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Vettel: "In Messico o andrò all'attacco all'esterno o mi terrò del margine"

Sebastian ha cancellato la delusione di Austin e a freddo ammette i suoi errori a modo suo. Il tedesco è convinto che la Ferrari possa fare bene: "L'obiettivo principale è vincere, nelle ultime settimane abbiamo capito cosa ci permette di guardare avanti con fiducia".

Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari, corre
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14, si scontrano nel primo giro
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14, si scontrano nel primo giro
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14, si scontrano nel primo giro
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H va in testacoda dopo il contatto con Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Sebastian Vettel, Ferrari, nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, in griglia di partenza
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, parla con Sebastian Vettel, Ferrari, dopo aver conquistato la Pole Position

Qualche giorno di pausa tra gli Stati Uniti ed il Messico sembrano avere avuto un buon effetto su Sebastian Vettel.

Il Seb arrivato oggi nel paddock del circuito intitolato ai fratelli Rodriguez è sembrato in apparenza sereno e abbastanza fiducioso sulla possibilità di poter far bene nella tappa messicana.

Vettel è poi tornato sugli episodi di Austin, confermando i suoi errori e anticipando che da ora in avanti cercherà di tenere un margine di sicurezza maggiore per evitare di allungare la lista dei suoi errori.

Abbiamo visto ad Austin una Ferrari tornare con successo alle specifiche vecchie. Considerando la performance vista lo scorso weekend, e la conformazione di questa pista che esalta la velocità massima, credi che possa essere un fine settimana con buone premesse per te e la Ferrari?
“Vedremo. La velocità massima elevata arriva quando hai un lungo rettilineo e un setup con basso carico aerodinamico, ma qui in Messico in realtà il setup è ad alto carico a causa della rarefazione dell’aria. Credo sia una situazione un po' diversa rispetto ad altre piste dove abbiamo avuto buoni riscontri, ma in generale in questa stagione abbiamo migliorato molto la nostra performance sul fronte della velocità di punta, quindi speriamo di confermare questa tendenza anche qui a Città del Messico”.

Lo scorso anno sei stato subito competitivo ottenendo la pole position, speri di confermarti e di tenere ancora aperta qualche chance in chiave campionato?
“L'obiettivo principale è vincere. Sappiamo cosa deve succedere per restare ancora in corsa per il titolo, ma sappiamo anche che non dipende solo da noi”.

I buoni riscontri arrivati dal weekend di Austin hanno comportato del rammarico per la direzione sbagliata presa con gli sviluppi introdotti dopo Monza?
“No, penso che dobbiamo guardare avanti. È stato importante iniziare a comprendere cosa non ha funzionato negli aggiornamenti, ma sempre nell’ottica di guardare avanti. Gli ultimi giorni sono stati molto importanti, anzi, le ultime settimane, perché abbiamo capito delle cose che ci hanno permesso di guardare avanti”.

Hai un buon feeling alla vigilia di questo weekend?
“Si, buono. Abbiamo vinto l'ultima gara, non l’ho vinta io ma Kimi, e per la squadra è stato un risultato importante dopo alcuni weekend in cui abbiamo un po' perso il filo. L’umore nel team è buono, sappiamo cosa fare”.

Ad Austin hai avuto un altro contatto trovandoti in posizione interna che ti è costato un testacoda. Come te lo spieghi?
“Forse la prossima volta proverò all’esterno, così non mi girerò! Normalmente quando approcci una curva cerchi l’interno, ma sappiamo che quando ti avvicini alla vettura che ti precede perdi carico aerodinamico, e tutti i testacoda che ho avuto sono stati piuttosto strani, perché non c’era molto di diverso che avrei potuto fare".

"Non ho anticipato l’ingresso, e non avevo una velocità troppo elevata, è come se ad un certo punto ci sia stato un ‘buco’ aerodinamico. In tutte e tre le occasioni (Monza, Suzuka e Austin) non ero chiaramente davanti all’avversario con cui ero in battaglia, al massimo di fianco, ma come ho detto… magari la prossima volta proverò all’esterno”.

Credi di avere la totale responsabilità nel testacoda di Austin?
“Alla fine sono stato io quello che si è girato, quindi qualcosa non è andata nel verso giusto. Ma dall’interno della monoposto le cose sembrano un po' diverse. Quando si guarda un episodio attraverso tredici diverse inquadrature televisive e in slow-motion, tutti si fanno la loro opinione, e spesso diverse tra loro. Ma non credo di aver fatto niente di stupido, non era certo mia intenzione cercare delle situazioni che comportassero dei rischi, ma ovviamente è successo quello che sappiamo, ed è successo un paio di volte di troppo. Quindi la prossima volta cercherò di tenere un margine di sicurezza maggiore”.

Se Hamilton festeggerà questo weekend il suo quinto titolo Mondiale, credi che sarà un successo del tutto meritato o in parte favorito dai vostri errori?
“Un titolo mondiale si assegna sempre al pilota che ha ottenuto più punti. Sicuramente noi avremmo potuto avere una posizione di classifica migliore, ma alla fine è necessario chiedersi se siamo sempre stato nelle condizioni di poter conquistare il risultato di tappa che avremmo voluto. Abbiamo disputato gare in cui ci siamo confermati molto competitivi, ed altre in cui non lo eravamo, e quando si arriva alla fine dell’anno si guarda sempre ai punti che hai, e a quelli che avresti potuto avere, e capisci se hai lasciato per strada qualcosa di importante".

 

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