Vendita Force India: respinta la causa di Mazepin
L'Alta Corte ha respinto le accuse della Uralkali riguardo alla vendita della Force India, pur riconoscendo che la sua offerta era superiore a quella presentata dal consorzio guidato da Lawrence Stroll. L'azienda della famiglia Mazepin però annuncia l'intenzione di ricorrere in appello.
Dmitry Mazepin, Presidente Uralchem Integrated Chemicals Company
Jerry Andre / Motorsport Images
Anche se il figlio Nikita ha trovato il suo posto in Formula 1 e sarà un pilota della Haas nel 2021, Dmitry Mazepin non ne vuole assolutamente sapere di arrendersi per quanto riguarda la vicenda del passaggio di proprietà della Force India da Vijay Mallya al consorzio guidato da Lawrence Stroll, che ha poi dato vita alla Racing Point.
La squadra di Silverstone era infatti finita in amministrazione controllata e, oltre al gruppo canadese, anche la PJSC Uralkali, l'azienda della famiglia Mazepin, aveva presentato un'offerta per l'acquisizione del team. Un'offerta che si diceva fosse superiore rispetto a quella accettata dalla FRP Advisory.
Per questo Mazepin aveva sottolineato che la vendita era stata viziata, portando la questione davanti all'Alta Corte di Londra, che però oggi ha respinto le accuse, pur confermando che in effetti l'offerta presentata da Uralkali era superiore a quella vincente.
La vicenda però non sembra essere finita qui, perché l'azienda russa ha annunciato di voler appellare la decisione, andando quindi ad un nuovo grado di giudizio. Di seguito, potete leggere il comunicato completo della Uralkali.
"La causa è stata intentata contro Geoffrey Rowley e Jason Baker di FRP Advisory, che hanno presieduto congiuntamente la vendita del team di Formula 1 della Force India - un processo che la PJSC Uralkali ("Uralkali"), una delle più grandi aziende di fertilizzanti del mondo, ha sostenuto essere viziato, fuorviante e negligente. L'Alta Corte ha emesso oggi la sua decisione di respingere queste affermazioni", spiega il comunicato.
"Sebbene Uralkali sia delusa dalla decisione del tribunale, è lieta che il processo abbia confermato alcune delle sue precedenti dichiarazioni, compreso il fatto che l'offerta di Uralkali per i beni del team di Formula 1 della Force India era superiore all'offerta vincente".
"Uralkali intende chiedere l'autorizzazione ad appellarsi alla decisione emessa oggi e a continuare a proteggere i suoi diritti in conformità con le procedure legali applicabili", conclude.
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