Verstappen: il talento naturale non si può clonare
Max Verstappen ha ricevuto i complimenti sinceri di Kimi Raikkonen dopo lo storico successo nel GP di Spagna. L'olandese ha dovuto pagare la festa per il successo con i primi soldi guadagnati con la firma del nuovo contratto.
Foto di: Red Bull Content Pool
La vittoria di Verstappen ventiquattr’ore dopo, the day after una pagina storica per la Formula 1. Complici i test in programma sul circuito di Catalunya (che inizieranno domani) molti addetti ai lavori sono rimasti a Barcellona concedendosi una giornata di pausa.
Nei ristoranti dove abitualmente si ritrovano i team quando non sono operative le hospitality, nella serata di ieri non si parlava d’altro: la vittoria di Max Verstappen. Anche il duello fratricida tra Hamilton e Rosberg è passato in secondo piano.
Jos: "La festa se l'è dovuta pagare Max!"
Il vincitore più giovane nella storia della Formula 1 (ha tolto un altro primato a Sebastian Vettel) ha festeggiato l’incredibile successo nel Gran Premio di Spagna con un party insieme ad amici e componenti di Red Bull e Toro Rosso, ma papà Jos ha specificato che… “sto giro paga Max, è lui che ha guadagnato dei soldi con il successo”, alludendo al premio garantito in caso di successo dal fresco contratto firmato con la Red Bull.
Marko è salito sul podio solo per il "bimbo"
L'affermazione di Verstappen sarà di fatto uno spartiacque, destinato ad influenzare molte decisioni. Helmut Marko, il braccio destro di Dieter Mateschitz nelle attività della Red Bull in Formula 1, non ama andare sul podio. Ma ieri ha fatto un’eccezione. L’ex pilota austriaco è sembrato emozionato come mai in passato, consapevole che la sua poco popolare scelta di retrocedere Daniil Kvyat in Toro Rosso a favore della promozione di Verstappen, alla fine ha scritto una pagina storica.
Neanche Marko, sempre ottimista, avrebbe potuto immaginare quanto è accaduto ieri a Barcellona, perché la logica non lasciava spiragli in merito alla possibilità di battere le Mercedes. Ma tra gli ottimi piloti ed i campioni c’è sempre un aspetto che fa la differenza: il tempismo.
Un predestinato che non sbaglia un colpo
È vero che senza il ritiro delle due Mercedes Verstappen avrebbe festeggiato (allo stesso modo) al massimo un terzo posto, ma poco importa. Anche nella storica giornata del 1984 che vide Ayrton Senna presentarsi al Mondo sul circuito di Montecarlo il brasiliano usufruì di errori e ritiri altrui per poter salire sul podio. Ma nulla ha intaccato il peso specifico di quella performance di trentadue anni fa, e nulla può scalfire il successo ottenuto ieri da Verstappen.
A valere il successo senza alcun “se”, sono stati soprattutto i ventidue giri finali, gestiti con una freddezza inimmaginabile per un pilota diciottenne che sta disputando la terza stagione in monoposto della sua vita. Al termine della gara Kimi Raikkonen si è congratulato con un avversario che ha la metà dei suoi anni, e non è cosa che “Iceman” fa abitualmente.
In una simbolica e lunga processione, tutta la Formula 1 si è congratulata con un pilota entrato nel paddock poco più di un anno fa e subito bollato come un "capriccio" di Marko. Poi, per fortuna, ha parlato la pista. Ed anche i “santoni” che avevano sparato sentenze basandosi su parametri che oggi non sono più validi, hanno dovuto fare una repentina retromarcia.
Ma non cerchiamo i "cloni" di Max
C’è solo un aspetto negativo nella vittoria di Verstappen, ed è quello legato all’ondata emotiva che questa impresa può avere. Il rischio è che altri team possano imitare quanto fatto da Red Bull, ovvero investire su giovanissimi piloti e trascinarli nel Circus prima del tempo.
Perché anche la Formula 1 è fatta di mode, e questa sarebbe particolarmente pericolosa. Ciò che è stato capace di fare Max l'ha fatto Verstappen, e non ci sono altri diciottenni oggi in grado di poter ripercorrere il suo folle percorso.
Il talento naturale stravolge le regole
Lasciamo ad un talento una capacità tutta sua, senza voler creare cloni che non esistono. L’errore più grande sarebbe quello di credere che Verstappen sia figlio di un lavoro programmato. Falso, questo è un esempio cristallino di talento naturale, che ha stravolto proprio quelle regole che vengono fissate nelle formule minori e dettano un percorso di crescita.
Mettiamo da parte la logica, e festeggiamo un talento che ha il suo bello proprio nell’essere riuscito a fare ciò che, dati alla mano, era giudicato impossibile.
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