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Una giornata da... Re veramente indimenticabile!

Ecco il pezzo che ci ha inviato uno dei cinque Fotoreporter per chiudere un'esperienza positiva

A Monza, da piccolo, mi ci portava mio papà. Si andava alla Roggia e si tifava Alboreto. Ricordo come ieri, ad esempio, l’anno in cui Senna buttò via la gara con un doppiato a pochi giri dalla fine e del tripudio generale dei minuti successivi… Poi, ho passato anni ed anni ad entrare la notte col sacco a pelo, il falò se si riusciva ad accenderlo, il freddo sempre, la pioggia qualche volta. Quest’anno, tutto ha avuto “un filo” diverso. Il parcheggio l'avevo dentro l'autodromo, il posto in tribuna era riservato, non bisognava lottare dall’alba per conquistarlo né, tanto meno, appendersi a un albero per le 2 ore buone della gara. Addirittura bagno, problema non da poco garantisco (e scusate la poesia), nonché viveri illimitati. Addio a quelle file chilometriche dai "chioschetti", sempre lontani e nei posti sbagliati, per la classica accoppiata panino-salamella con Foster ovviamente pagati a peso d’oro. Si è passeggiato tra il concept della Classe A (avveniristico), l’SLS (meravigliosa), la W196 di Fangio e la W02 di quest’anno. Tutte infarcite, tra l’altro, d’interessantissimi prodotti femminili locali… La Mercedes ha mostrato un'organizzazione maestosa, perfetta. Insomma ho vissuto un giorno da re, immerso nella storia di un grande marchio, dove ogni cosa è presentata alla grande e atta a valorizzare quella Stella a 3 punte che, di per sé, non ne avrebbe neanche bisogno. I piloti Mercedes fanno paura, anche loro. Vedere Schumacher che in prove libere (non in gara) prende rischi assurdi, è stato un qualcosa di commovente. Sembrava fuori dal tempo: lui che alla Variante Ascari perdeva dei decimi tagliando, scordolando e intraversandosi… mentre altri ne guadagnano stando larghi, guidando puliti, e aprendo l’ala mobile 50 metri prima! Franco aveva già l’info: le Mercedes erano le più scariche del gruppo. Questo poteva spiegava tante cose, non certo i miracoli dei primi 27 giri del giorno dopo… E che dire di Nico Rosberg? Erano le 15,10 quando si è presentato alla Hospitality Mercedes in tuta e casco, sudato come una bestia, subito dopo le qualifiche e prima del meeting con gli ingegneri. Avrebbe avuto altro cui pensare, eppure, si è dedicato alla platea, ha firmato autografi, ha risposto alle domande sempre con la battuta pronta, promettendo grandi sorpassi per la domenica. Figuriamoci cos’avrebbe potuto fare Nico, visto che si sarebbe potuto liberare delle gomme dure dopo un giro solo… se la safety non fosse uscita anche per lui, s’intende. In tutto questo, c’è stato persino modo di passeggiare in pit lane e chiacchierare con Alesi, Capelli, Hembery, Maldonado. Ho visto Niki Lauda di fianco a me. Ripeto, Niki Lauda! Così come c’è stato modo di entrare alla Magneti Marelli per sentirsi spiegare i segreti del kers da Roberto Dalla, responsabile Motorsport, nonostante anch’egli avesse di meglio da fare. Tutto fantastico, l’unico neo? Il tempo, troppo poco… È con queste righe che ringrazio Franco, la redazione di OmniCorse tutta e Marco Ruiz di Mercedes per l’ospitalità, la gentilezza, la disponibilità e, soprattutto, per l’esperienza travolgente che ci hanno regalato...

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