Carpentier spiega i suoi dubbi sul test in Formula E
Il canadese ex protagonista della Champ Car ha rivelato di aver tentennato alla prima richiesta di provare una monoposto elettrica, temendo fosse un tentativo di riportarlo alle corse professionistiche
Patrick Carpentier
Sam Bagnall / Motorsport Images
Già attivo in un run dimostrativo alla vigilia del round conclusivo del campionato 2016-2017 a Montréal, Patrick Carpentier ha rivelato i retroscena della sua partecipazione al test collettivo della Formula E svoltosi in settimana a Valencia.
“All’inizio ero confuso. Pensavo fosse per un sedile o qualcosa del genere. Quindi in un primo momento ho rifiutato avendo ormai 46 anni, poi però chiarito che si trattava solo di una prova per divertirsi, ho detto ‘ok, facciamola’”, il racconto ad Autosport dell’ex driver, autore lunedì scorso di 10 tornate su una Spark SRT_01E.
Pur avendo preso parte qua e là a corse di Stock-Car e RallyCross, la sua ultima stagione completa risale al 2008 in NASCAR.
“Non ho girato molto, ma ne è valsa la pena. Mi sono davvero divertito al volante”, ha proseguito ammettendo di aver accettato perlopiù per scoprire il circuito “Ricardo Tormo” e i segreti attorno al recupero dell’energia.
“Amo molto la serie elettrica perché rappresenta il motorsport attuale. Oggi non si può andare sempre al massimo, bisogna saper gestire e, da quanto ho potuto vedere, è più difficile di quanto pensassi. Ho tentato di seguire i numeri, ma quando il sole ha iniziato ad oscurare lo schermo, non ho più capito bene a che punto fossi e ho desistito, proseguendo come sono abituato. Full gas fino alla bandiera a scacchi”, ha aggiunto. “Sono comunque felice. Ho potuto farmi un’idea di massima di come funziona. Sono stati molto carini gli organizzatori e darmi l’opportunità. È stato fantastico!”.
Infine, Carpentier ha sottolineato come i successi di veterani delle competizioni come Nick Heidfeld (40 anni) e Stéphane Sarrazin (42 il mese prossimo) gli abbiano fatto capire che un ritorno sarebbe ancora possibile, non fosse per la differente scelta di vita.
“Non sono sicuro di aver voglia di riprendere a correre. Commento 80-100 gare l’anno per la televisione canadese e non so se sarei pronto a lasciare e impegnarmi nuovamente al 100 per cento. Alla fine, a che cosa serve per uno o due anni? L’ho visto fare a Jacques Villeneuve e ad altri, ma non credo sia per me. Accetterei di saltare in macchina soltanto per gioco!”, la sua conclusione.
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