Vasseur: "Ripartire? La F1 abbia decenza. Le priorità sono altre"
Il team principal dell'Alfa Romeo sottolinea come, in questo momento storico, la cosa più importante non sia affatto la F1: "Dobbiamo starcene nel nostro angolo. Le cose che contano sono altre".
Alfa Romeo C39, dettaglio dell'ala anteriore
Giorgio Piola
La Formula 1 è ferma. Anzi, non è mai partita a causa della pandemia da coronavirus che ha messo in ginocchio l'intero pianeta, dunque anche tutte le categorie del motorsport. Classe regina compresa. Proprio per questo motivo c'è grande attesa per capire quando potrà essere possibile ricominciare, avere una data precisa da cerchiare con il pennarello indelebile rosso sul proprio calendario per iniziare un inevitabile conto alla rovescia.
Questo vorrebbe dire due cose: la prima, quella più importante, è legata al virus. Con una prima data fissata per l'avvio del Mondiale, potremmo essere di fronte a una sua ritirata dopo il tanto e tremendo dolore inflitto a un numero esorbitante di persone. La seconda, sicuramente più leggera e frivola, dice che si tornerebbe a parlare solo di sport, senza dover né scrivere, né tantomeno leggere la parola coronavirus, ora diventata tra le più utilizzate nel vocabolario quotidiano degli italiani, ma non solo.
A tal proposito, il team principal di Alfa Romeo Orlen Racing ha parlato all'emittente francese Canal+ proprio riguardo alla situazione attuale, con la Formula 1 ferma in attesa di capire quando poter disputare la prima gara di un Mondiale mai così surreale.
"Non siamo il centro del mondo. Senza voler essere cattivi, la F1 non è molto utile alla società. Abbiamo qualche tecnologia che stiamo cercando di sviluppare, c'è tempo libero, ma non siamo nemmeno il centro del mondo", ha ammesso in modo piuttosto sincero Vasseur.
"Oggi ci sono altre preoccupazioni: quando si guarda all'entità del danni causata dal coronavirus, ai problemi che pone, tenendo conto anche del personale medico e dell'enorme quantità di lavoro che ha da fare... Penso che dovremmo rimanere nel nostro angolo ed essere umili".
La parola più usata dal team principal dell'Alfa Romeo è "decenza". L'ha invocata più volte per un mondo, quello della F1, che a inizio anno - quando tutti i campionati erano già stati posticipati - è sembrato distante dalla realtà, cercando di effettuare a tutti i costi il primo Gran Premio, quasi si sentisse al di sopra del pericolo che, in realtà, sarebbe poi arrivato di lì a poco anche nel Paddock con il primo contagiato.
"Non voglio dire di non spingere per tornare a correre il prima possibile. Dobbiamo fare tutto quello che possiamo per tornare a farlo, ma a volte l'umiltà non fa male. Devi essere in grado di fare il punto della situazione riguardo a quello che fai e quello che invece ti succede attorno".
"Dovremmo avere almeno un minimo di decenza. Quando ci sono persone malate, o anche molto malate, forse non è il momento di andare in giro con una macchina. Devi sapere come restare al tuo posto. Ci sarà il momento in cui si potrà tornare su un palco e fare spettacolo, e noi ci saremo. Ma bisogna restare calmi e mantenere un po' di decenza".
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