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L'Alfa Romeo nelle corse riparte dalla F.3 italiana?

La Casa del Biscione vuole prendere il posto di FTP Racing che chiude. Cosa blocca il rientro?

L'Alfa Romeo è uscita dal mondo delle corse nel 2007. Manca dalla scena agonistica da sei anni. Eppure il Biscione vanta una tradizione sportiva incommensurabile. Basti ricordare che il primo mondiale di Formula 1 nel 1950 è stato firmato da Nino Farina con l'imbattibile Alfa Romeo 158. Non è stato il primo titolo importante perché a livello storico è giusto affondare i ricordi al Campionato Mondiale conseguito già nel 1925 con la P2 che valse la corona di alloro intorno al marchio dell'epoca. La Casa di Arese ha sempre fatto man bassa di vittorie in tutte le categorie: è diventata la regina delle corse turismo, ma si è distinta nelle GT, negli Sport Prototipi, nelle Formule addestrative ed è apparsa nuovamente anche in F.1, F. Indy come nei rally. È stata la mamma di Enzo Ferrari e della squadra corse Ferrari. Il “cuore sportivo” è stato per anni lo slogan che ha caratterizzato la Casa: gli ultimi successi sono stati segnati dall'epopea della 156 che ha avuto una incredibile longevità agonistica. Poi il nulla. Le voci sempre più accreditate di una possibile cessione per dare fiato alle casse della Fiat e, comunque, la volontà nello scacchiere industriale di Sergio Marchione di ridisegnare la collocazione del marchio ripudiando la storia, le corse. Il Gruppo Fiat si è sentito rappresentato dalla Ferrari in F.1 e dall'Abarth nelle attività sportive propedeutiche (Trofei Cinquecento, F. Aci Csai) e nei rally con la Grande Punto S2000. E proprio alla presentazione della 150 Italia a Maranello, Sergio Marchionne aveva lanciato il 28 gennaio scorso un messaggio sibillino, lasciando intendere che l'Alfa Romeo sarebbe tornata alle competizioni. Certo c'erano altre priorità: portare a termine il piano di salvataggio di Fiat-Chrysler e collocarsi nel mercato mondiale dell'auto come un player credibile, ridando impulso anche all'Alfa Romeo. Marchionne vorrebbe una presenza nelle corse importante, ma non è facile ripartire da zero. E, allora, ha più senso riavviare una politica dei piccoli passi, senza clamori. La voglia di rimettere in... moto c'è compatibilmente con le ridotte risorse a disposizione. Alla fine dell'anno scompare FPT Racing, il reparto corse di Fiat Powertrain Technologies, la divisione che raggruppa tutte le attività relative ai motopropulsori e alle trasmissioni del Gruppo Fiat, a cui erano state deputate la preparazione e la gestione dei motori di Formula 3 e Formula Abarth. Harald Wester, tedesco di 52 anni, presidente di Alfa Romeo, è un appassionato di corse e avrebbe lanciato l'idea di rilanciare un nuovo reparto corse, riportando in vita magari la mitica Autodelta. Con l'uscita di FPT Racing dallo scacchiere tricolore, sarebbe facile riportare in auge proprio il marchio del Biscione, rinominando proprio i quattro cilindri della Formula 3. Sarebbe un'operazione a costo zero che permetterebbe all'Alfa di valutare qual è l'impatto di un ritorno agonistico. Un esperimento da alimentare che potrebbe far tornare la voglia al Gruppo Fiat di essere più presente nelle competizioni e non solo con il marchio Abarth che è considerato troppo marginale, troppo di nicchia nella politica dei numeri di mercato. Ricordiamo che i quattro cilindri Alfa Romeo – Novamotor hanno segnato un'epoca ruggente della Formula 3 internazionale portando alla ribalta gran parte dei piloti che poi sono arrivati al mondo dei Gran Premi di F.1. Un'epopea di successi contro i competitori dell'epoca Toyota, Vw, Opel e poi Honda e Renault. Oggi il mercato della terza serie è in mano a Mercedes e Volkswagen con la FPT che gioca in casa nel Campionato Italiano. Il ritorno dell'Alfa Romeo darebbe certamente un impulso importante alla notorietà della categoria. Siamo a dicembre a tutto tace. Di solito gli annunci venivano fatti in occasione del Motor Show di Bologna, dove il Gruppo Fiat è presente in forze con tutti i marchi esposti. Si dice che ci siano divergenze fra l'Aci Sport, il promotore dei campionati italiani, e il Biscione. Differenze di natura economica. Gli uomini dell'Aci Sport sarebbero allettati dall'arrivo di una Casa ufficiale e vorrebbero un supporto più succulento rispetto a quello ottenuto da FTP nel 2011. Per contro a Torino lasciano intendere che, visto il grave momento di crisi con l'Italia proiettata verso una recessione economica, non ha alcun senso alzare l'asticella dei costi. In questo momento così difficile non è proprio il caso di dividersi: del resto la F.3 non ha alcuna possibilità di legare il proprio nome ad un altro marchio, visto che manterrà i motori quattro cilindri FPT (Raffaele Gianmaria sarà a Valencia alla conclusione dei test collettivi per provare e deliberare il motore 2012 accreditato di una potenza di circa 20 cavalli in più). Sarebbe gravemente colpevole disincetivare un... risveglio dell'Alfa Romeo. Stando ai rumors, vla Casa del Biscione non sarebbe propensa ad entrare con un grosso investimento in F.3, ma potrebbe trovare le risorse per supportare il Campionato Italiano e la serie Europea con altre iniziative a sostegno dell'attività. Non si capisce se ci sia la solita ingordigia dell'Aci Sport o il “ricatto” di chi, sapendo di avere il coltello per il manico, prova a rientrare nelle competizioni con un'operazione low cost. Un fatto è certo: per le corse italiane sarebbe una grave sconfitta far scappare di nuovo il Costruttore nazionale quando manifesta la voglia, seppur sommessa, di rimetterci la faccia...

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