Wolff fa il... pianto del coccodrillo, eppure le Ferrari in Cina sono di nuovo lontane
Il direttore di Mercedes Motorsport risalta che la Ferrari ha una maggiore velocità di punta, mentre la freccia d'argento dispone del migliore telaio che è servito a conquistare la pole. Vettel, invece, è deluso perché non è riuscito a preparare le gomme per l'ultimo run della Q3.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Se la squadra che ha ottenuto una doppietta nelle prime due gare del Mondiale monopolizza la prima fila al termine della terza qualifica stagionale, non si può certo parlare di un verdetto a sorpresa. Anzi, tutto sembra andare nella direzione che dicono i numeri, giudici insindacabili in tutti gli sport.
A far percepire questo verdetto come non del tutto previsto hanno contribuito due elementi: la prima fila conquistata dalla Ferrari due settimane fa in Bahrain, e il messaggio fatto passare da Toto Wolff e i suoi piloti alla vigilia del weekend cinese: “...la Ferrari è temibilissima, la loro velocità di punta impressionante e in Bahrain sono stati superiori”.
Sarà anche così, ma la classifica dice altro. Terminate le qualifiche di Shanghai è stato Wolff che ha spiegato il suo punto di vista:
“Chiariamo. Quando leggo certi media sembra che ci stiamo lamentando della mancanza di velocità sui rettilinei, e non è ciò che intendo. Una Formula 1 è un pacchetto formato da motore e telaio, e bisogna lavorare bene su entrambe le aree perché la velocità sarà un compromesso tra potenza e resistenza all’avanzamento. Quello che abbiamo visto sui nostri dati è che perdiamo (rispetto alla Ferrari) tre decimi e mezzo in rettilineo, ma recuperiamo molto bene nelle curve ed in generale nei tratti guidati. Ed è qui che abbiamo fatto la differenza”.
La power unit Mercedes versione 2019 ha un rigido manuale di utilizzo, ovvero non sono concessi più di due giri al massimo della potenza per weekend, e sono ovviamente i due run che i piloti completano sabato nella sessione Q3. In tutte le altre situazioni del fine settimana, è vietato ricorrere alla massima potenza.
“L’impressione che abbiamo è che la Ferrari abbia la possibilità di spingere il motore di più durante tutto il weekend – ha confermato Wolff – o almeno, lo possono utilizzare in modo più aggressivo di noi. La calibrazione della nostra power unit è sicuramente differente”.
A sentire parlare Wolff & C. sembra quasi che la Mercedes sia in versione cacciatore, quando in realtà in questo momento è una volpe, e neanche tanto stressata. È comunque un dato di fatto che la Ferrari, seppur incapace di accedere alla prima fila, abbia ottenuto performance di riferimento sul lungo rettilineo cinese, che in Mercedes giudicano per un terzo legata al minor drag, e per la restante parte alla power unit. La pista di Shanghai, purtroppo per la Ferrari, non ha lo stesso layout dello storico Avus, circuito con due curve e altrettanti lunghi rettilinei, in Cina c’è una parte guidata, ed è lì che Hamilton e Bottas hanno fatto la differenza.
Domani la gara ci confermerà se la Ferrari ha sofferto particolarmente le qualifiche o se la SF90 in versione cinese dovrà rassegnarsi al ruolo di seconda forza.
Nel tardo pomeriggio di Shanghai è emerso che il “potevamo farcela” di Vettel è stato motivato dal disappunto per non aver potuto preparare al meglio il giro di lancio. Seb è stato uno dei piloti chiamato ad accelerare in extremis quando negli ultimi secondi della Q3 il muretto-box ha colto il rischio di non transitare in tempo sotto la bandiera a scacchi.
Vettel ha accelerato di colpo superando Verstappen e riuscendo (a differenza dell’olandese) a sfilare in tempo sul traguardo, ma in effetti non è stato il miglior giro di preparazione. La gomma soft non è entrata nella solita finestra di utilizzo, e Sebastian ha giudicato questo aspetto come il motivo che non gli ha permesso di scendere di altri tre decimi. Forse una valutazione eccessiva, detta a caldo subito dopo aver tagliato il traguardo, ma è realistico credere che in condizioni ideali il margine che ha separato Seb dal tandem Mercedes avrebbe potuto essere più ridotto.
Una conferma che indirettamente è arrivata da Leclerc, il quale dopo un weekend molto sofferto è riuscito a completare un’ottima qualifica (17 millesimi il suo divario da Vettel) ma non senza il disappunto finale urlato via radio dopo essere passato sul traguardo: “Mer… ho sbagliato! Andiamo Charles, mer… Non è andata bene, ed è stata colpa mia. La macchina era buona, potevo far meglio”.
Secondo Leclerc sono stati due i decimi persi alla curva 14, un margine che comunque non gli avrebbe consentito l’accesso alla prima fila.
“Oggi la nostra qualifica non è stata perfetta – ha commentato Mattia Binotto - e questo in un campionato con valori così ravvicinati può fare la differenza. Devo però dire che proprio per l’alto livello di competitività non deve stupire il fatto che chi è davanti in una gara si possa ritrovare a inseguire nella successiva. Abbiamo comunque imparato a nostre spese in Bahrain che la gara non si vince al sabato e credo che quello di domani sarà un Gran Premio molto combattuto nel quale contiamo di potercela giocare fino in fondo”.
Binotto, e con lui tutto il box Ferrari, crede di potere dire la sua nei 56 giri in programma domani. Le temperature più basse (annunciate da un meteo da prendere con le pinze) potrebbero venire incontro a Bottas e Leclerc, così come una strategia di gara che non sembra così scontata.
Ma sarà comunque una gara da iniziare in salita, e non si preannuncia per nulla semplice il piano per sopravanzare le due Mercedes, anche perché con un Bottas tornato in formato Melbourne (poleman e favorito alla vittoria) saranno due gli avversari diretti con cui doversela giocare.
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