essere rodate e affinate e, anche in questo caso, il concetto non è stato smentito. A causa di alcuni incidenti occorsi sia durante i test privati del 2022 che quelli pre-campionato di Valencia, team e piloti non avevano esitato nell’esprimere i propri dubbi sulla validità della nuova configurazione, non tanto per una questione di fattibilità, quanto per motivi di sicurezza.

Infatti, in caso di particolari arresti improvvisi del Powertrain o anomalie software, vi era la possibilità che il pilota non avesse modo di rallentare la vettura a sufficienza, rischiando un brutto impatto contro le barriere.

Per questo, negli ultimi mesi del 2022 la FIA aveva tentato di correre rapidamente ai ripari testando un sistema di frenata idraulico secondario che si attivasse in caso di emergenza, in modo da rallentare la monoposto. Data la complessità della materia e le numerose prove necessarie per assicurarsi una soluzione affidabile, la Federazione non era stata in grado di implementare il nuovo impianto in tempo per il primo appuntamento stagionale a Città del Messico, dovendo quindi intervenire sul layout della pista aggiungendo un’altra chicane per ridurre la velocità delle macchine.

DS e Jaguar avevano già testato il sistema di arrivare in Arabia Saudita in un test organizzato da Spark e Formula E. Gli altri team lo hanno provato nello shakedown.

DS e Jaguar avevano già testato il sistema di arrivare in Arabia Saudita in un test organizzato da Spark e Formula E. Gli altri team lo hanno provato nello shakedown.

Photo by: Andreas Beil

Ma dopo intese settimane di lavoro, il nuovo impianto ha fatto finalmente il suo debutto ufficiale nel secondo ePrix della stagione in Arabia Saudita. A confermarlo sono stati gli stessi steward in un comunicato ufficiale prima dell’inizio del weekend di gara, sottolineando come il sistema possa essere sfruttato solo in caso di emergenza, pena una dura penalità che potrebbe portare all’esclusione dalla sessione.

“L'impianto frenante secondario può essere utilizzato solo in caso di emergenza e il suo utilizzo in condizioni di gara normali è vietato. Ad eccezione di quando si è espressamente autorizzati dalla FIA ad effettuare un controllo del sistema, qualsiasi attivazione del sistema frenante secondario sarà segnalata ai commissari sportivi e il pilota sarà penalizzato fino alla squalifica dalla sessione”, recita la sporting note, che verrà poi integrata a tutti gli effetti nel regolamento sportivo nel prossimo aggiornamento.

Sfruttando la pausa di due settimane tra la gara di Città del Messico e quella di Diriyah, DS e Jaguar avevano già avuto modo di testare la nuova configurazione in un test organizzato dalla Federazione e da Spark, la società che si occupa della progettazione di alcuni componenti delle monoposto.

 

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Ciò ha creato ben più di qualche malumore all’interno del paddock, spingendo gli steward ad allungare lo shakedown del giovedì per dare l’opportunità a ogni squadra di provare l’impianto, ma non più di tre volte e solo con una velocità inferiore ai 50 km/h per preservarne l’integrità.

Il sistema entrerà in funzione solamente nel caso in cui la centralina ECU riscontrasse un malfunzionamento al sistema rigenerativo posto sull’asse posteriore o un’anomalia del software, aprendo il circuito che porta all’attivazione dei freni idraulici. La Federazione terrà comunque sotto stretta sorveglianza i valori per garantirne un uso consono a quanto preventivato dal regolamento.

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