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Coletta: "25 mila spettatori al Mugello, un successo per le Finali Mondiali"

Anche senza il team di F.1, impegnata in Messico, gli appassionati del Cavallino non hanno perso l'occasione per vivere una giornata all'insegna della Ferrari. Antonello Coletta, capo di Corse Clienti, traccia un bilancio positivo dell'evento.

Sergio Marchionne, CEO FIAT

Sergio Marchionne, CEO FIAT

Ferrari

Sergio Marchionne, CEO FIAT
Ferrari group photo
F1 Ferrari show
F1 Ferrari show
Piero Lardi Ferrari, Ferrari Vice President and Sergio Marchionne, CEO FIAT
Race winner #360 Formula Racing Ferrari 488: Johnny Laursen
Bandiera Ferrari
Vetture Ferrari F1 di notte
Vetture del Ferrari Challange di notte
#92 Stratstone Ferrari Ferrari 488: Sam Smeeth, #27 Rossocorsa - Pellin Racing Ferrari 488: Alessandro Vezzoni
Ferrari GT cars
Ferrari F1 Corse Clienti
#107 Scuderia Corsa - Ferrari Silicon Valley Ferrari 488: Martin Fuentes
Ferrari F1 Corse Clienti
#11 Formula Racing Ferrari 488: Nicklas Nielsen
Vetture Ferrari F1 di notte
#433 Ferrari North America Ferrari 488: Michael Fassbender
Guido Schittone accanto a una monoposto Ferrari
Start Race 2 Ferrari European Challenge
Podium: #11 Formula Racing Ferrari 488: Nicklas Nielsen
Ferrari FXXK Evo
Il vincitore della gara #8 Octane 126 Ferrari 488: Fabio Leimer

Anche il presidente del Cavallino, Sergio Marchionne, ha avuto la chiara percezione che le Finali Mondiali Ferrari siano state un grande successo: “Visto dall’alto il Mugello era davvero straordinario: arrivando con l’elicottero ho visto che c’era molta gente. Mi hanno detto che c’erano 25 mila persone in autodromo e non è stato davvero male…”.

La 25esima edizione delle Finali Mondiali ha raccolto 40 mila persone nel weekend: un numero incredibile se si considera che per la prima volta l’evento di fine anno si è svolto senza la presenza della squadra di Formula 1, impegnata nel GP del Messico.

Antonello Coletta, direttore di Ferrari Corse Clienti e Competizioni GT, sorride perché la scommessa del marchio è stata vinta:
“I dati sono importanti: i numeri ci hanno dato delle grandi soddisfazioni perché è stata forse una delle Finali Mondiali più ricche di pubblico degli ultimi anni. La chiave vincente è stata che tutti i contenuti che erano presenti nel paddock sono piaciuti agli appassionati: hanno dato un valore all’evento e, soprattutto, hanno portato in pista la passione del tifoso Ferrari”.

“Detto questo è chiaro che se ci fosse stata anche la Formula 1 probabilmente avremmo avuto più persone. Però oggi sappiamo che tutto il mondo delle attività sportive GT hanno il loro peso e il loro valore”.

Come è nata l’idea di separare le Finali Mondiali dalla presenza della Scuderia con i piloti della Formula 1?
“In realtà la decisione è stata frutto di una conseguenza, più che di un’idea. Le domeniche a disposizione quelle sono e i calendari di oggi non ci consentono di fare le finali al termine della stagione, perché se decidessimo di farle in Italia il clima non sarebbe adatto a effettuare tutte le attività che abbiamo programmato e che erano molte. E così abbiamo scelto una data libera al Mugello in un periodo in cui il clima poteva essere clemente”.

“E’ chiaro che la speranza del prossimo anno è di scegliere una data che ci permetta di portare in nave tutte le vetture che devono arrivare dal Nord America e dall’Asia Pacifico dopo le ultime gare e non ci siano concomitanze con la Formula 1 e il WEC”.

Chi era al Mugello ha potuto gustarsi una rassegna di macchine da corsa in rappresentanza dei 70 anni della Ferrari con un colpo d’occhio irripetibile fra Formula 1, Sport e GT…
“Chi ha avuto la fortuna di essere nel paddock e ha potuto vedere le 70 vetture esposte nel capannone avrà avuto un brivido, perché avranno visto delle macchine che non erano importanti solo come modello di vettura, ma lo erano per la storia dei singoli telai. Si tratta delle macchine che abbiano visto in TV vincere delle gare con i campioni delle diverse epoche arrivando fino ai nostri giorni: chi ha avuto la possibilità di ammirare quei telai esposti tutti insieme ha vissuto un’emozione particolare. Colgo l’occasione per ringraziare i collezionisti che ci hanno dato la possibilità di esporle, perché solo poche vetture sono della Ferrari. È grazie alla loro passione e al loro orgoglio che è stato possibile allestire una mostra unica”.

Anche lo schieramento di partenza alla fine dello Show con 70 macchine ordinate in griglia dietro al presidente Sergio Marchionne hanno fatto un certo effetto…
“Credo che solo la Ferrari possa allestire uno spettacolo come questo. Siamo gli unici ad avere una piattaforma trasversale che nelle attività sportive spazia dai monomarca, ai clienti sulle Formula 1 e ai programmi speciali tipo le XX, alle competizioni GT per non dire del mondo delle classiche. Tutto quello che facciamo era rappresentato su quel rettilineo. A essere precisi mancavano solo i corsi pilota che però erano impegnati in un evento a Fiorano. Abbiamo dato una testimonianza di quanto la Ferrari si sia impegnata in questi anni e stia continuando a farlo per offrire ai suoi clienti sportivi delle piattaforme nelle quali possono divertirsi”.

Proprio domenica mattina c’è stato lancio ufficiale della FXX-K Evo e a quanto ci risulta poche ore dopo tutti gli esemplari erano già venduti…
“Si è vero, c’era una grande aspettativa sull’evoluzione della FXX-K. Proprio in occasione delle Finali Mondiali abbiamo presentato la EVO che è stata accolta con grande entusiasmo e fibrillazione. Sia le nuove vetture che i kit che serviranno ad aggiornare la vecchia versione sono stati venduti in un battere di ciglia”.

“Questa è la testimonianza di quanto funzioni questo programma che è attivo dal 2006 e che continua a marciare a pieno ritmo: al Mugello è stato possibile misurare quanti siano i clienti che partecipano a ogni evento che organizziamo per loro. È certamente la testimonianza di un grande successo”.

Non è mancato Lapo Elkann un po’ a sorpresa…
“E’ venuta a trovarci sabato. Ha fatto un giro da passeggero sulla FXX-K di un cliente che gli ha messo a disposizione la vettura che è stata guidata da un nostro istruttore”.

E qual è il bilancio del Challenge?
“Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti a convogliare al Mugello 107 vetture del Challenge oltre ad altre 60 macchine fra Formula 1 e Programma XX. Con 160 vetture in pista abbiamo vissuto la Finale Mondiale con più vetture sportive in pista. È un dato rilevante perché abbiamo battuto altri due record: dall’Asia Pacifico sono arrivate 31 vetture e dal Nord America 26. Questo vuole dire che l’appuntamento del Mugello è stato riconosciuto come un appuntamento da non perdere, mentre in passato non sono mancate le defezioni. Questa volta i piloti li abbiamo avuti quasi tutti e non possiamo che rallegrarci di questo risultato”.

È in partenza per la Cina per il penultimo appuntamento del WEC nel quale siete in testa alla classifica piloti e Costruttori. Cosa dobbiamo aspettarci da Shanghai?
“Questa è una stagione, che a esclusione della 24 Ore di Le Mans, ci ha visti sempre protagonisti: o abbiamo vinto, oppure eravamo in lotta per provarci. L’importante è guardare avanti per non perdere la concentrazione nel momento decisivo. È vero che abbiamo molti punti di vantaggio nella graduatoria Costruttori, ma i punti che vengono assegnati in gara sono parecchi per cui non possiamo distrarci. Fino ad oggi si è lavorato bene, con un forte spirito di gruppo che ci hanno permesso di raggiungere certi risultati importanti”.

Considerato che domenica è svanito il sogno del titolo di Formula 1, vi aspetta una grande responsabilità…
“Beh, la responsabilità è grande, però noi stiamo cercando di dare il nostro meglio da alcuni anni e più volte siamo riusciti a cogliere l’obiettivo finale. È chiaro che ci dispiace molto per la Formula 1 dove è stato fatto un ottimo lavoro, perché solo alcuni episodi non ci hanno permesso di lottare fino alla fine, ma credo che la Ferrari esca a testa alta da tutte le attività racing alle quali partecipa”.

Qual è la chiave per la quale la 488 GTE resta competitiva anche contro vetture che sono più recenti?
“La risposta è semplice: noi siamo molto più costanti nell’arco dei singoli stint rispetto ai nostri competitor. Abbiamo visto che in tutte le gare da metà turno di guida in poi riusciamo a mantenere lo stesso ritmo, mentre i nostri avversari registrano un degrado nelle loro prestazioni che in alcuni casi è arrivato a essere di un secondo al giro”.

“E’ su questo tema che abbiamo fatto la differenza, visto che sullo sviluppo della vettura non potevamo intervenire perché siamo praticamente blindati dalle regole di omologazione. Abbiamo cercato il migliore rendimento degli pneumatici, lavorando in cooperazione con i tecnici della Michelin nella fase invernale prima che le gomme venissero deliberate e, evidentemente, abbiamo preso la giusta linea di sviluppo”.

Come la squadra di F.1 anche voi usate molto il simulatore…
“Sì, riusciamo a preparare bene le gare. Non solo, ma dopo la corsa analizziamo tutti i dati che abbiamo portato a casa, perché è possibile affinare la raccolta delle informazioni e la qualità delle risposte, per cui lo strumento diventa sempre più di aiuto. Abbiamo trovato una buona correlazione dei dati fra la pista e il simulatore, per cui sta diventando sempre più strategico nel lavoro di messa a punto”.

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