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Intervista

Prema: il racconto di un'eccellenza tutta tricolore

Dagli esordi come realtà minuscola negli anni '80 a team di riferimento nelle categorie propedeutiche. La storia della Prema è ricca di aneddoti ed in occasione della tappa di Imola della F4 Italiana abbiano incontrato René Rosin per aprire l'album dei ricordi.

Robert Shwartzman,  Prema Racing

Robert Shwartzman, Prema Racing

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Ci sono realtà, nel panorama internazionale del motorsport, che rappresentano delle vere e proprie eccellenze. Forse sono poco note al grande pubblico perché non partecipano in Formula 1, ma ciò non significa che il loro palmares sia meno importante.

Il team Prema è senza dubbio una delle realtà italiane più vincenti ad apprezzate a livello continentale. In occasione del round di Imola della Formula 4 Italiana abbiamo scambiato due chiacchiere con René Rosin, figlio del fondatore Angelo e team manager della squadra con sede a Grisignano di Zocco, parlando degli esordi della squadra e di come una piccola realtà vicentina sia riuscita a diventare, grazie al duro lavoro, un punto di riferimento a livello continentale.

Come e quando nasce l'idea di mettere in piedi un team nel motorsport?
"L'idea è di mio padre Angelo, che assieme al suo socio di allora, Giorgio Piccolo, nel 1983 hanno iniziato con una realtà molto piccola, con un meccanico solo. Papà seguiva la parte tecnica e Giorgio quella sportiva. Inizialmente eravamo negli Sport Prototipi, poi nel 1984 siamo passati nel Formula 3 italiano con una macchina e Gianfranco Tacchino. Da lì si è sviluppata la squadra, sempre nel campionato F3 italiano, passando a due vetture. Di fatto quello è diventato il nostro impegno principale come categoria. Abbiamo iniziato a correre in Italia, poi siamo andati in Germania, poi nell'Europeo, fino ai giorni nostri dove corriamo nelle serie parallele alla F1".

Coi prototipi avete continuato oppure vi siete fermati subito?
"Abbiamo fatto solo qualche gara, ma già nel 1984 era solo Formula il nostro impegno".

Il nome Prema da dove nasce?
"La società nasce come Prema Racing e il nome iniziale era Pre.Ma, che significa Preparazione Macchine. Dopo vari cambi societari siamo diventati Prema Powerteam. Nel 2016 siamo entrati in F2 riprendendo Prema Racing e creando una nuova società appositamente per quel campionato".

Quando nascono i primi contatti con le Case per diventare uno Junior Team?
"Fin da subito abbiamo lavorato con gruppi che hanno finanziato la carriera di piloti, perché il nostro modus operandi è sempre stato quello di lavorare coi ragazzi giovani. Verso fine anni '80 ci ha contattato Camel per sviluppare la carriera di Jacques Villeneuve, poi Tamburini e Bugatti. Successivamente abbiamo lavorato con il governo di Macao per il supporto ad André Couto, nel '96-'97, più altri sponsor istituzionali. I primi rapporti con le Case arrivano ad inizio anni 2000, dove Matsuda era supportato da Honda, poi siamo diventati quello che era lo junior team Toyota per il loro programma giovani. Il tutto fino al 2006, con tanti giapponesi e alcuni europei. Nel 2007 abbiamo lavorato in World Series per il programma junior Renault. A quel tempo eravamo anche in F3 europea con motorizzazione Mercedes, per cui abbiamo lavorato con piloti di HWA, che era il team di riferimento della Stella per F3 e DTM. Fra questi cito Renger Van Der Zande, al quale si sono aggiunti Valtteri Bottas, Daniel Juncadella, Roberto Mehri e altri".

Esteban Ocon, Prema Powerteam Dallara F312 Mercedes

Esteban Ocon, Prema Powerteam Dallara F312 Mercedes

Photo by: Eric Gilbert

In quest'ultimo caso vi hanno chiesto collaborazioni anche nei campionati a ruote coperte?
"No, solo formula. Non siamo mai andati nelle ruote coperte, ma perché anche il nostro pensiero è sempre stato principalmente sulle monoposto. Nel corso degli anni la struttura si è allargata, nel 2006 siamo entrati in World Series by Renault, poi in F.Renault 3.5, più F3. Abbiamo poi deciso di lasciare questo campionato per decisioni interne nostre a fine 2009, concentrandoci solamente su altre serie. Successivamente siamo arrivati nell'allora GP2, che poi è diventata F2".

Quando siete stati con Case come Toyota e Mercedes, i budget dell'epoca erano molto importanti?
"Sicuramente non possiamo lamentarci dei budget che abbiamo avuto a disposizione, ma tutto era il linea coi programmi stilati. Non abbiamo mai fatto nulla al di fuori di esso. Con Toyota si facevano selezioni di alcuni giorni con piloti giapponesi, portandoli in Europa su vari circuiti. Ma nulla di stratosferico come si può pensare. Con Ryan Briscoe, dopo aver vinto la F.Renault siamo passati direttamente alla F3000 e a metà anno ci hanno chiamati da Colonia dicendo che era meglio ritornare indietro perché non era pronto. Da lì abbiamo ricostruito un pilota che era in difficoltà mentale, anche dovuto alle poche prove a disposizione fra una sessione e l'altra. Ma comunque non abbiamo mai avuto chissà quali budget a disposizione".

Quando il piccolo team Prema si ritrova a fare quel salto di qualità che lo porta nel mondo del motorsport che conta?
"E' stato ovviamente un percorso a tappe, un grande cambiamento è avvenuto verso la fine degli anni 2000. Allora il dominio era di ART GP e c'era da capire se continuare in F3 o meno. Non volevamo fare solo le comparse, c'era la voglia di vincere perché è nel nostro DNA. Abbiamo fatto un grande cambiamento tecnico, prendendo un ingegnere dalla F1 e un direttore tecnico, ripartendo a ricostruire la squadra. Non è stato facile perché contemporaneamente è arrivata la forte crisi economica di fine anni 2000, che ha impattato notevolmente sul motorsport. Nel 2011 ci siamo trovati davanti alla scelta di continuare oppure fermarci. Devo dire la verità, la scelta fatta quell'anno coi piloti Juncadella-Mehri è stata quella che ci ha dato la spinta per ripartire e arrivare dove siamo oggi. Sicuramente quel periodo è stato fondamentale, e io ero molto più coinvolto".

Quello è stato anche il periodo più duro della vostra storia?
"Sì perché sono state fatte scommesse e sacrifici. Dal 2011, se parlo di F3, tranne l'anno in cui Lando Norris si è laureato campione (nel 2017 ndr.), in tutti gli altri i titoli li ha vinti Prema".

Lance Stroll, Prema Powerteam Dallara F312 - Mercedes-Benz

Lance Stroll, Prema Powerteam Dallara F312 - Mercedes-Benz

Photo by: James Gasperotti

Dal punto di vista mentale, quanto è difficile restare al top una volta che ci si arriva?
"In tutte le persone ci deve essere la ricerca della perfezione e la voglia di migliorarsi sempre. Se ti siedi sugli allori o sui risultati ottenuti, l'anno dopo non farai più nulla. E' un continuo cercare la perfezione e gli stimoli, anche perché la concorrenza non si ferma e corre sempre più velocemente per cercare di avvicinarsi e batterti. Di conseguenza meglio essere antipatici perché vuol dire che sei davanti e stai vincendo. Poi noi abbiamo il nostro modo di fare e di operare con tecnici e piloti, ma secondo me è proprio la ricerca della perfezione che è fondamentale ed è la chiave".

Come ci si approccia coi giovani, sapendo che hanno delle qualità, ma non debbono 'bruciarsi' subito per esuberanza?
"Siamo una realtà di 65 dipendenti oggi e corriamo in 5 campionati diversi, per cui la struttura è importante. Coi giovani però l'aspetto fondamentale è quello di farli sentire in famiglia e a loro agio. Nel momento che sbagliano è giusto che vengano redarguiti, se fanno bene è giusto premiarli. Però l'essere un gruppo è fondamentale ed è la cosa su cui punto sempre".

Avete avuto a mano tantissimi ragazzi che poi sono diventati piloti importanti, citiamo Leclerc, Stroll, Ocon, Gasly, Schumacher e Giovinazzi che oggi sono in F1. Ce n'è uno in particolare che ti ha fatto sudare molto o che ti è rimasto nel cuore?
"Ognuno ha la sua storia, percorso e memoria, per cui vanno analizzati singolarmente. Non ne riesco ad evidenziare uno in particolare. Mi ricordo Kobayashi che arrivava dal Giappone e non conosceva una parola di inglese. Tutti i nostri piloti hanno fatto il percorso dalla F4 alla F2, quindi nelle nostre memorie ci sono tutti, con le rispettive storie e caratteristiche. Ogni anno è diverso e particolare; sicuramente vincere al primo colpo con Gasly e Giovinazzi in F2, ripetersi l’anno dopo con Charles, le lotte Ocon-Verstappen in F3, il percorso fatto con Lance sono tutti ricordi importanti che ti restano dentro ".

Pierre Gasly, PREMA Racing

Pierre Gasly, PREMA Racing

Photo by: GP2 Series Media Service

Quell'anno con Giovinazzi che perde ad Abu Dhabi quanto ti è rimasto sullo stomaco?
"La lotta era aperta fra Gasly e Antonio. In quel caso abbiamo detto: ragazzi, giocatevela. Avevamo vinto il titolo per le squadre in Malesia la settimana precedente, per cui il team era a posto. Su quella pista Pierre ha sempre avuto una marcia in più, specialmente sul giro secco. Antonio in quell'anno fece una stagione incredibile da rookie, oggi se è in F1 è anche grazie a quello".

Oggi essere il team di riferimento per i giovani cosa significa?
"Non possiamo mai fermarci su quello che stiamo facendo o sui successi ottenuti in precedenza. Se vogliamo restare così, dobbiamo continuare a lavorare e impegnarci senza sosta, spingendo al massimo. Gli altri non si fermano e non ti aspettano. Ognuno fa nel suo meglio e noi vogliamo continuare questo percorso cominciato quasi 40 anni fa, ormai".

Nell'ultimo mese c'è stato anche un cambio al vertice dirigenziale; come avete vissuto questa situazione?
"E' stato fatto questo cambiamento e si apre un nuovo capitolo per Prema. Un nuovo stimolo e qualcosa di estremamente positivo, continueremo a fare le stesse cose degli ultimi anni a livello lavorativo. Poi è vero che si possono aprire ulteriori sbocchi per il futuro, nei prossimi mesi vedremo. Per ora restiamo motivati e concentrati su tutti i campionati, nei quali siamo in lotta per il vertice, dunque è importante continuare a spingere come stiamo facendo. All'interno della squadra le persone di riferimento sono sempre le stesse e anche il management della squadra, quindi cambiamenti non ce ne sono stati, realmente".

Rene Rosin, Prema Racing sul podio

Rene Rosin, Prema Racing sul podio

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

La collaborazione con Iron Lynx potrebbe portarvi a calcare il palcoscenico del GT un domani?
"Si vedrà in futuro, sinceramente vogliamo continuare e concentrarci sui programmi attuali. Nel 2022 ci sarà la F4 di nuova generazione, continueremo nei programmi che stiamo facendo ora. Magari arriveranno nuove sfide, ma ora è presto per parlarne".

Quanto ti senti invidiato dagli altri, ora che siete una struttura importante?
"Io cerco di fare del mio meglio assieme alla mia squadra, dando sempre il massimo. Lascio pensare e credere agli altri ciò che vogliono. Non so se sentirmi invidiato, sta agli altri giudicare il nostro operato. L'obiettivo è concentrarci sul nostro lavoro dando il nostro meglio".

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