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Sirotkin: "Volevo far vedere alla Williams di essere pronto. L'ho fatto"

Il russo ha ben figurato nell'ultimo giorno di test al volante della Williams FW40. "Peccato non aver sfruttato bene le gomme Ultrasoft nuove a causa di una Force India, altrimenti sarei stato più veloce", ha aggiunto.

Sergey Sirotkin, Williams

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sergey Sirotkin, Williams
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams
Sergey Sirotkin, Williams FW40
Sergey Sirotkin, Williams FW40

Sergey Sirotkin è stato una delle sorprese dei test di Abu Dhabi. Il ventiduenne moscovita è arrivato alla vigilia delle prove con la Williams dopo un’esperienza non proprio gratificante con la Renault, che di fatto non lo ha mai messo nelle condizioni di poter mostrare le sue capacità. Il test di Yas Marina con la FW40 è sembrata un’ultima chance per poter lasciare un segno, e Sirotkin l’ha colta alla grande.

Se l’obiettivo era quello di impressionare il team Sergey lo ha raggiunto (ottenendo il suo miglior tempo con mescola soft) partendo probabilmente da aspettative non elevate, ma subito nel box Williams si sono resi conto che Sirotkin non ha calcato il paddock di Formula 1 solo per i supporti economici che arrivano dalla Russia. Al termine delle sue prove il solitamente taciturno ex pilota di GP2 non ha nascosto la sua soddisfazione, sfoggiando un sorriso che ha detto molto.

Sergey, che bilancio fai di queste prove?
“È stata una buona giornata, sia in termini di quantità di lavoro che di qualità. Ho avuto modo di provare dei long-run e degli stint più brevi, variando la quantità di carburante e la tipologia di mescole. Nonostante il tempo a disposizione non fosse molto, anche a causa delle sostituzione del cambio durante la pausa pranzo, alla fine ho completato 86 giri, con tre simulazioni di gara ridotte. Credo sia andato tutto bene”.

Hai iniziato il tuo test con le soft, ti sei trovato bene?
“Dopo i giri di installazione con un set di ultrasoft usate sono passato alle ultrasoft 2018, sempre usate. Poi ho iniziato a girare con gomme nuove, alternando specifiche 2017 e 2018, ma purtroppo quando stavo per montare le ultrasoft nuove abbiamo avuto il problema al cambio. Il giro precedente avevo migliorato nel primo e secondo settore, ma poi nel tratto finale ho incontrato davanti una Force India e ho dovuto abortire il giro. Peccato, perché sarebbe stato un buon giro”.

Che feeling hai avuto con la monoposto Williams?
“Dopo i commenti di Robert al termine del primo giorno di prove ho capito che la macchina era abbastanza difficile. Piuttosto esigente, in termini di guida. E dopo aver girato posso confermare le sue osservazioni. Onestamente, tutto il suo feedback è stato esattamente ciò che ho sentito alla guida. Ma devo anche dire che questa monoposto è molto più facile della Renault che ho guidato in precedenza, quindi è stato meno difficile trovare il limite. Dopo pochi giri avevo già un feeling molto buono, l’adattamento è stato meno complesso del previsto”.

Sei soddisfatto dei riscontri arrivati dai long-run?
“Nell’esperienza in GP2 il ritmo sul passo gara è stato uno dei miei punti forti. Non ero preoccupato dai long-run, ero fiducioso. L’unico problema è che non avevo una posizione perfetta nella monoposto, ma per il resto nessun altro imprevisto.

Come ti sei trovato lavorando con Robert?
“Lo conoscevo già, e ho un grande rispetto, lo dico proprio onestamente. Al di là dei riscontri, solo quello che sta facendo merita grande rispetto. Ho visto tante cose in lui in cui mi rispecchio, e sono cose che si vedono sempre meno: ama davvero ciò che fa, e ci mette tutto se stesso. E questo merita un grande rispetto”.

Cosa ti aspetti ora dopo questo test?
“Sarò in Williams la prossima settimana, per analizzare insieme al team come sono andati questi test. Cosa accadrà dopo? Bella domanda. Credo di aver fatto la mia parte, il mio compito era quello di dimostrare che sono pronto, e non potevo fare nulla di più di ciò che ho fatto. Quello che accadrà ora, non dipenderà più da me”.

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