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Intervista

Tsunoda: "Ho imparato a staccare con le barriere in pista..."

Il rookie del programma Red Bull ci ha parlato in esclusiva delle sue ambizioni per il futuro e ci ha raccontato come ha imparato a staccare al limite sin da bambino grazie agli insegnamenti del padre.

Yuki Tsunoda, Carlin conquista la pole position

Foto di: Formula Motorsport Ltd

A vederlo fuori dalla macchina sembra quasi innocuo col suo metro e cinquantanove di altezza e la faccia da bravo ragazzo, ma quando Yuki Tsunoda si cala nell’abitacolo ed abbassa la visiera dal casco si trasforma in una vera e propria furia.

Al debutto in Formula 2 il pilota giapponese del team Carlin ha stupito tutti centrando 3  pole e 2 vittorie grazie alle quali al momento occupa la terza posizione in classifica con 147 punti.

Le sorprendenti prestazioni di Tsunoda non sono passate inosservate nemmeno in Formula 1 e fino all’annuncio a sorpresa dell’addio di Honda sembrava che il giapponese potesse fare il salto di categoria già il prossimo anno grazie anche alla spinta del costruttore giapponese.

In attesa di capire cosa riserverà il futuro a Yuki, e che il campionato di F2 riprenda per disputare i due appuntamenti conclusivi della stagione, Tsunoda si è confidato ai microfoni di Motorsport.com rivelando anche alcuni retroscena divertenti della sua crescita come pilota.

Nonostante tu sia un rookie sei stato incredibilmente veloce sin dal primo appuntamento del campionato. Ti aspettavi queste perfromance?
“Onestamente non mi aspettavo questo tipo di prestazioni. Ad inizio anno ho subito avuto delle buone sensazioni con la vettura. Già dai test sono andato molto bene ed in Austria, in occasione del primo round stagionale, sono stato subito veloce e sono riuscito ad andare al massimo ed attaccare”.

“Ad ogni modo sapevo che quest’anno avrei dovuto dare il massimo per chiudere tra i primi quattro in campionato ed avere la possibilità di ottenere la superlicenza. Ho avuto un approccio alle gare diverso rispetto al passato. Quest’anno è il migliore anno della mia carriera, mi sto godendo ogni gara”.

Com’è stato per un debuttante adattarsi alle nuove Pirelli da 18’’?
“Ciò che è cambiato maggiormente rispetto al passato è la frenata. Le gomme sono molto pesanti e serve molta pressione per fermare la vettura”.

“Un altro elemento differente è la forza fisica richiesta sul volante da queste nuove coperture. La Feature Race del Mugello è stata molto faticosa, specie dopo aver effettuato la sosta obbligatoria, ma il corpo ne risente molto anche in qualifica”.

Lo scorso anno in F3 hai stupito tutti a Spa e Monza sfoggiando uno stile di guida molto aggressivo in staccata. Dove l’hai imparato?
 “Questo stile di guida mi è stato insegnato da mio padre. Lui non ha mai guidato una monoposto ma è riuscito lo stesso ad insegnarmi lo stesso qualche trucco. Quando ho iniziato a correre in kart, quando la pista era libera, mettevamo delle barriere alla fine dei rettilinei e dopo essere partito dall’ultima curva dovevo frenare più forte che potevo e fermarmi il più vicino possibile alle barriere”.

“A pensarci adesso può sembrare un cosa folle, ma prima di partire mio padre mi diceva di non guidare in modo conservativo, di cercare subito il limite e di non preoccuparmi se fossi andato a sbattere. Ho portato questi insegnamenti anche in Formula 2. Qui abbiamo soltanto 45 minuti di prove libere nel weekend e cerco sempre di spingere sin dal primo giro così da capire subito il limite della vettura e dove poter guadagnare in frenata”.

Oltre che in staccata sei un pilota molto forte anche nei duelli ruota a ruota …
“E’ vero, mi piace molto lottare  con gli altri piloti ed anche in questo caso un vantaggio deriva dal mio stile in frenata. Quando ero piccolo e correvo in kart Giappone, però, non ero così aggressivo perché non volevo andare a sbattere. Tutto è cambiato la prima volta che ho disputato un gara in Europa, a Le Mans per la precisione. Ho visto molti piloti che guidavano in modo molto diverso in gara, come se fosse una guerra. Non si preoccupavano di sbattere ma cercavano solo di guadagnare più posizioni possibili. Sono rimasto impressionato da tutto ciò. Fino alle qualifiche sono sceso in pista con timore, ma poi ho cambiato modo di guidare. In gara stavo andando bene ma poi al giro finale sono andato a sbattere. Dopo la corsa, però, ho capito che avrei dovuto correre in un modo differente”.

Qual è il tuo obiettivo minimo per questa stagione?
 “Sin dall’inizio l’obiettivo minimo è sempre stato il quarto posto. Questa era la richiesta che mi ha fatto Helmut Marko per avere i punti necessari per ottenere la superlicenza. Ovviamente l’ambizione, così come per tutti i piloti, è quella di vincere il titolo in Formula 2”.  

Chi è Yuki Tsunoda lontano dalle piste?
“Sono un ragazzo normale. Nel tempo libero, quando non mi alleno, mi piace moltissimo giocare ai videogiochi e stare in compagnia dei miei amici. Mi piace giocare a calcio, vedere le partite in tv e giocare a golf. Non faccio nulla di diverso da quello che fanno i ragazzi della mia età”.

 Quanto è stato complicato per un ragazzo giapponese adattarsi alla cultura europea?    
“L’ostacolo maggiore è stato imparare la lingua perché in Giappone non si parla molto l’inglese. Ho iniziato a studiarlo dalle elementari, ma è un problema comune a molti piloti che si trasferiscono in Europa per correre. Devo ancora migliorare”.

“Una delle difficoltà maggiori è stata adattarsi alle piste europee. Queste sono piene di saliscendi e banking differenti, mentre in Giappone la maggior parte dei tracciati hanno una impostazione diversa e sono più piatti. Sia in Europa che in Giappone, però, ci sono circuiti dove adoro guidare”.   

Forse non lo sai mai hai molti fan in Italia che vorrebbero vederti al più presto in Formula 1. Possiamo dare qualche anticipazione?
“Non sapevo di avere molti fan da voi e mi fa piacere. Ho bei ricordi di Monza, adoro mangiare la pizza quando sono in Italia. Farò di tutto per realizzare questo sogno, spingerò al massimo fino alla fine ma per il momento non voglio pensare troppo alla Formula 1 perché il mio obiettivo è vincere in F2”.

A fine stagione dovresti disputare i rookie test di Abu Dhabi. Per caso ti vedremo in pista anche in qualche sessione di libere da qui a fine anno?
“Purtroppo non posso dire molto perché sono informazioni riservate. Di sicuro spero di poter disputare una sessione di libere in F1. Mi piacerebbe confrontarmi con i migliori piloti del mondo”.

Com’è il tuo rapporto con Helmut Marko?
“Abbiamo un ottimo rapporto, è un persona gentile e divertente. Lo scorso anno quando sono andato in Austria per incontrarlo e parlare della stagione appena conclusa non era contento dei risultati che avevo ottenuto. Ovviamente sapeva che ero un rookie e che avrei potuto avere delle difficoltà, ma pretendeva molto di più. Poi siamo andati a cena insieme e mi ha chiesto in modo diretto quali fossero i miei obiettivi e cosa mi aspettavo. Gli ho risposto sinceramente anche se ho avvertito un po' di pressione…”.

Vorrei concludere chiedendoti se conosci il manga Capeta, vero e proprio fumetto di riferimento per ogni amante dei motori…
 “Certamente che conosco Capeta! Ho letto il fumetto e visto il cartone in TV. Mi piaceva moltissimo ed è un manga perfetto per chi ama le corse. Anche lui, come me, fa parte di un programma junior e poi riesce ad arrivare in Formula 1. Vorrei essere proprio come lui. Tramite i social media sono riuscito anche ad entrare in contatto con il creatore del manga e mi ha mandato dei disegni dedicati nei quali c’eravamo io e Capeta che ci stringevamo la mano, io in tuta Red Bull e Capeta in tuta Ferrari!”.

Yuki Tsunoda, Carlin, precede Marino Sato, Trident
Yuki Tsunoda, Carlin
Callum Ilott, UNI-Virtuosi precede Pedro Piquet, Charouz Racing System e Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin precede Robert Shwartzman, Prema Racing e Guanyu Zhou, UNI-Virtuosi
Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin festeggia sul podio
Yuki Tsunoda, Carlin e Callum Ilott, UNI-Virtuosi festeggiano sul podio
Yuki Tsunoda, Carlin festeggia sul podio con lo champagne
Yuki Tsunoda, Carlin, primo posto
Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin
Christian Lundgaard, ART Grand Prix, Yuki Tsunoda, Carlin, Nikita Mazepin, Hitech Grand Prix e Roy Nissany, Trident lottano
Yuki Tsunoda, Carlin e Christian Lundgaard, ART Grand Prix
Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin festeggia sul podio con un collega
Yuki Tsunoda, Carlin posa con il trofeo del vincitore e lo champagne
Yuki Tsunoda, Carlin
Yuki Tsunoda, Carlin
Race winner Yuki Tsunoda, Carlin
Race winner Yuki Tsunoda, Carlin
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