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Verstappen ha abbassato i toni, ma non ha chiesto scusa

Max ammette che le dichiarazioni dopo la retrocessione al quarto posto nel GP degli Usa sono state pesanti: “È stata la reazione del momento, non volevo certo far del male a nessuno". L'olandese ce l'aveva con Connelly e non contro Salo.

Max Verstappen, Red Bull Racing

Max Verstappen, Red Bull Racing

Sutton Motorsport Images

Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Max Verstappen, Red Bull, firma autografi ai fan
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Max Verstappen, Red Bull, celebrates with his team in Parc Ferme

Il piede pesante è almeno pari alla faccia di bronzo. Max Verstappen si è reso conto di averle sparate un po' grosse alla conclusione del GP degli Usa e ora cerca di limitare i danni perché la FIA sta valutando se quello di Verstappen possa essere stato un comportamento dannoso nei confronti dell’immagine dello sport. 

Quando Max è stato retrocesso dal terzo posto conquistato in pista, alla quarta piazza per aver superato Kimi Raikkonen mettendo quattro ruote oltre la linea bianca che delimitava il tracciato, l'olandese aveva avuto parole molto dure nei confronti di un commissario sportivo: le invettive non erano indirizzate a Mika Salo, come era sembrato all'inizio, ma a Garry Connelly...

“Le decisioni stupide che sono state prese hanno ucciso lo sport. C’è un commissario idiota che adotta sempre provvedimenti contro di me - aveva detto Verstappen, condendo le sue dichiarazioni con altre epiteti poco edificanti, tanto che la FIA sta valutando se le dichiarazioni dell'olandese rappresentano un comportamento dannoso nei confronti dell’immagine dello sport.

“È stata la reazione del momento, non volevo certo far del male a nessuno – ha spiegato a freddo Max – non sono più arrabbiato. Ho disputato un GP super e mi è stato tolto un risultato conquistato in pista".  Verstappen non ha presentato le scuse a nessuno, convinto che gli sia stata fatta un'ingiustizia.

Vale la pena ricordare che l’anno scorso dopo il GP del Messico Sebastian Vettel fu costretto a pubbliche scuse dopo aver rivolto pesanti insulti nei confronti del direttore di gara Charlie Whiting. Quello è stato un pericoloso precedente che ha aperto una falla nel rispetto delle figure istituzionali. In nessun'altra disciplina sportiva gli atleti la passerebbero liscia dopo aver insultato l'arbitro...

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