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Anche Jordan King strizza l'occhiolino alla Formula E

L’ex collaudatore Manor in F.1 tra il 2015 e il 2016, oggi impegnato in F.2 con la MP Motorsport, starebbe valutando di passare alla serie “full electric” nella speranza di diventare un pilota professionista dal 2018.

Jordan King, MP Motorsport

Jordan King, MP Motorsport

FIA Formula 2

Jordan King, al momento 11esimo nella categoria cadetta del Circus e con all’attivo un solo successo di rilievo nel 2016 quando correva per la Racing Engineering, potrebbe presto entrare a far parte dello schieramento della Formula E.

“Il mio obiettivo è sempre stato diventare un pilota professionista e alla F.1 ci sono andato davvero vicino. Negli ultimi tre-quattro anni mi sono trovato in una posizione molto fortunata, anche dal punto di vista commerciale. Quando si corre tra gli junior, ognuno pensa per sé e a fare il massimo. Ora voglio allargare lo sguardo e durante l’inverno provare la transizione a professionista. Sto già vagliando alcune opzioni e la Formula E è una di queste. Mi piace sia come categoria, sia tecnicamente parlando”, ha confessato ad Autosport. 

In occasione di una sessione privata effettuata ad inizio anno il 23enne si era detto pronto ad un nuovo tentativo, che per lui potrebbe essere il test dedicato ai rookie previsto in gennaio a Marrakech. Considerato che ormai l’avvio della stagione 2017-2018 è alle porte, il britannico potrebbe ancora trovare un posto da riserva. 

 

“Ho già testato una di queste vetture elettriche, ma il mercato piloti è complicato ed infatti molti ora si trovano senza contratto”, ha affermato sottolineando come la Formula E possieda un ché di simile alla Formula 1. 

“Da un certo punto di vista i ragazzi che si occupano dello sviluppo sono alla pari di quelli che incontri nel Circus. Chiedi una modifica e immediatamente te la fanno”, ha spiegato il giovane inglese, oggi in Formula 2 con la MP Motorsport.

King, che ha potuto saggiare due tipologie di auto GT, vorrebbe fare nuove esperienze che siano in Giappone o in Europa, piuttosto che nelle classiche 500 Miglia di Indianapolis, 24 Ore di Le Mans o 1000 Km di Bathurst, privilegiando però le corse in monoposto perché più probanti per il singolo.

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