Specchietti delle... allodole: la visibilità posteriore dei piloti è inadeguata
L'episodio in qualifica nel GP d'Austria che è costato la penalizzazione di tre posizioni in griglia di Vettel: Whiting lascia presagire che potrebbe essere un approccio diverso dei commissari.Ma perché non passare alla tecnologià più mderna?
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
La Ferrari tornerà ad abbassare gli specchietti retrovisori che dal GP di Spagna sulla SF71H sono stati attaccati all’Halo? La domanda è lecita e non ci sorprenderemmo troppo se la modifica dovesse arrivare in uno dei prossimi GP visto che Sebastian Vettel si è preso una giusta penalità perché il leader del mondiale di F1 nel Gran Premio d'Austria dello scorso weekend ha ostacolato la Renault di Carlos Sainz in Q2.
Il tedesco, dopo le qualifiche, aveva spiegato che il muretto del Cavallino non lo aveva informato dell'avvicinarsi di Sainz, ma aveva ammesso anche di non aver potuto vedere negli specchietti la sagoma della Renault che si stava avvicinando nel suo giro lanciato.
La buona fede di Seb non è mai stata messa in discussione, ma il collegio dei commissari sportivi alla fine ha deciso di sanzionarlo con tre posizioni sulla griglia di partenza perché il quattro volte iridato ha ammesso che non era in grado di vedere la monoposto dello spagnolo nei retrovisori e pertanto avrebbe dovuto spostarsi dalla traiettoria nel suo giro di rientro proprio perché non poteva sapere se stesse arrivando qualche avversario.
Da un punto di vista normativo la decisione è stata ineccepibile, tanto che la Ferrari ha preferito non commentare, mentre è stato lo stesso Vettel a ritenere che la retrocessione di tre posizioni in griglia, dal terzo al sesto posto, può essergli costata una vittoria alla domenica.
Una leggerezza che non ha avuto conseguenze su Carlo Sainz che si era già garantito il passaggio in Q3 con la R.S.18: “Seb non l’ha fatto apposta – ha spiegato lo spagnolo – la responsabilità di quanto è accaduto è più degli ingegneri che del pilota se non ti avvisano via radio che sta arrivando qualcuno”.
"Devo ammettere che se quell'episodio non mi avesse permesso di entrare in Q3 sarei stato più arrabbiato, ma avevo già fatto un buon giro nel Q2".
Charlie Whiting, direttore di prova della FIA, ha chiarito a Spielberg che i commissari possono consultare un database di tutti gli incidenti e le decisioni prese negli ultimi anni prima di attribuire le penalità”.
“Sulla base dei precedenti disponibili penso che il provvedimento sia stato giusto, coerente con le altre decisioni".
Whiting ha aggiunto che in futuro i commissari potrebbero cambiare l’attuale metro di giudizio, guardando anche alle conseguenze che un episodio può avere piuttosto che concentrarsi sulla scala delle sanzioni in funzione dei provvedimenti presi in precedenza.
"Se si guardasse all’episodio di sabato con questa ottica, emergerebbe allora che l’impatto dell’azione di Vettel non ha avuto effetti negativi su Sainz, e allora in quel caso, si sarebbe potuto procedere senza penalizzazioni. Ma non un argomento in discussione ora, forse ne parleremo in futuro”.
Fin qui l’aspetto normativo, ma quello che deve fare riflettere è che i piloti non vedono abbastanza negli specchietti. Averli montati solo per dire che rispettano delle regole scritte non vuole dire proprio niente, se poi, quando servono davvero è come se non ci fossero.
Se si vuole curare la sicurezza sarebbe molto più sensato o abolire i retrovisori per sperimentare delle telecamere capaci di mostrare su un visore al led nell’abitacolo cosa succede alle spalle del pilota, contribuendo alla ricerca anche per le auto di serie, oppure che si sistemino i retrovisori in modo da assicurare una buona visibilità posteriore.
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