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Liuzzi: "Non mi ritengo un pilota inferiore a Vettel!"

L'italiano conta di correre con la HRT e analizza con sincerità e coraggio il mondo dei Gp

Liuzzi:
Vivere appesi ad un filo. Vitantonio Liuzzi ha imparato a trascorrere gli inverni in sospeso, avendo un contratto firmato in tasca, ma senza la certezza di avere una monoposto per iniziare il mondiale di F.1. È successo alla Force India e si ripete alla HRT. Uno strano destino per un pilota che ha un solo difetto: non ha la valigia piena di dollari. È un professionista che è nel Circus dal 2005. C'era entrato come ultimo campione della Formula 3000: 80 Gp cominciano ad essere un pedigree di tutto rispetto per un pilota che è in credito con la F.1. Non ha mai avuto una monoposto competitiva per giocare il ruolo del protagonista, ma ha imparato a trarre il massimo da quello che è stato messo a disposizione, senza mai una lamentela, una parola fuori posto. L'ideale per una squadra piccola. Ha un contratto con l'HRT anche per il 2012. Perché si dà per scontato che sia fuori dalla Formula 1 nel prossimo mondiale? “No, non date tutto per scontato. Il fatto che è che le piccole squadre hanno bisogno di fondi e la HRT rientra fra queste. Stanno cercando le risorse per portare avanti il team e siccome io non sono un pilota con la valigia come il settanta per cento dei piloti che sono arrivati in Formula 1, si fa fatica e parlando con il team ci siamo seduti al tavolino per vagliare le varie opzioni. Loro mi vogliono tenere come pilota ma è necessario trovare il budget. Stanno lavorando e io conto di essere parte della squadra. Le cose cambiano in fretta nel Circus, mi è già capitato in Force India una situazione simile e non è detto che non si ripeta anche qui”. Che senso ha firmare degli accordi di lunga durata se poi sono carta straccia? “Da quando la F.1 non ha più le Case costruttrici impegnate direttamente, sono un po' venute meno le Case che non si sarebbero mai permesse certi comportamenti. Del resto sono problemi che non riguardano nemmeno i top team. La F.1 è diventata più uno show con dei privati che vengono nei Gp per gestire il loro divertimento, o meglio il loro investimento, come si dice adesso. E succedono queste cose: bisogna tenerne conto e andare avanti”. La HRT ha cambiato proprietà e gestione in questi mesi. Quali sono state le motivazioni? “Credo siano economiche, non sono entrato nella questione. I Carabante mi avevano legato con un contratto di lunga durata. Ora c'è un'esigenza di dare una maggiore riconoscibilità spagnola del team: la nuova sede e un pilota sono iberici, è chiara la volontà di andare a cercare degli sponsor locali, ma sento anche la fiducia di Thesan Capital. Credetemi, è solo questione di soldi!”. Si dice che mezza macchina venga realizzata in Germania e mezza in Gran Bretagna: si può pensare di fare la F.1 con questa organizzazione? “Il problema è sempre quello dei costi, si torna a quello che si diceva prima. Anche se si vuole fare vedere che si cerca di risparmiare, i budget per essere competitivi sono ancora stellari. Certo, molto più limitati rispetto alle scorse stagioni, ma un team come il nostro ha solo un piccolo budget e si fa con quello che si può. Per come è stata progettata la macchina, se tutto andrà come dovrebbe, non dico che si possa arrivare in zona punti, ma certamente realizzare un grosso passo in avanti nella griglia, avvicinandoci alla Caterham e agli altri team. Ora nel Circus ci sono tre tipologie di squadre: chi corre per vincere, chi cerca di conquistare dei punti e chi, infine, per stare in F.1”. Stando alle voci si parla di un possibile reintegro di Colin Kolles perché l'organizzazione spagnola è in grande ritardo, tanto che è difficile pensare che la macchina nuova possa andare in pista prima del Gp d'Australia se non riceverà degli aiuti... “Non ho sentito niente di tutto questo. So che stanno lavorando contro il tempo tanto in Spagna, che in Germania e Gran Bretagna. Riguardo a Colin, lo considero una persona che nel team ha fatto molto bene perché con un budget non da F.1 è riuscito a tenere in piedi la squadra, facendogli fare cose discrete. Siamo riusciti ad arrivare davanti alla Virgin e a livello di campionato abbiamo ottenuto gli stesso risultati del team Lotus con la metà del budget. È vero che non siamo mai inquadrati dalle telecamere della televisione per cui sono diversi quelli che si domandano perché si corre, ma c'è anche un campionato che si combatte fra le nuove squadre nelle retrovie e in questo ambito Kolles ha fatto un buon lavoro”. I piloti con la valigia sono solo un effetto della crisi economica in atto? “Credo che conti la crisi ma anche il fatto che ci sono delle grosse differenze di competitività fra le macchine per cui è più facile nascondere la mancanza di talento di alcuni piloti. Ce ne sono certi che arrivano senza aver mai vinto un campionato nella categorie addestrative o senza mai essere saliti su podio nei due anni precedenti all'ingresso nel Circus. La F.1 dovrebbe essere la crema del motorsport e ci dovrebbe essere una selezione naturale, ma vedo che non è così. Diciamo che è per la crisi mondiale visto che l'aspetto economico può fare la differenza”. Veniamo ai temi tecnici del 2012 che saranno scarichi soffianti in fase di rilascio e correttore di assetto in stile Lotus Renault. Cosa ci dobbiamo aspettare? “Sarà molto interessante. Scopriremo chi aveva lavorato bene sul tema degli scarichi nel 2011, perché ho sentito cose fuori dal mondo sui vantaggi che quella soluzione era in grado di dare l'anno scorso alle monoposto più competitive. Penso che la griglia si possa ricompattare un po' avendo vietato gli scarichi soffianti nei diffusori, ma dico anche che ogni anno c'è chi trova un nuovo filone di sviluppo per evolvere le prestazioni delle macchine. Noi all'HRT non l'abbiamo trovato, ma penso che squadre come Red Bull, Ferrari e McLaren avranno qualcosa. In particolare Adrian Newey, responsabile tecnico della Red Bull, ha sempre trovato il modo per differenziare la sua creatura con idee interessanti e competitive. Si scoprirà a metà campionato quale sarà l'elemento determinante della stagione”. Quale sarà l'aspetto determinante? “Io credo che l'aspetto fondamentale sia l'utilizzo delle gomme: la Pirelli, che è rientrata in F.1 l'anno scorso, ha fatto un ottimo lavoro, fornendo coperture competitive in grado di favorire lo spettacolo”. Vettel sarà il favorito per una tripletta iridata? “La Red Bull resterà la monoposto da battere nel 2012, ha vinto gli ultimi due campionati con un vantaggio tecnico enorme. Bisognerà vedere come Newey saprà lavorare sugli scarichi. Spero che ci possa essere una griglia più compatta e gli eventuali errori dei piloti potranno avere un peso sull'esito del campionato. Che effetto fa ad un ex pilota Red Bull “bruciato” da Helmut Marko vedere Sebastian Vettel bi-campione del mondo? “Sicuramente dà fastidio, perché so le prestazioni che avevo ottenuto nel mezzo campionato che avevo disputato con lui, non mi ritengo inferiore. Sono contento di vedere che ha già vinto due mondiali: questo mi dà la motivazione nel pensare che il giorno in cui avrò anch'io una vettura competitiva potrò essere vincente. Ero entrato in un programma che mi aveva permesso di arrivare fino alla F.1 e dopo è finita. All'interno della Toro Rosso c'erano stati dei cambiamenti improvvisi, ma non erano stati decisi da Marko, che mi ha sempre sostenuto e appoggiato, ma da Gerhard Berger...”. La sostituzione di Alguersuari e Buemi con Ricciardo e Vergne è stata una buona mossa? “La Toro Rosso è un team che ha la finalità di far crescere i giovani piloti del programma junior della Red Bull. A destare scalpore, secondo me, non è tanto la sostituzione dei due piloti nel team di Faenza, quanto piuttosto l'aver tenuto Mark Webber alla Red Bull Racing. È stata una mossa strana: prima o poi bisognerebbe offrire delle chance a chi cresce. Alguersuari ha disputato una buona stagione e non meritava il taglio, ma ormai la Red Bull la conosciamo sotto questi aspetti, sappiamo che a volte ti tagliano le gambe. Gli auguro che possa continuare la carriera...”. Il compagno di squadra l'anno scorso era proprio un pilota Red Bull, Ricciardo. Come lo giudica? “È un ragazzo a posto e professionale. Ha dimostrato di fare cose discrete, da tutta l'enfasi che c'era intorno a lui, mi aspettavo che fosse il nuovo wonder-boy. Pensavo fosse più competitivo e concreto, però ora ha la possibilità giusta per mettersi in mostra e se la deve giocare fino in fondo. Alla HRT non mi ha impressionato, così come non ha colpito il mondo della F.1, ma è il 2012 il suo anno importante”. E per Vitantonio Liuzzi che anno sarà? “Ancora tutto da scoprire...”

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