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Intervista

Megaride: ecco l'asso di Trident per i successi in F3

Il team Trident ha brillato nella stagione di FIA F3 appena conclusa ed il merito è stato anche di Megaride, la società campana diventata ormai punto di riferimento per quel che riguarda lo studio della dinamica del veicolo.

David Beckmann, Trident

David Beckmann, Trident

Mark Sutton / Motorsport Images

La stagione di Formula 3 appena conclusa ha visto il team Trident compiere un notevole progresso rispetto al campionato 2019.

La scuderia di Maurizio Salvadori, infatti, ha conquistato il secondo posto nella classifica riservata alle squadre, raddoppiando i punti ottenuti lo scorso anno per poi piazzarsi davanti a realtà di grande livello come la ART GrandPrix ed il team Hitech GP.

Il frutto di questo risultato si può certamente attribuire non solo alla validità del team milanese e dei suoi piloti, ma anche alla collaborazione iniziata quest’anno con Megaride.

La società campana, in poco tempo, è divenuta una realtà consolidata nel mondo del Motorsport per quel che riguarda lo studio sulla dinamica del veicolo, e l’accordo siglato con il team Trident è stato  focalizzato in particolare sulla ottimizzazione del funzionamento degli pneumatici, elemento chiave per ottenere performance di alto livello.

Per approfondire e comprendere i benefici di questa partnership Motorsport.com ha intervistato Damiano Capra, CXO di Megaride, e Giacomo Ricci, Team Manager della Trident.

Damiano, nonostante Megaride abbia già prestato la propria consulenza in campionati d’eccellenza come MotoGP, Formula 1, DTM e Formula E, quest’anno la vostra società ha debuttato nelle categorie minori quali la Formula3 e la Formula 2. Che tipo di lavoro avete svolto con Trident?
“Megaride si è inserita nel lavoro di analisi già presente in Trident con i loro tool di simulazione. Noi abbiamo portato la nostra metodologia ed i nostri modelli di analisi relativi agli pneumatici. Abbiamo collezionato i dati raccolti nei test e nei weekend di gara, analizzato questi dati così da fornirgli il modello di pneumatico e infine abbiamo aggiunto un modello termico che utilizziamo prima e durante l’evento”.

“Il nostro lavoro, oltre a fornire il modello di pneumatico e termico aggiornato, consiste anche in un supporto prima e durante il weekend di gara attraverso una serie di simulazioni per identificare le migliori condizioni di funzionamento degli pneumatici che il team può testare già il venerdì”.

Volendo entrare nel dettaglio, che tipo di analisi effettuate sugli pneumatici?
“Compiamo delle simulazioni per capire quale sia la pressione ottimale da utilizzare, ed inoltre effettuiamo degli scan di simulazione prima del weekend di gara per capire quanto le variazioni di temperatura dell’asfalto e dell’atmosfera possano influire sugli pneumatici”.

“Così facendo riusciamo ad ottenere una serie di informazioni che possiamo andare a testare in pista già il venerdì. Grazie a questa metodologia di lavoro il team ha modo di provare solo soluzioni mirate con un notevole risparmio di tempo speso in pista alla ricerca della scelta ottimale”.

Quest’anno in Formula 2 hanno debuttato le Pirelli da 18’’. Questa novità ha complicato il vostro lavoro? Inoltre, quali credi potranno essere le difficoltà che incontreranno i piloti di F1 quando si troveranno a dover guidare con queste gomme?
“La metodologia di lavoro è identica sia con le gomme di F3 che con quelle di F2, ma ovviamente cambia la parametrizzazione del modello. Il comportamento degli pneumatici da 13’’ rispetto a quello delle gomme da 18’’ è totalmente diverso”.

“Se valutiamo l’introduzione di questi pneumatici in Formula 1 ci possiamo attendere un cambiamento sostanziale sia per quel che riguarda il reparto sospensioni sia per quel che riguarda il modo in cui si affronteranno le curve. Nel primo caso questa gomma va ad ammortizzare poco rispetto ad uno pneumatico con una spalla maggiore, mentre nel secondo la risposta della vettura è decisamente diversa ed i piloti dovranno adattarsi ad uno stile di guida più consono a questo tipo di pneumatico”.

“Il pilota, con questa nuova tipologia di pneumatici, sentirà molto di più le asperità dell’asfalto ed avvertirà un risposta sullo sterzo decisamente differente”.

Megaride lavora principalmente sui dati, ma quanto è importante il feedback del pilota?
“E’ molto importante. Il 90% del nostro lavoro si basa sui dati, ma il feedback del pilota è fondamentale perché ci sono sfumature, dettagli, che delle volte sono difficili da comprendere perché soggettivi e tipici di ogni driver. Il pilota è un elemento del sistema e noi dobbiamo ottimizzare il pacchetto veicolo-pilota. Se noi ottimizziamo lo pneumatico per farlo lavorare al meglio delle sue condizioni, ma ci troviamo con un pilota che non riesce a guidare la vettura, allora sbagliamo perché perdiamo performance”.

Nel corso della tua esperienza in pista c’è qualche pilota che ti ha colpito per essere maggiormente specifico nei feedback?
“E’ difficile rispondere a questa domanda perché ogni pilota comunica un feedback differente. Io devo sapere se quel determinato pilota si trova bene con la vettura equali difficoltà riscontra. Il nostro è come un lavoro di sartoria, dobbiamo cercare di realizzare un vestito su misura”.

“In definitiva non esiste un feedback buono o meno, perché grazie ai sistemi di simulazione di Megaride è possibile customizzare le prestazioni e la reattività della vettura”.

Giacomo, vorrei sapere come Megaride ha aiutato Trident nel compiere un ulteriore salto di qualità in questo 2020.
“Il loro è un sistema di lavoro moderno che ti fornisce delle certezze. Grazie ai loro sistemi di simulazione la squadra lavora in modo efficiente e mirato focalizzandosi su dati concreti. Così facendo si riesce ad estrarre il massimo dal pacchetto che abbiamo a disposizione”.

C’è da dire che quest’anno siete tornati a brillare dopo un 2019 opaco grazie anche a prestazioni di gran livello offerte sia da Beckmann che da Zendeli. Il primo, in particolare, sembra trovarsi in perfetta sintonia con il tuo team.
“La combinazione tra l’ingaggio di Beckmann e l’inizio della collaborazione con Megaride ha senza dubbio consentito di ottenere degli ottimi risultati in questa stagione. David ha dimostrato già a metà 2018, quando ha esordito con Trident per le ultime 5 gare della stagione, che avrebbe potuto lottare per il campionato. Sicuramente è stato di grande aiuto avere due piloti forti come Beckmann e Zendeli. Ci hanno sempre dato dei buoni feedback ed hanno contribuito a portare avanti il lavoro di sviluppo di Megaride”.

Il team Trident ha brillato anche in occasione della due giorni di test andati in scena a Jerez che, di fatto, hanno concluso la stagione 2020. Doohan e Novalak, nonostante un campionato con più luci che ombre, sembrano aver trovato immediatamente un ottimo feeling con le vostre monoposto e con il team.
“I test sono andati bene e siamo soddisfatti. In GP3 prima e oggi in FIA F3siamo sempre stati al vertice della categoria a partire dal 2015 quando con noi correva Luca Ghiotto. Grazie a risultati di prestigio abbiamo avuto la possibilità, quasi ogni anno, di avere a diposizione dei piloti competitivi in grado di portare a casa il risultato”.

Quante probabilità ci sono che Novalak e Doohan siano ingaggiati da Trident per la stagione 2021?
“Le possibilità sono alte. Siamo considerati tra i top team della serie e loro sono stati contenti del lavoro che abbiamo fatto ed anche noi di loro. Entrambi i piloti si sono subito trovati a loro agio con il nostro pacchetto e sono riusciti ad estrarre le performance senza particolari difficoltà”.

“Oggi è difficile giudicare il valore di un pilota se non si trova all’interno dei top team della serie. Novalak e Doohan hanno avuto una stagione complicata. Clement ha fatto qualche exploit, mentre Doohan è stato protagonista di un campionato incolore. Nel corso di questi test ci hanno detto subito di trovarsi a proprio agio con la monoposto”.

Da una parte avete condotto una stagione di Formula 3 sempre al vertice, mentre dall’altra, in Formula 2, il team Trident fatica a conquistare punti con regolarità. Quali sono state le maggiori difficoltà?
“Credo che in Formula 2 la nostra vettura sia competitiva, ma ci sono mancati i piloti, con tutto rispetto per loro. Ci è mancato il fatto di avere almeno un pilota di punta e con esperienza, una linea guida. Questo invece, in F3 c’è sempre stato prima con Ghiotto e poi con Fuoco, Boccolacci o Alesi”.

“Quest’anno, in diverse occasioni, Nissany ha avuto l’opportunità di fare podi ed anche vincere delle gare, ma purtroppo a causa di incidenti non siamo mai riusciti a portare a casa il risultato che tutta la squadra si meritava”.

“Nonostante ciò voglio ribadire come il team Trident in F2 sia solido ed organizzato. Si lavora con metodo, c’è una struttura dietro ed ingegneri di primo livello. Il pilota, però, è importante sia per lo sviluppo della vettura che per la performance. Ovviamente il nostro obiettivo per il prossimo anno è quello di avere almeno un pilota competitivo che possa spingere il team il più in alto possibile”.

Oliver Caldwell, Trident e Sophia Floersch, Campos Racing

Oliver Caldwell, Trident e Sophia Floersch, Campos Racing

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Oliver Caldwell, Trident e Sophia Floersch, Campos Racing

Oliver Caldwell, Trident e Sophia Floersch, Campos Racing

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

David Beckmann, Trident

David Beckmann, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

David Beckmann, Trident

David Beckmann, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Roy Nissany, Trident

Roy Nissany, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Marino Sato, Trident

Marino Sato, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Oliver Caldwell, Trident

Oliver Caldwell, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Jack Doohan, Trident

Jack Doohan, Trident

Foto di: Formula Motorsport Ltd

Roy Nissany, Trident

Roy Nissany, Trident

Foto di: Charles Coates / Motorsport Images

David Beckmann, Trident

David Beckmann, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Marino Sato, Trident

Marino Sato, Trident

Foto di: Charles Coates / Motorsport Images

Oliver Caldwell, Trident

Oliver Caldwell, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

David Beckmann, Trident, Alexander Smolvar, ART Grand Prix e Sebastian Fernandez, ART Grand Prix

David Beckmann, Trident, Alexander Smolvar, ART Grand Prix e Sebastian Fernandez, ART Grand Prix

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Lirim Zendeli, Trident e Jake Hughes, HWA Racelab

Lirim Zendeli, Trident e Jake Hughes, HWA Racelab

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Lirim Zendeli, Trident e Jake Hughes, HWA Racelab

Lirim Zendeli, Trident e Jake Hughes, HWA Racelab

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Lirim Zendeli, Trident

Lirim Zendeli, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

David Beckmann, Trident

David Beckmann, Trident

Foto di: Formula Motorsport Ltd

Lirim Zendeli, Trident

Lirim Zendeli, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

David Beckmann, Trident, Richard Verschoor, MP Motorsport e Oscar Piastri, Prema Racing

David Beckmann, Trident, Richard Verschoor, MP Motorsport e Oscar Piastri, Prema Racing

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Lirim Zendeli, Trident

Lirim Zendeli, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Lirim Zendeli, Trident

Lirim Zendeli, Trident

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Marino Sato, Trident

Marino Sato, Trident

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

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