Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Ultime notizie

Sergio Campana racconta il suo magnifico 2011

Il pilota modenese si racconta, tra semplicità e passione…

Appena sono salito sulla F60 ho pensato: questi son pazzi a farmela guidare…”. Così Sergio Campana, campione italiano della Formula 3 Italiana, con la simpatia e la semplicità di un ragazzo che corre per seguire la sua forte passione, ha aperto l’intervista concessa ad Omnicorse.it. Difficile non essere appassionati di motori se sulla carta di identità, alla voce luogo di nascita, è riportata una città dell’Emilia Romagna, poi se si è anche modenesi, il gioco è fatto! Sergio, 25 anni e un amore per le corse che si porta dietro da quando era bambino, dove il karting era poco più che un divertimento, ha ripercorso le tappe del campionato appena concluso che lo ha visto protagonista, passando per il test premio su quella Rossa, che fino a qualche anno fa era solo un sogno. Gli anni trascorsi nel motorsport ed il titolo, ormai metabolizzato, non hanno cambiato Sergio: il sorriso e quell’accento che trasmette passione, sono sempre gli stessi, così come la voglia di correre e di vincere. Il debutto in monoposto, dopo i buoni risultati fatti registrare nel kart, è avvenuto nel 2007 in Formula Renault Italy 2.0, serie che lo ha visto chiudere al quarto posto già nel 2008, stagione nella quale Sergio è stato impegnato anche in Formula Renault 2.0 Eurocup. Nel 2009 il modenese è approdato nel campionato Italiano Formula 3, mettendo a segno 3 vittorie, 1 pole position e 7 podi. Il risultato finale, nella stagione forse migliore (152 punti conquistati contro i 149 dello scorso anno), non gli ha però permesso di spingersi oltre il quarto posto finale. Poi, dopo un 2010 caratterizzato sempre dalla costanza e dalla lucidità di un pilota maturo, il meritato trionfo del 2011, portato a casa con sole due vittorie, ma con ben 8 podi. Dopo le prove in WSR e Auto GP, nelle quali si è dimostrato subito competitivo, Campana sta valutando le possibili alternative del 2012, con il pensiero volto alle ruote scoperte, il primo vero amore. Sergio, difficile non iniziare dal test effettuato sulla F60. Che emozioni hai provato a guidare una Formula 1 e soprattutto una Ferrari, per te che sei di Modena?E’ stata un’emozione fantastica! Provare una Formula 1 è già una bella soddisfazione, poi la vettura in questione era una Ferrari e per me che sono modenese è stata una sensazione indescrivibile. Quando sono andato a Maranello a fare il sedile e a conoscere i meccanici mi è sembrato di entrare in un’altra dimensione, calato in un contesto di storia e di corse che fino al giorno prima guardavo solo in tv. Ogni volta che tiravano fuori qualcosa, a partire da un semplice avviatore, leggevo sulle etichette i nomi di Schumacher, Raikkonen, Massa: sono piccole cose, che però ad un appassionato, prima che a un pilota, danno tanto in termini di emozioni. In pista il test è andato bene, di mattina ho avuto modo di capire come lavora un team di Formula 1 nei box. C’è un’organizzazione incredibile e un’attenzione al minimo dettaglio davvero spinta. Una volta salito in macchina, presa confidenza con tutti i numerosi comandi, mi ha subito impressionato la frenata: arrivi nelle curve a una velocità più alta rispetto alla Formula 3, ma hai la possibilità di frenare molto dopo, puntando già all’interno della curva. Il fatto di conoscere bene il tracciato di Vallelunga mi ha aiutato molto con le traiettorie, peccato solo che in inverno le giornate durino poco, avrei voluto girare molto di più, nonostante la buona mole di giri coperti…”[ride, NdR]. Come ti sei preparato al test?Fisicamente ho cercato di prepararmi al meglio, lavorando soprattutto sul collo perché sapevo che, sia in laterale che in longitudinale, è molto sollecitato. Ho spinto molto sull’allenamento fisco, non potevo permettermi un crollo durante il test, la Formula 1 non la provi tutti i giorni. Sono andato per un lungo periodo in palestra con il casco, al quale agganciavo i pesi per allenarmi; qualcuno pensava che avessi perso una scommessa, qualcun altro mi ha preso addirittura per matto”. Che clima hai trovato nel box della Ferrari?Un clima molto disteso. I meccanici mi hanno messo subito a mio agio, hanno lavorato sulla macchina, hanno cercato di capire le mie esigenze e la mia interpretazione delle gomme, che non erano quelle standard usate nei GP dalla Pirelli. Tutta la squadra mi ha aiutato e ha fatto in modo che il test avesse un senso e che non fosse solo un contentino per i vincitori del campionato. Inoltre erano molto contenti perché sono modenese, questo ha reso l’ambiente ancor più familiare”. Tutto l’ambiente del motorsport, giornali, tv, siti hanno parlato di questo evento. Come hai gestito la pressione?Un po’ di pressione c’è stata, era legata soprattutto al fatto di sapere di fare un’esperienza unica, difficilmente ripetibile nel corso della mia vita. Sono stato però distratto dalla prestazione: avere a disposizione una macchina da corsa e un cronometro ha fatto sì che mi sentissi quasi come le altre volte. Certo, ero ben conscio di essere al volante di una Formula 1 e di dover stare attento innanzitutto a non fare danni, ma quando abbassi la visiera del casco la ricerca del tempo sul giro, in qualche modo, prevale sempre”. A Vallelunga c’era anche Riccardo Patrese a seguirti…Sì, mi ha fatto molto piacere. Riccardo correva anni fa con mio padre, è un amico di famiglia che mi segue da sempre. Durante il campionato non ha frequentato gli autodromi, ma il test sulla F60 non voleva perderselo. Lo conosco da una vita, ma ogni volta che ci parlo ha un aneddoto nuovo da raccontarmi, ha una carriera molto lunga alle spalle. La sera prima del test abbiamo parlato dei suoi anni in Formula 1, quella più vera forse, e sentirlo parlare ha stemperato la tensione, che pian piano iniziava a salire. Poi, appena fuori dalla macchina, capiva meglio di me le sensazioni che gli spiegavo, è una persona particolare per me”. Non solo Formula 1, di recente hai provato anche la WSR. Come è andato il test?Il test è andato abbastanza bene. La Formula Renault 3.5, che ho provato grazie alla BVM Racing, è una vettura molto interessante. Ad Alcaniz le condizioni della pista non erano ideali, quindi l’importante per me era non fare errori ed evitare di sbattere. Ho cercato di imparare a gestire una macchina potente come la World Series, che ha un motore da 500 cavalli, freni in carbonio, effetto suolo e che non avevo mai guidato. Sono soddisfatto, anche se andava più piano della Ferrari…” [ride ancora, NdR] Dopo tre anni in Formula 3 Italia hai ottenuto il tuo obiettivo. Ora, avendo effettuato anche due test con l’Auto GP, che programmi hai per il prossimo futuro?Beh, i tre anni in Formula 3 sono stati un po’ particolari: quest’anno ho vinto il campionato, ma è stata anche la stagione dove ho collezionato meno vittorie. Secondo me l’anno in cui ero davvero più forte è il 2009, mi sentivo in simbiosi con la vettura, ma una serie di eventi (incidenti e griglia invertita) non mi ha permesso di vincere. Quest’anno sono stato molto costante e alla lunga questo mi ha premiato, ci tenevo molto. Per quanto riguarda il futuro ancora non so dove sarò impegnato nel 2012. I test in Auto GP sono andati bene, ma sto sfruttando questo periodo per capire, anche attraverso gli sponsor, quale sia il miglior compromesso tra campionati e budget. Siamo in una situazione economica difficile e spesso sono proprio i soldi, più che il talento, a farla da padrone. Ho sentito che forse Romain Grosjean, campione della GP2, l’anno prossimo non sarà in Formula 1 per problemi di budget e questo non è bello per chi come me sta cercando di intraprendere una carriera nel motorsport. La monoposto ovviamente è l’obiettivo principale, ma non posso non buttare un occhio anche alle ruote coperte… Staremo a vedere!”. Sergio, per chiudere, una nota di colore. Prima delle gare e quando sei in macchina hai qualche rito portafortuna?Ho la mania di non mettere mai nulla di nuovo, a partire dagli oggetti più irrilevanti. A Monza, ultimo appuntamento del campionato, avevo l’ultima lente un po’ graffiata e con il sole mi dava fastidio. Stavo per cambiarla prima di Gara 2, ma poi ci ho pensato e mi sono detto che piuttosto avrei girato senza. Forse mi ha portato bene”.

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Ufficializzato il calendario della stagione 2012
Articolo successivo L'Alfa Romeo nelle corse riparte dalla F.3 italiana?

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera