Buemi: “Di Grassi? Bravo sì, ma parla un po' troppo”
In attesa del decisivo testa a testa nell’ePrix di Montréal dell'ultimo fine settimana di luglio, il leader della classifica generale della Formula E ha ricordato non senza polemica la battaglia finale del 2016 che l’ha incoronato campione.
Lucas di Grassi, ABT Schaeffler Audi Sport, and Sébastien Buemi, Renault e.Dams
Sam Bloxham / Motorsport Images
Dodici mesi fa il duello tra Sébastien Buemi e Lucas Di Grassi era finito con un tamponamento al via innescato dal brasiliano del team Audi Sport ABT Schaeffler nel tentativo di sorpassare lo svizzero della Renault e.dams sin dallo start e guadagnare il suo primo titolo nella categoria al 100 per cento elettrica.
Una manovra sporca che il driver elvetico, portacolori della Toyota nella Classe LMP1 del WEC, non ha affatto dimenticato e neppure perdonato.
“Rispetto Lucas come pilota, ma non quanto successo a Battersea. Tutti sanno com’è andata e se qualcosa del genere dovesse ricapitare sarà dura per lui dare una spiegazione”, si è sfogato a Motorsport.com il conduttore di Aigle.
“Inoltre, invece di scusarsi e ammettere che ci aveva provato, ma senza riuscirci, aveva dato la colpa a me, asserendo che avevo frenato in anticipo. È una cosa che non mi è piaciuta e che non ho trovato corretta. C’è un limite a tutto e lui l’ha oltrepassato”, ha rincarato la dose.
“Personalmente preferisco perdere con dignità, piuttosto che non potermi guardare allo specchio dalla vergogna. Non so se per lui vale lo stesso. Chiedeteglielo. Ad ogni modo è una storia conclusa. Da allora ci siamo scontrati in pista diverse volte e non ci sono più stati problemi, sebbene dopo Londra abbiamo avuto un altro momento di tensione, di cui però non è stato diffuso nulla e su cui non desidero soffermarmi”, ha aggiunto.
Quindi, a proposito della loro rivalità, Sébastien Buemi ha sottolineato che potrebbe essere positiva per una Formula E ancora a caccia di affermazione.
“Di Grassi sembra mancare di fiducia in se stesso, visto che ripete spesso di aver fatto meglio rispetto alle possibilità dell’auto. È un bravo ragazzo, ma forse parla troppo. Ne avessi voglia, potrei dire anch’io di essere l’unico ad aver vinto regolarmente con una Renault. Jean-Éric Vergne, Esteban Gutierrez e ora Stéphane Sarrazin hanno la stessa macchina ma soltanto io ho firmato una corsa, anzi, per la verità dodici".
E ancora: "È probabile che lui pensi che sia utile per il campionato e in fin dei conti la competizione serve a vivacizzare la categoria purché non diventi scorretta. Ad ogni modo non leggo quanto racconta. Le energie le tengo per le gare”, la conclusione del 28enne.
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