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Whiting pone la questione giuridica e vince la partita dei track limit

La voglia di cambiamento portata avanti da Horner, Arrivabene e Wolff sui track limit si è spenta di fronte alla regole: in caso di incidente la responsabilità sarebbe caduta su Whiting per una decisione non sua. Ecco perché per ora non si cambia

Charlie Whiting e Bernie Ecclestone nel paddock di Hockenheim

Foto di: Franco Nugnes

Charlie Whiting, Delegato FIA in una conferenza stampa FIA
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR11
Christian Horner, Red Bull Racing, Sporting Director
Bernie Ecclestone
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-16 va largo
(Da sx a dx): Bernie Ecclestone, con Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari
Toto Wolff, Azionista e Direttore Esecutivo Mercedes AMG F1

E' una questione di responsabilità. E di regolamento. Charlie Whiting ha vinto il braccio di ferro con i team principal dei top team, dopo che Toto Wolff, Maurizio Arrivabene e Christian Horner erano andati direttamente da Bernie Ecclestone per manifestare il loro dissenso sull'applicazione rigorosa dei track limit ventiquattro ore dopo che lo Strategy Group aveva discusso un allentamento dei controlli per favorire lo spettacolo.

Lo stesso Mister E quando ha accolto i tre top manager ha lasciato intendere che anche lui aveva sentito la stessa campana, per cui una volta congedati Arrivabene, Wolff e Horner, ha preso sotto braccio Charlie Whiting e lo ha accompagnato al briefing dei piloti, dove il team sarebbe stato dibattuto in vista delle qualifiche di domani e della gara di domenica.

Tutta la polemica monta solo sulla Curva 1, l'unica nella quale se si allarga la traiettoria si può migliorare la propria prestazione, dovendo usare un minore angolo di sterzo e potendo aprire il gas con un po' di anticipo. La prima curva è quella che completa il tratto del Motodrom, l'anfiteatro dove si assiepa il pubblico tedesco. L'idea dei team principal era di offrire agli appassionati germanici un appuntamento libero da vincoli (avendo a disposizione adeguate via di fuga) in modo da lasciare i piloti agire secondo il proprio istinto (andare troppo spesso oltre la linea bianca significa anche stressare di più le gomme).

E, invece, Charlie Whiting nella camminata lungo il paddock deve aver spiegato pacatamente a Bernie Ecclestone che lui in quanto direttore di gara era anche disponibile ad accettare una variazione del regolamento, ma che ci sarebbe voluto che qualcuno di prendesse la responsabilità se mai avesse dovuto succedere qualcosa.

Insomma, il direttore di gara della Formula 1 non voleva assumersi la responsabilità per scelte che erano state avvallate da altri. Ragione per cui domani resterà tutto come è sempre stato: con le segnalazioni dei commissari di percorso alla direzione gara di tutti i piloti che con le quattro ruote andranno oltre la linea bianca che delimita la pista.

E scatterà, quindi, un provvedimento punitivo alla quarta infrazione. La ventata di cambiamento che ha  innescato la Strategy Group di Ginevra si è già affievolita di fronte agli aspetti giuridici più che tecnici o sportivi. Charlie Whiting, quindi, ha fatto valere la legge.

Di fronte a queste motivazioni i "tre tenori" del Circus hanno fatto, giustamente, un passo indietro. Anche perché le cicatrici che ha lasciato la morte di Jules Bianchi non si sono ancora rimarginate in un ambiente che di solito dimentica in fretta.

Ma l'inglese ha già capito che quello sui track limit è il primo capitolo di un attacco che è solo alle battute iniziali. Charlie chiude la giornata mettendo la palla al centro dopo aver segnato un bel uno a zero. Ma la partita è appena iniziata...

 

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