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Massa: "Più dura a inizio 2012 che dopo l'incidente"

Il brasiliano però è convinto di essersi messo alle spalle le difficoltà e guarda al 2013 con grande ottimismo

Massa:
Questa mattina è toccato a Felipe Massa "aprire" il palazzetto dei congressi di Madonna di Campiglio con la prima conferenza stampa di giornata del Wrooom 2013. Il brasiliano ha parlato delle grandi difficoltà incontrate nella parte iniziale del 2012, raccontando come ha fatto ad uscirne ed è parso piuttosto convinto di essersi messo definitivamente alle spalle questo periodo nero. Dunque, per il 2013 le aspettative sono di ricominciare da dove aveva lasciato, ovvero sullo stesso livello di competitivià di Fernando Alonso. "Sicuramente non sono solo i tifosi a volere questo. Io sono il primo a sperare in un campionato competitivo. Dobbiamo prendere quello che abbiamo fatto nella seconda parte dell'anno scorso un po' come una sorta di allenamento in vista di quest'anno. Voglio essere competitivo dall'inizio alla fine, tornare a vincere e lottare per il campionato. E' una cosa che ho già fatto in passato e non credo di essermi dimenticato come si fa. So che è importante che sia tutto al meglio: non solo la macchina ed il lavoro di squadra, ma anche la mentalità giusta per essere forte e non avere niente intorno che ti possa dare fastidio. Ora penso di essere in un buon momento da questo punto di vista e questo è molto importante" ha detto infatti il ferrarista. Felipe poi ha spiegato che è vero che a Maranello hanno lavorato per rendere la F2012 più adatta alle sue caratteristiche (e che stanno facendo la stessa cosa con la nuova monoposto), ma che la svolta è arrivata soprattutto dentro di lui, a livello mentale: "Si, sicuramente la squadra sta lavorando molto per continuare a migliorare la vettura, che mi possa piacere anche a livello di stile di guida. Ma la macchina non è cambiata tantissimo tra prima e dopo agosto, c'è stato soprattutto un cambiamento da parte mia. Anche prima di agosto ci sono state alcune gare in cui sembrava che potessi avere il potenziale per fare bene, ma poi non riuscivamo a mettere insieme tutto e quindi mancava il risultato. Dopo la pausa invece sono riuscito a trovare il giusto insieme di tutto e questo è quello che devo provare a rifare quest'anno. E' ovvio che è importante avere una macchina che mi piaccia da guidare, ma è fondamentale che anche io riesca ad approcciarmi alle gare come ho già fatto anche nella seconda parte della stagione". Concetto che poi ha approfondito ulteriormente, dicendo quanto sia stato fondamentale ritrovare la fiducia nelle proprie capacità: "Ad essere onesto non è che abbiamo cambiato radicalmente la direzione della vettura, il cambiamento è arrivato soprattutto nella mia testa, a livello mentale. Sicuramente la monoposto è migliorata gara dopo gara, anche se forse avremmo voluto fare anche meglio. Però credo di essere migliorato molto anche io. Ho capito meglio me stesso e ho ricominciato a credere che potevo farcela a risalire, anche se il 90% delle persone non la pensavano così. Non penso che un pilota possa essere capace un giorno e poi dimenticarsi come si fa ad andare forte quello successivo. Bisogna credere in quello che si fa ed io ho creduto in me stesso. Io so che posso essere un pilota vincente, come ho fatto per quasi tutta la mia carriera. Capire me stesso mi ha portato a cambiare il mio modo di lavorare e di approcciarmi alle cose, permettendomi di ripropormi in maniera più forte". Il brasiliano non crede che il rinnovo del contratto con la Ferrari abbia inciso più di tanto nella sua risalita: "Beh la mia autostima è aumentata prima della firma del contratto, quindi non credo che le due cose siano legate tra loro. Dopo agosto tutti pensavano che non sarei rimasto alla Ferrari, perchè la prima parte di campionato era andata male e anche io iniziavo a pensare che non sarei stato qui adesso. Dopo aver visto come è iniziata la seconda parte della stagione però ho capito che le cose potevano ancora cambiare e che sarei potuto rimanere alla Ferrari". Per capire quanto sia stato difficile per lui affrontare la prima parte del 2012, bisogna leggere la risposta data quando gli è stato chiesto un confronto con il ritorno dopo l'incidente. La risposta è quasi sorprendente: "Sono stati entrambi dei momenti molto difficili per la mia carriera. Dell'incidente non mi ricordo praticamente niente, ricordo solo che mi ha costretto a rimanere tanto tempo a casa. Forse l'anno scorso è stata una situazione addirittura più dura da affrontare". Ieri Stefano Domenicali aveva detto di non volere una squadra con due numeri 1. Tra le righe, dunque, aveva fatto capire di non ritenere Felip e tale. Il brasiliano comunque l'ha presa molto con filosofia ed onesta: "Lo scorso anno è vero che non ero un numero uno, ma semplicemente perchè ero troppo lontano dalla vetta del campionato. Se all'inizio della stagione sei competitivo ed entre nella seconda parte in lotta per il titolo, allora puoi stare certo che la squadra farà del suo meglio per aiutarti. E' chiaro poi che molte cose cambiano di anno in anno, perchè non si può mai sapere cosa succederà. Ora l'unica cosa che posso fare e cercare di rimanere concentrato dall'inizio alla fine dell'anno e sono sicuro che se riuscirò a farlo la squadra mi sosterrà". Quando poi gli è stato chiesto se pensa di partire alla pari con lo spagnolo nelle gerarchie della squadra, è stato piuttosto categorico: "Non riesco ad immaginare una squadra che non voglia un pilota competitivo per aiutare l'altro. Se questo succede credo che ci sia un problema serio, perchè per vincere un Mondiale Costruttori, che forse è quello che interessa di più alla squadra, servono due macchine. Non avrebbe senso avere una macchina competitiva ed una no per evitare che i piloti si diano fastidio. Alla fine è vero che ci sono tre spagnoli in squadra ora, ma uno (Marc Gené, ndr) c'era già prima che arrivasse Fernando e de la Rosa arriva per un lavoro specifico, per aiutarci a migliorare il simulatore. Alla stampa piace dire queste cose, ma non è un discorso che dipende da Fernando: si tratta solo di sviluppare la squadra in ogni direzione". Anzi, se le parti dovessero invertirsi, è convinto che Fernando non avrà problemi ad aiutarlo: "Se sarò messo meglio di lui in campionato e ci sarà una differenza importante di punti, non vedo perchè dovrebbe avere dei problemi ad aiutarmi. Io l'ho fatto per lui in questi anni, poi era già successo anche con Raikkonen: io prima ho aiutato lui nel 2007 e Kimi ha ricambiato nel 2008. L'importante è iniziare bene il campionato ed essere in condizione di lottare. A quel punto è normale avere tutta la squadra pronta ad aiutarti. Sono sicuro che alla Ferrari le cose funzionano così". Anche perchè il rapporto con il compagno di squadra è sempre molto buono: "Sicuramente avere una buona sintonia aiuta tanto in qualsiasi lavoro, perchè non andare d'accordo con i colleghi può creare problemi in qualsiasi ambito. Ho sempre avuto un buon rapporto con Fernando, ma è chiaro che poi con il passare del tempo ci si conosce meglio e può sempre migliorare". Massa poi è stato chiamato a commentare le schermaglie mediatiche tra Fernando Alonso e Sebastian Vettel che hanno animato la parte conclusiva della stagione: "Alla fine è stata una bella lotta per il campionato. A volte queste schermaglie non nascono neanche tanto dai piloti, ma dalla gente che vuole creare qualche polemica tra quelli che lottano per il Mondiale. Non penso che sia stata una situazione troppo diversa dal solito: è normale che due piloti che lottano in pista, lo possano fare anche fuori". E secondo lui vanno messi entrambi sullo stesso piano per quello che hanno dimostrato nel 2012, anche se alla fine può vincere uno solo: "Penso che Fernando abbia fatto un campionato fantastico, soprattutto considerando che non avevamo la macchina migliore in qualifica, anche se poi in gara andava sempre un po' meglio. Ha vissuto un'ottima stagione ed ha chiuso praticamente con gli stessi punti di Sebastian, che invece aveva una monoposto molto veloce dall'inizio alla fine dell'anno, specialmente nelle ultime sei-sette gare nelle quali erano velocissimi. Ma anche Sebastian è stato molto forte, quindi direi che entrambi hanno fatto un campionato perfetto nella loro lotta". Parlando ancora di Alonso, non ha avuto problemi a definirlo come il compagno di squadra più difficile da battere avuto in carriera: "Se guardiamo ai numeri, sicuramente Fernando è stato il compagno di squadra più difficile da affrontare. Ma anche Raikkonen e Schumacher sono stati molto forti. Sono stati tutti e tre molto veloci, ma con Fernando ho sofferto particolarmente. Spero solo che non sarà più così in futuro". Per quanto riguarda gli avversari più temibili in vista del 2013, i nomi sono sempre i soliti, Red Bull e McLaren: "Quest'anno possono cambiare molte cose, anche se le regole non saranno così diverse rispetto al 2012, quindi mi aspetto di vedere una Red Bull ed una McLaren molto forti, proprio come hanno finito il campionato. Mi auguro però che anche noi ci potremo presentare ad altissimo livello con una vettura veloce dall'inizio fino alla fine della stagione. Io credo molto nella squadra e quindi spero che potremo essere lì a lottare con loro, che saranno sicuramente veloci". L'ottimismo per l'arrivo della nuova monoposto non manca, ma bisognerà aspettare di andare in pista per dare un giudizio: "Per il momento è difficile da dire. Dobbiamo andare in pista e guidare per la prima volta la macchina nuova. Io comunque confido molto nel potenziale della squadra e sono convinto che possiamo tornare ad essere il team che siamo stati tante volte in passato. Abbiamo capito quale deve essere la direzione in cui lavorare per sviluppare la monoposto, ma per ora possiamo vedere solo i numeri. Per capire una vettura però un pilota ha bisogna di guidarla e sentire che sensazioni dà". Per stabilire delle gerarchie in vista delle prime gare, bisognerà invece attendere almeno un paio di sessioni di test: "E' chiaro che quando si guida la macchina e si comincia a fare un confronto con quelle della concorrenza si può cominciare a farsi un'idea. Magari ultimamente è più difficile, perchè anche l'anno scorso abbiamo visto la situazione cambiare radicalmente di gara in gara: anche la Red Bull ha faticato ad un certo punto, poi improvvisamente ha trovato la via giusta, così come la McLaren. Detto questo, quando si inizia a fare un confronto con le altre vetture, allora pouoi cominciare a farti un'idea del potenziale della tua. Solitamente questo non avviene tanto al primo test della stagione, quanto al secondo, che spesso permette di avere buone indicazioni su come andrà la prima corsa. In passato però ci è capitato anche di non essere veloci nei test e poi di essere invece molto competitivi alla prima gara. Dunque, ci si può fare un'idea, ma con tutte le incertezze del caso". Anche se oggi si parla molto di aerodinamica, strategia e gomme, Felipe non vede molte differenze con la Formula 1 del passato: "Non credo che la Formula 1 del passato fosse molto diversa e che dipendesse maggiormente dalla bravura dei piloti. Mi ricordo bene dei tempi di Senna: lui faceva la pole dando un 1" al secondo, ma non dipendeva tutto dal pilota, aveva anche una macchina fortissima. Abbiamo visto l'anno scorso una differenza molto piccola tra tantissime squadre, soprattutto nella prima metà del campionato, nella quale abbiamo visto tanti vincitori diversi ed una Formula 1 molto competitiva. E' ovvio poi che ci sono delle differenze rispetto al passato: oggi l'aerodinamica è fondamentale, quindi anche il modo di guidare è diverso perchè c'è più grip e si guida meno di traverso. Però il nostro mondo è così e ogni anno ci sono delle cose nuove a cui adattarsi, come ad esempio le gomme o il DRS: questa è la Formula 1 di oggi". E infatti la voglia di continuare è ancora tanta, anche se non si è voluto sbilanciare su quanti anni potrà ancora durare: "Io spero di continuare ancora per molti anni, anche se non mi vedo ancora a correre a 43 anni come Schumacher, ma spero che questo mio fuoco interiore possa continuare a bruciare ancora per diverse stagioni, anche se in questo momento non posso dire per quante. L'importante comunque è che dentro di me ci siano ancora questa passione e questa voglia". Infine, una battuta sul rapporto con i tifosi brasiliani, visto che quest'anno sarà l'unico pilota a provare a portare in alto i colori del suo paese nel Circus: "Non è una questione di gestire il paese, credo che sia anche il paese che debba farmi sentire il suo supporto, perchè io sono qui per provare a portare la nostra bandiera in cima al gradino più alto del podio in ogni gara. Non vedo un problema nell'essere l'unico brasiliano. La cosa importante è fare un buon lavoro con la squadra e dare il massimo in pista. A parte questo è importante anche avere un paese che mi vuole bene e che sta dalla mia parte, ma questo penso di averlo. Perchè se tu sei lì a fare il tuo lavoro e la gente non fa il tifo per te, allora può essere un po' più difficile rendere al meglio. Ma in Brasile quando sono salito sul podio ho sentito l'affetto del mio pubblico e per questo voglio fare il massimo per il mio paese".

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