Vettel senza visibilità laterale? Per Gasly serve lo spotter
Il tedesco a Monza pare non avesse l'opportunità di vedere se stesse arrivando una monoposto dopo il testacoda alla Variante Ascari perché gli strumenti di sicurezza impediscono di guardare ai lati girando la testa, Il pilota Toro Rosso consiglia di copiare una soluzione dell'Indycar.
Sebastian Vettel, Ferrari SF90 fa un testacoda
Andy Hone / Motorsport Images
A Monza Sebastian Vettel è stato massacrato per essersi mosso in pista, dopo il testacoda solitario alla Variante Ascari ed essere finito a cavalcioni sul cordolo. Il tedesco mentre si stava spostando è stato sfiorato dalla Racing Point di Lance Stroll che si è visto chiudere la traiettoria di percorrenza della chicane da una Ferrari sempre più ingombrante.
Il canadese è finito nella ghiaia compromettendo un arrivo in zona punti, mentre il tedesco che ha dovuto effettuare una sosta per cambiare il muso si è visto appioppare giustamente uno stop and go.
Sebastian ha spiegato che per due volte si è inserito il sistema anti-stallo del motore, ma il ferrarista non ha evidenziato quanto la visuale laterale sia impedita ai piloti grazie alla protezione della testa, all’adozione dell’Halo e dell’Hans.
L’anno scorso proprio il pilota di Heppenheim era finito sotto la lente dei commissari tecnici della FIA che avevano scoperto quanto fosse limitata la visibilità posteriore dagli specchietti retrovisori.
Jo Bauer al Paul Ricard fece un semplice test, mettendosi dietro alla Ferrari e mostrando al tedesco un cartello con una lettera dell’alfabeto diversa ogni volta che cambiava visuale: Vettel, come gli altri colleghi, faceva fatica a vedere cosa succedeva nel retrotreno perché il cono di “luce” degli specchietti era limitato dalle pance e dal profilo principale dell’ala.
In funzione di ciò l’ala posteriore quest’anno è stata alzata, permettendo ai piloti di capire cosa accade dietro di loro, mentre sono “ciechi” nella vista laterale. Non stiamo cercando un’attenuante all’errore di Sebastian, ma diventa evidente a tutti che sarà necessario valutare il da farsi, visto che i limiti di visibilità nascono dall’adozione di alcuni importanti strumenti di sicurezza.
Vettel, quindi, ha cercato di muoversi timidamente perché la visuale sul lato sinistro gli era praticamente preclusa.
Sebastian Vettel, con la SF90 urta la Racing Pont di Stroll alla ripartenza da un testacoda
Photo by: Andy Hone / LAT Images
Pierre Gasly sostiene che per evitare l’incidente con Lance Stroll ci vorrebbe anche in F1 uno spotter, come già esiste in Indycar: “Chi finisce nella posizione di Sebastian, non è in grado di ruotare la tesa per guardare di lato per la forma delle attuali Formula 1 e per l’HANS”.
“Sfortunatamente, non riusciva a vedere nulla. In questo caso l’ingegnere di pista avrebbe dovuto aiutarlo dicendogli di non muoversi. Fortunatamente non è successo niente di grave, ma la situazione si è rivelata rischiosa”.
In IndyCar c’è lo spotter che nelle gare disputate su ovale aiuta i piloti del team nell’avvisarli se c’è qualche macchina in arrivo: “Qualcosa di simile potrebbe funzionare anche in F1. Non ho in mente una soluzione definitiva, ma quello che abbiamo visto domenica non era certo quella ideale”.
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