Alfa Romeo: due piloni grandi per creare dei soffiaggi
Con l'adozione della nuova ala posteriore a cucchiaio la squadra di Hinwil ha usato anche due inediti sostegni che sono raddoppiati in altezza nel tentativo di sfruttare l'attuatore dell'ala mobile come un separatore di flusso.
Foto di: Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
L’Alfa Romeo non ha entusiasmato nei test invernali di Barcellona. La C39 guidata da Kimi Raikkonen, Antonio Giovinazzi e Robert Kubica ha avuto un grande inizio con il tester polacco davanti a tutti nel primo giorno, ma poi le cose sono cambiate e la monoposto di Hinwil è via via scivolata più indietro.
Eppure l’Alfa Romeo ha portato alcune soluzioni interessanti che rappresentano il primo sviluppo della C39 dopo la presentazione ufficiale. Non sono sfuggiti, per esempio, i piloni che reggono l’ala posteriore.
Con l’ala più carica, dotata del profilo principale piatto, i due supporti con la forma del collo di cigno erano piccoli, in linea con il disegno di quelli Ferrari che hanno ispirato una scelta condivisa quasi da tutti i team (ad eccezione di Renaut e AlphaTauri).
Alfa Romeo C39: i piloni di sostegno dell'ala posteriore a confronto. A sinistra quelli nuovi più grandi.
Photo by: Giorgio Piola
Nella seconda sessione di test spagnoli sono comparse nuove ali anteriore e posteriore. Nel retrotreno l’adozione del profilo principale a cucchiaio ha richiesto dei piloni dell’ala più grandi: i tecnici di Hinwil, però, hanno ecceduto mostrando due colli di cigno che in altezza sono arrivati quasi all’attuatore dell’ala mobile.
La sensazione è che gli svizzeri abbiano pensato all’idea di sfruttare proprio l’attuatore al centro dell’ala come elemento non solo di supporto al comando del DRS, ma anche come elemento aerodinamico.
Nel disegno di Giorgio Piola, sotto, si possono osservare le grandi differenze: non è da escludere che gli aerodinamici di Hnwil abbiano cercato di convogliare l’aria verso la parte centrale del flap mobile cercando un soffiaggio.
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