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Vasseur: “Il primo problema della Sauber è stato la fuga del personale"

Durante il weekend del GP del Canada, Motorsport.com ha parlato con il francese del suo ruolo di team principal nell’unica scuderia elvetica in griglia oggi, l'Alfa Romeo Sauber, di cui ha descritto le migliorie già perfezionate...

Frederic Vasseur, Alfa Romeo Sauber F1 Team, Team Principal

Frederic Vasseur, Alfa Romeo Sauber F1 Team, Team Principal

Sutton Motorsport Images

Charles Leclerc, Sauber festeggia con Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Niki Lauda, presidente non esecutivo Mercedes AMG F1, Toto Wolff, Direttore del Motorsport Mercedes AMG F1 e Frederic Vasseur, Team Principal, Sauber
Charles Leclerc, Sauber C37
Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Marcus Ericsson, Sauber festeggia alla fine della gara con Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Frederic Vasseur, Alfa Romeo Sauber F1 Team, Team Principal
Marcus Ericsson e Charles Leclerc, Sauber, Jean Todt, Presidente FIA, Chase Carey, CEO e Chairman del Formula One Group, Sergio Marchionne, CEO FIAT, Frederic Vasseur, Team Principal Sauber
Frederic Vasseur, ART Grand Prix Team Principal
Lewis Hamilton talks with Frederic Vasseur, ART Grand Prix team principal
Lewis Hamilton talks to Frederic Vasseur
Frederic Vasseur, Team Principal Sauber, e Charles Leclerc, Sauber
Toto Wolff, Direttore del Motorsport Mercedes AMG F1, e Frederic Vasseur, Team Principal Sauber, nella conferenza stampa

Frédéric Vasseur ha parlato apertamente con Motorsport.com della decisione di lasciare la Renault, di strappare il contratto con la Honda e della ristrutturazione del reparto tecnico della Sauber.

Nato nel 1968, Frédéric Vasseur ha studiato aeronautica ed ingegneria prima di cominciare la carriera nelle formule minori creando una propria squadra, la ASM, poi diventata ART Grand Prix nel 2004, gestita assieme a Nicolas Todt, figlio del Presidente FIA Jean Todt. Approdato ai vertici della Renault Sport F1 nel 2016, dopo un anno è passato ad Hinwil.

Quale sarà stata la prima cosa che ha fatto non appena arrivato in Sauber? “Dall’esterno un team di Formula 1 è un animale complesso e una volta che ci entri te ne rendi maggiormente conto. In occasione della prima corsa cui ho partecipato, ho conosciuto il personale, la sua organizzazione, in generale un gruppo di cui non sapevo nulla e di cui pian piano mi sono fatto un quadro più chiaro”.

Lecito anche chiedergli se oggi abbia più libertà rispetto al periodo Renault. “La Sauber non è di proprietà di un costruttore, per cui non c’è nessun altro direttamente coinvolto che deve prendere parte al processo decisionale. È dunque una situazione completamente diversa. Il mio compito in questa scuderia è perfettamente in linea con il mio profilo e i miei interessi. Sono sempre stato un imprenditore e il mio obiettivo era competere contro i migliori. È stato difficile arrivarci perché lo step tra le categorie motoristiche è grande. Non tanto tra la Formula Renault, la Formula 3 e la Formula 2, quanto piuttosto tra la Formula 2 e la Formula 1”. 

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E ancora: “Quando la FIA ha aperto le porte nel 2010 abbiamo considerato l’ingresso nel Circus, dopodiché abbiamo capito che finanziariamente e strutturalmente era un impegno troppo importante. Saremmo dovuti passare da 60 persone a settembre a 200 in gennaio. Abbiamo cominciato a lavorare sul progetto, ma poi, visto che cosa succedeva a chi ci provava, abbiamo lasciato perdere e abbiamo fatto bene”.

Dopo aver osservato il funzionamento della struttura, Vasseur ha capito di doversi concentrare sulla manodopera. “Il problema della Sauber è che, avendo avuto parecchi problemi economici, aveva perso dipendenti. Ricostruire un team di Formula 1 è complicato e porta via tempo. Abbiamo dovuto assumere del personale che, venendo da altre équipe ha dovuto rispettare il periodo di gardening leave, di conseguenza per vedere i primi risultati ci è voluto circa un anno. In questo sport occorre essere pazienti”.

Vasseur ha altresì cancellato l’accordo che il team elvetico aveva stabilito con la Honda. “C’era un pre-contratto, ma non potendo costruirci un nostro cambio avremmo dovuto riferirci alla McLaren che in quel momento si stava separando dalla Casa giapponese, dunque sarebbe stato difficile. Ho subito chiuso la trattativa e ricontattato la Ferrari con cui la squadra ha una solida relazione da tempo. Poi, dato che Sergio Marchionne aveva espresso l’interesse di riportare l’Alfa Romeo in Formula 1, ci siamo presto accordati”.

Infine, il dirigente transalpino ha speso belle parole sul neo acquisto Charles Leclerc, sesto assoluto nel Gran Premio dell'Azerbaijan. “Rispetto ad inizio campionato, quando ha avuto bisogno di qualche consiglio, ha fatto progressi. È migliorato e nelle ultime cinque corse si è comportato bene. La strada è ancora lunga per lui, comunque sono certo che ci saranno passi in avanti, visto che dalla prossima gara la macchina avrà degli aggiornamenti. Inoltre, ci stiamo già concentrando sull’auto 2019, considerato che il nuovo regolamento tecnico ci darà l’opportunità di fare bene”. 

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