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Simulazione GP di Russia: sulla curva più lunga del mondiale ci sono 3g per 6 secondi!

La pista di Sochi non è affatto spettacolare, ma l'impianto russo esalta alcune caratteristiche tecniche delle monoposto di F1. I motori stanno full gas per il 71% del giro per cui il consumo è critico: sulla carta serve il "pieno" di benzina di 105 kg per completare la distanza del GP.

Tramonto sul Parco olimpico

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

La pista di Sochi non è certo una delle più amate del calendario della F1, ma ciononostante l’appuntamento del GP di Russia offre alcuni spunti tecnici molto interessanti di una gara che può definire con maggiore chiarezza quale sarà l’esito della sfida iridata fra la Mercedes e la Ferrari.

Lewis Hamilton ha 40 punti di vantaggio su Sebastian Vettel e la Stella ne può gestire 47 nel mondiale Costruttori. Il circuito disegnato dall’architetto Hermann Tilke è un semi-cittadino di 5.848 metri che utilizza solo 1,7 km di strade urbane: risulta essere il quarto del calendario 2018 per lunghezza e il terzo meno tortuoso dopo Baku e Monza segno che i motori sono chiamati a un grosso impegno.

 

Photo by:

Ci sono 12 curve a destra e 6 a sinistra con un asfalto a bassa aderenza che usura poco gli pneumatici, ragione per cui la Pirelli ha portato le stesse gomme usate a Singapore (Hypersoft, Ultrasoft e Soft), confermando il salto di una mescola (Supersoft) per spaziare di più il divario in tempo che, altrimenti, avrebbe offerto un delta troppo limitato.

Meccanico della Mercedes con le gomme Hypersoft della Pirelli

Meccanico della Mercedes con le gomme Hypersoft della Pirelli

Photo by: Mark Sutton / Sutton Images

La simulazione di Magneti Marelli, infatti, indica che a Sochi la differenza prestazionale tra gomma Hypersoft e Ultrasoft sarà di 0”4 mentre il salto tra Ultrasoft e Soft dovrebbe essere di 1”1.

Il circuito è caratterizzato da tratti veloci e curve ad angolo retto: l’impianto si distingue per la Curva 3, che gira attorno alla piazza dell’Olimpic Park, che è la più lunga del mondiale con i suoi 760 metri di lunghezza. Le monoposto di F1 la percorrono con il gas tutto aperto sollecitando in particolare la gomma anteriore destra che è sottoposta a un’accelerazione laterale di circa 3 g per quasi 6”, mentre nel resto del tracciato sarà l’anteriore sinistra a essere sotto sforzo con le 12 curve a destra.

Casse sul rettilineo principale

Casse sul rettilineo principale

Photo by: Mark Sutton / Sutton Images

La Curva 3 mette a dura prova anche la lubrificazione dei motori con i fluidi che subiscono per 6” la forza centrifuga e vengono spinti verso la bancata di destra. Il 6 cilindri turbo resta con l’acceleratore aperto per il 71% del tempo e c’è un tratto di 15” che si percorre in pieno dall’uscita di Curva 18 fino alla staccata di Curva 2 per una distanza di 1.160 metri e un secondo tratto da 12”5 di 960 metri.

Mercedes W09: ecco la power unit senza cofano

Mercedes W09: ecco la power unit senza cofano

Photo by: Giorgio Piola

Le squadre, quindi, torneranno a usare il propulsore nella configurazione più recente (motore 3 per Ferrari e Mercedes) dopo aver usato lo step 2 a Singapore. Sochi è molto sensibile alla potenza (si guadagnano 0”20 ogni 10 cavali in più) e al peso (10 kg costano 0”22) quindi si esalta il buon recupero di energia dai gas di scarico e il motore con bassi consumi.

L’ala mobile è utilizzabile in due punti: dopo il rettilineo dei box tra Curva 1 e Curva 2, dove si toccheranno secondo la simulazione Wintax i 333 km/h di velocità massima con il DRS aperto e stando in scia; e nel rettilineo secondario che è dotato di due pieghe ad ampio raggio.

La pista richiede un carico medio per garantire un buon grip sull’asfalto scivoloso, ma ci sarà chi oserà, tipo la Red Bull, una configurazione medio bassa per esaltare le velocità di punta e ridurre il consumo di benzina con una minore resistenza all’avanzamento.

L’uso dell’ala mobile consente un aumento di circa 15 km/h della velocità massima che può arrivare fino a picchi di 16-19 km/h se la monoposto è in scia e sfrutta la massima spinta dell’ERS.

Uno dei dati da tenere in grande considerazione è quello dei consumi: servirebbe il “pieno” di 105 kg di benzina per completare la gara, tuttavia si può puntare a macchine più scariche per avere meno resistenza e all’oculata gestione del recupero di energia dalla MGU-H. Altrimenti i piloti saranno costretti a fare lifting (rilascio graduale dell’acceleratore) prima delle staccate.

In Russia è possibile recuperare 899 kJ in frenata con la MGU-K e 3.586 kJ in accelerazione con la MGU-H per un totale di 4.485 kJ per giro: si tratta di valori elevati che fanno di Sochi il terzo tracciato per energia recuperata dopo Baku e Spa, ma parliamo di due autodromi che sono più lunghi di almeno un chilometro.

Appare evidente che l’ERS è molto sollecitato: il sistema ibrido per la simulazione di Magneti Marelli vale 2”8 al giro e determina un incremento di velocità di 19 km/h.

Mercedes W09, cestello del freno posteriore che ha debuttato a Singapore

Mercedes W09, cestello del freno posteriore che ha debuttato a Singapore

Photo by: Giorgio Piola

Anche i freni sono particolarmente sollecitati: l’impianto viene sfruttato per 13”1 al giro con due staccate intense, quella di Curva 2, dopo il lungo tratto a piena potenza seguita da quella alla Curva 13, più per durata che per intensità.

Per quanto riguarda la trasmissione servono 3.021 cambiate per compiere la gara. Le marce più sollecitate sono la sesta e la settima, utilizzate rispettivamente per il 23% e 19%.

Il record da battere è quello della pole di Sebastian Vettel con la Ferrari SF70H nel 2017 di 1'33"194. Verrà sbriciolato?

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