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Strategy Group: sì all'ala posteriore Ferrari, no a quella anteriore di Brawn

Nel meeting di giovedì a Londra bocciato il reiterato tentativo Red Bull di riportare a quattro le power unit per la stagione 2018, mentre si discute sull'aerodinamica con l'obiettivo di aumentare gli spazi per gli sponsor, ma non solo...

Ferrari SF70H rear detail

Ferrari SF70H rear detail

Giorgio Piola

Mercedes F1 W08 Halo Crash Test
Sahara Force India VJM10 monkey seat
McLaren MCL32, dettaglio dell'ala posteriore
Logo Ferrari sulla SF70H
Zak Brown, Direttore Esecutivo, McLaren Technology Group
Ferrari SF70H e Mercedes AMG F1 W08
Scuderia Toro Rosso STR12 front detail
Ross Brawn, Managing Director of Motorsports, FOM
Red Bull Racing RB13 rear detail

Un puzzle che si scompone e viene ricostruito con tessere diverse, ma alla fine l’immagine generale resta la stessa. Insomma, tanta fatica per poco o niente…

Se si deve guardare da fuori quanto è stato deciso nell’ultimo Strategy Group che si è riunito a Londra giovedì, si può azzardare che la F.1 non è capace di trovare una via di cambiamento condivisa, perché fra le cose importanti approvate c’è solo la definizione del peso del pilota che viene stabilito in 80 kg a partire dal 2019.

Quest’anno i conduttori, invece, dovranno sottomettersi a stressanti cure dimagranti, visto che le monoposto dotate dell’Halo, la nuova protezione della testa imposta dalla FIA, supereranno quasi sicuramente il peso minimo fissato in 734 kg.

L’impatto del diadema con gli attacchi al telaio è di una quindicina di chili, ma la Federazione Internazionale ha deciso di alzare il peso delle F.1 2018 solo di 6 kg, dal momento che i 10 kg previsti per l’Halo erano già stati aggiunti l’anno scorso, quando sembrava che il nuovo strumento di sicurezza sarebbe già stato adottato nel corso della stagione 2017.

E così sarebbe emerso che ci sono state monoposto che, senza Halo, hanno potuto mettere della zavorra dove più era necessario per bilanciare la macchina, mentre altre non raggiungevano il peso minimo perché i chief designer avevano concepito la vettura già senza il diadema.

Per non favorire gli uni e scontentare gli altri la FIA ha scelto una via di mezzo, i famosi 6 kg, che alla fine ha costretto tutti a lavorare sulle masse. Dal momento che il peso della vettura comprende anche quello dei piloti è evidente che i team metteranno a dieta i loro conduttori per guadagnare ogni grammo possibile.

Lo Strategy Group, quindi, ha deciso che il peso del pilota dal 2019 torni a essere sganciato da quello della macchina, in modo che chi si siederà nell’abitacolo non sarà sottoposto a vessazioni alimentari per dimagrire e i tecnici potranno sapere con precisione quanto dovrà pesare sulla bilancia la monoposto del prossimo anno, indipendentemente dal fatto che il conduttore sarà un fantino o uno spilungone.

La Red Bull Racing è tornata alla carica per proporre l’uso di quattro power unit in luogo delle tre che sono concesse dal regolamento FIA per la stagione 2018: è evidente la preoccupazione del team di Milton Keynes che la Renault non riesca a chiudere propulsori in grado di avere una vita di 7 GP, ma l’idea dei “bibitari” (che, invece, è condivisibile per logica) è stata nuovamente bocciata.

Come abbiamo già avuto modo di dire è molto probabile il ritorno nel 2019 della pinna di squalo sul cofano motore, vietata quest’anno per volontà della McLaren che aveva pensato la sua MCL33 senza.

Proprio la squadra di Woking ha proposto una semplificazioni dei bargeboard che nel campionato 2017 erano diventati strumenti aerodinamici molto complicati con tanto di lame e coltelli per indirizzare i flussi.

Il team di Zac Brown vorrebbe che fossero più bassi in modo da rendere più visibili i lati della scocca in zone appetibili per gli sponsor.

Lo Strategy Group ha discusso molto di ali: pare sia stata approvata la proposta della Ferrari di adottare una paratia dell’alettone posteriore più grande, mentre proprio la squadra del Cavallino si è opposta all’ala anteriore rivista dal gruppo di lavoro di Ross Brawn.

Come si saprà, il direttore della F.1, ha costituito un gruppo di lavoro che, sfruttando i modelli in scala della Manor comprati all’asta fallimentare della squadra inglese, ha fatto uno studio in galleria del vento per capire in quale modo la monoposto che viaggia in scia di un’altra possa avere una perdita di carico aerodinamico tale da non precludere il sorpasso, come invece è puntualmente successo nel campionato scorso.

Ridisegnare l’ala davanti significa cambiare completamente l’impostazione aerodinamica dell’intera vettura: il nuovo concetto, quindi, non è stato bocciato in modo definitivo, ma sarà strumento di discussione nei prossimi meeting…

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