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Correa sul ritorno: "In ART pensavano fossi impazzito!"

Il pilota americano ha parlato del lungo percorso che l'ha portato al ritorno alle corse ed ha spiegato come i responsabili della ART pensavano volesse tornare a correre nel 2022.

Juan Manuel Correa, Sauber Junior Team by Charouz

Juan Manuel Correa, Sauber Junior Team by Charouz

FIA Formula 2

Il ritorno alle corse di Juan Manuel Correa ha dell’incredibile. Il gravissimo incidente avvenuto a Spa nel 2019 ha lasciato ferite profonde nel fisico e nell’anima del pilota americano, ma non l’ha gettato a terra.

Correa, infatti, ha sempre stretto i denti consapevole che prima o poi sarebbe tornato ad indossare casco e tuta per calarsi nell’abitacolo di una monoposto.

Dall’esterno, seguendo i suoi progressi tramite i suoi profili social, nessuno avrebbe mai pensato che questo ritorno, però, sarebbe avvenuto già quest’anno.

L’annuncio a sorpresa della ART Grand Prix, scuderia con la quale Correa disputerà la stagione 2021 di Formula 3, ha lasciato tutti a bocca aperta. Tutti, ma non Juan Manuel che ha sempre creduto nel suo ritorno.

“Abbiamo iniziato a parlare subito dopo Spa lo scorso anno e da allora sono successe molte cose”, ha spiegato Correa in una intervista rilasciata sul sito della Formula 3.

“Da allora tutto è stato focalizzato per cercare di tornare su una macchina da corsa. E’ stata un'avventura, ma mi sento abbastanza bene. Sono super eccitato e super motivato ad iniziare, credo che questi siano due buoni segnali”.

Il fine settimana che Correa ha trascorso a Spa-Francorchamps nel 2020 ha rappresentato l’unico momento di tregua in un periodo decisamente intenso iniziato con la rimozione del tutore alla gamba con cui ha vissuto negli ultimi 14 mesi.

Successivamente Correa ha subito un’ulteriore intervento per l’inserimento di un'asta di metallo all’interno dell'osso della sua gamba.

“Mi sentivo un po' nudo quando ho tolto il tutore”, ha detto ridendo. “Il processo non è stato facile. Ho dovuto subire un intervento chirurgico per far mettere l’asta all'interno ed è stato un mese piuttosto doloroso e stressante. Però sono felice di averlo fatto”.

“Adesso sono in grado di mettere del peso sulla gamba e posso praticamente fare tutto quello che voglio, ovviamente finché il dolore me lo permette”.

“Da allora è stata solo una dura riabilitazione. Sto già camminando un po' senza alcun aiuto e sto percorrendo distanze abbastanza importanti con l'aiuto di una stampella. Sto lentamente riacquistando una sorta di vita normale”.

Nel 2020 Correa aveva utilizzato il suo profilo Instagram per annunciare la sua volontà di tornare in Formula 2 già nel 2021. Sembrava una follia, ma Juan Manuel era terribilmente serio.

L’unica differenza rispetto alle intenzioni è la categoria scelta per il ritorno. Non più la Formula 2 ma la Formula 3.

"Ci sono alcune ragioni per cui ho scelto la F3. In primo luogo a causa della lunghezza della stagione: inizia un po' più tardi e finisce prima e questo mi concede di poter programmare eventuali altri interventi. In secondo luogo, ho scelto la F3 perché in F2 ottenere un posto al vertice era praticamente impossibile. Qui ho avuto una incredibile opportunità con la ART”.

Correa ha poi spiegato nel dettaglio come è stata portata avanti la trattativa con il team transalpino.

“Non sono stati l'unica squadra che ho contattato per tornare a correre, ma sono stati sicuramente quelli che hanno creduto di più in me”.

“Seb ha pensato che fossi pazzo all'inizio! Pensava che intendessi il 2022 e si è messo a ridere quando ho risposto 'no, no, no... quest'anno'. Ma si è preso del tempo per incontrarmi e lasciarmi spiegare perché era possibile. Crede in me e questo significa tantissimo”.

Ovviamente non ci si dovrà attendere un Correa subito al vertice quando inizierà la stagione, e lo stesso Juan Manuel ne è consapevole.

“Ci saranno sicuramente molte incognite e dovrò essere paziente con me stesso. Anche la squadra dovrà essere paziente con me e ne sono consapevoli. Tornare a correre sembra ancora un po' surreale a causa di tutto quello che è successo, ma ormai conosco molto bene il mio corpo e so cosa possono fare le mie gambe. Sono abbastanza fiducioso che non sarà affatto un problema guidare una macchina da corsa”.

“Poi c'è l'aspetto mentale, e sto lavorando molto anche su questo. E’ una grande incognita, però, perché non so come mi sentirò a guidare di nuovo dopo quello che è successo e dopo un tempo così lungo”.

“In questo ultimo anno e mezzo mi è mancata quella scarica di adrenalina che ti danno le corse. Sento che sono tornato a fare ciò che amo”.

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