La strana gara di
Sebastian Vettel è stata caratterizzata da due aspetti curiosi che meritano di essere analizzati con più attenzione. Il pilota tedesco porta a casa un quarto posto molto deludente viste le aspettative di rilancio della Red Bull Racing, ma invece va letto molto positivamente per come si è dipanato il week end del Gp d'Italia.
Sebastian nel corso del
20. giro ha accusato un forte rallentamento che ad un certo punto ha fatto pensare addirittura ad un ritiro: la sua Rb6 aveva perso oltre 20 km/h di velocità massima sul dritto, cosa che ha facilitato il sorpasso in tromba da parte del compagno di squadra, Mark Webber.
Lo stesso Vettel pensava che si trattasse di un calo di potenza del motore, mentre analizzando la telemetria nel dopo gara è emerso che a rallentare il tedeschino è stato il
bloccaggio di un freno all'uscita della Variante Ascari.
Anche a Monza, quindi, è tornato alla ribalta il problema di affidabilità che è già costato molti punti al team di Milton Keynes. Bene hanno fatto i tecnici della squadra a dire a Sebastian di stare tranquillo, perché poi lo hanno messo nella condizione di conquistare un bel quarto posto.
Vettel, infatti, con la Red Bull racing si è permesso il lusso di disputare tutto il Gp con le gomme morbide: il tedeschino, infatti, si è fermato ai box nel penultimo giro per rispettare le norme di regolamento che impongono l'uso di due mescole ad ogni gara, ma è riuscito a guadagnarsi un vantaggio sufficiente a restare davanti alla Mercedes di Rosberg, infilando una serie di giri molto veloci.
Tanto di capello alla strategia della Red Bull, ma deve venire qualche dubbio sul fatto che la Bridgestone abbia proprio tirato i remi in barca: come si possono chiamare soft delle gomme che sono in grado di durare l'intera distanza di un Gran Premio?
Vogliamo evidenziare questo aspetto perché la scelte del tipo di gomme che verranno portare nelle ultime gara del mondiale potrebbe diventare un argomento determinante nella lotta per il mondiale...
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