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Marchionne: "Snaturare la F.1 per ragioni commerciali non ci interessa!"

Il presidente Ferrari non ha voluto mancare alle Finali Mondiali del Mugello. Dopo la pole di Vettel in Messico si aspetta il ritorno al successo della Rossa. Sulla macchina 2018 ammette i tecnici hanno iniziato a studiarla a inizio 2017.

Sergio Marchionne, CEO FIAT

Sergio Marchionne, CEO FIAT

Franco Nugnes

Bandiera Ferrari
Vetture Ferrari F1 di notte
Podio Finale Mondiale Ferrari 458
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Pole sitter Sebastian Vettel, Ferrari celebrates in parc ferme
Pole sitter Sebastian Vettel, Ferrari celebrates in parc ferme with Maurizio Arrivabene, Ferrari Tea
Third-qualifier Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, inspects the polesitting Sebastian Vettel Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Ferrari fan with ferrari flag
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Ferrari SF70H rear wing detail
Ferrari pit wall gantry
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Partenza Coppa Shell
Atmosfera nel Paddock
Ferrari F1 Corse Clienti

Sergio Marchionne non ha voluto mancare alla 25esima edizione delle Finali Mondiali Ferrari che quest’anno sono tornate al Mugello dopo la puntata dello scorso anno a Daytona. Il presidente della squadra del Cavallino è arrivato nel paddock in elicottero e ha potuto apprezzare quanti appassionati non hanno voluto mancare all’appuntamento di fine anno, anche se non c’era la squadra di F.1 impegnata nel GP del Messico.

“Arrivando con l’elicottero ho visto che c’è molta gente: mi dicono che ci sarebbero 25 mila persone e non è davvero male…”.

Cosa si aspetta da questa sera?
“Dopo ieri cosa vuole che ci dobbiamo aspettare? La qualifica è andata benissimo ieri sera. l’abbiamo fatto apposta per dare un incoraggiamento qui oggi. A parte gli scherzi, vedremo: Vettel ha fatto un grandissimo giro ed è chiaro che ci sono tutte le condizioni per dimostrare quello che vale la Ferrari. Vedremo questa sera…”.

La stagione 2017 è stata positiva, ma a che punto siete con la monoposto dell’anno prossimo?
“In realtà si è cominciato a lavorare alla stagione prossima già quando è partita quella 2017. La cosa importante adesso è imparare da cosa abbiamo sbagliato quest’anno. E ce n’è parecchia. Dobbiamo provare a incorporare le giuste soluzioni sulla macchina del prossimo anno”.

“Ho parlato con Zetsche (presidente Mercedes) per altre ragioni e, sebbene si sia concorrenti spietati in pista, siamo amici: Dieter ha riconosciuto che abbiamo avuto un pizzico di sfortuna quest’anno, almeno in una parte della stagione, perché i risultati sarebbero stati diversi se non fosse successo quello che è successo”.

“Ci siamo meritati questo e altro perché gli sbagli li abbiamo fatti noi. La cosa importante è arrivare in fondo a questa stagione a testa alta e entrare nel 2018 con tutte le carte in regola. Questo è importantissimo…”.

Perché i 70 anni sono importanti per la Ferrari?
“Per tantissime ragioni. Si concludono altri dieci anni di storia di questa grandissima azienda che li sta chiudendo bene. Ci è riconosciuto anche dalla borsa: ne parlavo con Piero Ferrari, venerdì siamo arrivati a 100 euro ad azione. Se l’avessi raccontato quattro anni fa non ci avrebbe creduto nessuno. Ci crede il mercato e ci crediamo noi nell’azienda e nel futuro: l’importante adesso è far crescere questa realtà in una maniera molto precisa e ragionata, senza fare troppe dichiarazioni, senza parlare molto, ma lavorando a testa bassa”.

Si parla di comprimere i GP in soli due giorni: le piace questa strategia degli americani?
“Sono stato ad Austin la settimana scorsa e una delle principali ragioni era incontrare Liberty Media, cosa che ho fatto. Ho già confermato due impegni: come loro, anche noi vogliamo ridurre i costi per la gestione della F.1 che sono andati oltre il limite del possibile. E questo non è dovuto a delle scelte tecniche, ma al modo in cui viene gestito questo sport. Ce la metteremo tutta per cercare di ridurre l’impegno economico necessario a concorrere. E questo aiuterà lo sport”.

“Ma la cosa più importante l’ho ripetuta anche a Ross Brawn che ha una lunghissima storia in F.1 e anche in Ferrari: snaturare la F.1 per cercare delle ragioni commerciali è un discorso che alla Ferrari interessa pochissimo”.

“Bisogna stare molto attenti a non togliere dal DNA di questo sport la sua storia e quello che importa alla Ferrari. Se quelle due cose verranno a mancare l’interesse della Ferrari di rimanere nel circuito andrà a diminuire”.

“Questa non è una minaccia: ho letto alcune dichiarazioni di Maurizio (Arrivabene) che delle volte si lascia trasportare, ma bisogna restare razionali. La Formula 1 fa parte della storia della Ferrari e ho tutta l’intenzione di proteggere il suo coinvolgimento nello sport, ma non lo si potrà fare a qualsiasi costo e non lo si può fare per ragioni commerciali. Se facciamo le cose, le facciamo bene. Sono disposto a parlare di tutto, ma se vogliamo trasformarla in una cavolata, in uno shopping mode non m’interessa minimamente”.

“C’è un aspetto molto nobile in Formula 1, al di là delle cavolate che si fanno in pista: è uno sport veramente diverso dagli altri e non possiamo commercializzarlo nel nulla. Se si arriva a questo ce ne andiamo: non ci interessa…”.

Come commenta le dichiarazioni di Bernie Ecclestone sugli “aiutini” che la Ferrari avrebbe ricevuto nel tempo?
“Credo che Bernie debba ringraziare la Ferrari per avergli dato l’opportunità di gestire la FOM e di aver fatto tanti di quei soldi che con l’assistenza nostra ha potuto diventare un miliardario. Gli faccio i complimenti personalmente e che Dio lo benedica”.

La Ferrari ha avuto un momento difficile, ma anche Vettel ha commesso degli errori in questa stagione: basti pensare a Baku con Hamilton e al via di Singapore…
"Sebastian è stato ed è un driver fenomenale, ma se non sapessi che è tedesco, direi che ha un atteggiamento molto simile a un ragazzo del sud, perché è molto emotivo. Credo che abbia imparato a contenere le sue emozioni".

Pare di sì, se si deve giudicare dalla pole di Città del Messico…
"Anche Max [Verstappen], che ha ancora molto da imparare, è rimasto rullato dalle prestazioni di Sebastian [in qualifica in Messico] e mostra che i campioni del mondo tali sono. E sono convinto che lui ne sia consapevole. L’importante è che la Ferrari riesca a dargli un’auto per riportarlo al titolo. La combinazione dei due sforzi comporterà una Ferrari vincente".

A Roma sbarca la Formula E e Agag ha fatto capire che vi aspetta…
“Non siamo ancora pronti. Cerchiamo di gestire l’impegno enorme che abbiamo in Formula 1: mettiamo le carte in regola lì e poi penseremo al resto”.

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