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Brackley, nella casa della Mercedes W05 Hybrid

Siamo entrati nel reparto corse della Stella mentre Hamilton stava rianalizzando con i tecnici i pit stop

I battiti del cuore pulsano a Brixworth, ma perché riescano a far battere anche i cuori degli appassionati devono obbligatoriamente passare per Brackley. La cittadina a un’ora di macchina dalla fabbrica dei motori Mercedes AMG ospita infatti la sede del team, il Mercedes AMG Petronas Formula One Team Operations Centre. Questo è il regno di Paddy Lowe che ci accoglie in un fasciante completo blu nel corridoio, sulla porta del grande ufficio che ospita gli ingegneri del team. All’interno si vedono Lewis Hamilton con in testa un cappellino rosso e in un’altra fila Nico Rosberg. I due stanno esaminando cosa è andato bene e cosa può essere migliorato nel Gp di Gran Bretagna, che si è concluso il giorno prima con la vittoria di Hamilton e il ritiro di Rosberg.

LEWIS ANALIZZA IL PIT STOP Paddy Lowe ci spiega che in quel momento Lewis Hamilton sta parlando di come affinare il pit stop, manovra in cui gli capita di arrivare troppo lungo e di fermarsi un po’ oltre la posizione ideale, perdendo qualche prezioso decimo di secondo.

MEGA SCHERMO NELLA STRATEGY ROOM Sulla parete di fronte a dove si trovano i piloti con i rispettivi tecnici, c’è uno schermo rettangolare, che potrebbe essere lungo attorno ai 5 metri. Su una mensola sottostante c’è una scatola, dall’aspetto simile a una vecchia calcolatrice Olivetti, con dei tasti piuttosto grandi e bordati di rosso. Lowe ci spiega che stiamo guardando la strategy room: nei giorni di gara lo schermo mostra in diretta le immagini della corsa o delle prove inviate dalla pista, mentre attraverso delle cuffie e la tastiera gli ingegneri in sede possono comunicare con i loro colleghi ai box.

SI PUO’ PARLARE COL PILOTA I vari tasti servono per selezionare l’interlocutore: lo specialista delle sospensioni, piuttosto che dell’aerodinamica, dei freni eccetera. C’è anche il collegamento con i motoristi, che a loro volta sono in contatto con i colleghi di Brixworth. Dalla strategy room è possibile parlare con il pilota in macchina, ma è una possibilità riservata soltanto a un ingegnere, per non distrarre il driver.

FINO A 140 INGEGNERI NELL'UFFICIO TECNICO Al di là del grande schermo ci sono gli ingegneri, da 120 a 140, addetti al progetto e allo sviluppo della monoposto; mancano quelli che si occupano dell’aerodinamica, visto che la galleria del vento è in un altro edificio.

L’AUTOCLAVE PER CUOCERE I TELAI Scendendo al piano terra si passa al luogo in cui la macchina prende corpo. Subito si trova una grande autoclave che serve per la “cottura” delle parti in fibra di carbonio, a iniziare dalla scocca. In reparti adiacenti le “pelli” sono sovrapposte fra di loro oppure a formare dei pannelli con un’anima a nido d’ape, poi sono fatte aderire allo stampo o al modello (una volta in legno, oggi in poliuretano) che devono seguire e infine infilate nell’autoclave. La camera può contenere non solo l’intera scocca, ma anche il fondo della monoposto che è la componente più ingombrante per larghezza e lunghezza. L’autoclave può raggiungere una temperatura massima interna di 190 gradi ed esercitare una pressione di 90 psi, pari a 6,2 bar.

NELLA MECCANICA NON CI SI FERMA MAI Nel reparto machining sono effettuate varie lavorazioni, soprattutto di pezzi metallici, dagli ingranaggi alla barra dello sterzo con tanto di cremagliera, a molte altre. Le macchine sono tutte a controllo numerico e quindi è sufficiente impostare le misure da rispettare e loro provvedono a tutto il resto. Vi lavorano 35 persone ma il lavoro è tanto che non si interrompe mai, con il personale ripartito in tre turni per coprire le 24 ore.

UN’ATTENZIONE MANIACALE AI DETTAGLI Non particolarmente ampio, ma non per questo secondario, è il laboratorio per l’analisi dei materiali. Microscopi potentissimi e scanner, spettroscopi e altri strumenti sofisticati consentono di verificare la composizione dei materiali sintetici, l’efficacia di colle e altri tipi di adesivi, la qualità dei compositi e altri elementi, inclusi i fluidi come oli, benzina, liquidi freni e di raffreddamento.

IL BANCO SEVEN POST RIG Particolarmente spettacolare è la postazione chiamata “seven post rig” per l’analisi delle sospensioni e la valutazione dell’assetto. La monoposto, priva di carrozzeria e di ali appoggia ogni ruota su un pistone e nella parte inferiore è ancorata a tre aste. Un computer è in grado di far sì che i pistoni riproducano le forze che le ruote hanno subìto durante un determinato giro di pista e nello stesso tempo le tre aste collegate inferiormente alla scocca la “tirano” verso il suolo simulando il carico aerodinamico che schiaccia la vettura. Lo scopo di questi test è di affinare sempre più l’assetto per migliorare le prestazioni rispetto ai tempi sul giro effettivamente rilevati. Messo in opera da poco più di tre anni questo banco è molto utile anche in fase di riscontro delle reazioni previste dai progettisti, senza la necessità di recarsi in pista.

CONTROLLO QUALITA’ SEVERISSIMO Lungo il corridoio che porta alla zona assemblaggio si incontra il reparto “metal NDT”, non distructing technology, dove si controlla che le varie parti metalliche siano state realizzate secondo i dati di progetto, rispettando l’integrità del pezzo. Nella zona finale dell’ampio corridoio che si conclude con un’ampia apertura a saracinesca, si affacciano le zone dedicate alle singole monoposto.

SI VERIFICA IL CAMBIO DI NICO Queste aree sono cinque. Le prime due accolgono le monoposto in attività: durante la nostra visita su quella di Rosberg i tecnici stavano esaminando con una sonda l’interno della scatola del cambio, per verificare la causa del ritiro di Nico mentre era in testa al Gp di Gran Bretagna del giorno prima, mentre quella di Lewis era ancora quasi completamente montata.

SESSANTA PERSONE ALL’ASSEMBLAGGIO Nella parte opposta alle zone di montaggio si trovano i reparti che si occupano dei freni e dello sterzo, dell’assemblaggio dei sottogruppi e dei cambi, inclusi quelli della Force India. Qui lavora una sessantina di persone, con orari estremamente flessibili, in funzione delle necessità del team.

LA W05 SI SMONTA IN TRE ORE! Lo smontaggio completo della macchina, che normalmente si effettua al rientro in sede dopo ogni gara, richiede 3 ore. L’operazione inversa, invece è decisamente più lunga, dato che per rimettere insieme da zero tutte le componenti del puzzle destinato a togliere il sonno a tutti gli avversari di Hamilton e di Rosberg servono 14 ore. Bene, il giro è finito: nelle tre aree di assemblaggio che mancano prima di imboccare l’uscita con saracinesca, trovano posto ali e alettoni, i gruppi cambio e l’ultima è di riserva.

LA MENTALITA’ E’ VINCENTE Il Team Operation Centre non ha la stessa perfetta razionalità della fabbrica di Brixworth, né la stessa maniacale cura estetica e ciò è legato sia all’attività che vi si svolge, molto più sfaccettata e con maggiori interferenze con l’ambiente esterno, sia al fatto che è dislocato in vari edifici, non concepiti in origine come un unico complesso. I risultati comunque sono quelli che contano e Paddy Lowe e compagni dimostrano a ogni Gp di essere indiscutibilmente in condizioni di compiere sempre un eccellente lavoro.

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