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Senza soldi pubblici non si avranno più Gran Premi in Europa

Dopo Monza, anche Silverstone cerca il supporto di Stato: Damon Hill per salvare il GP di Gran Bretagna dal 2019 in poi invoca il supporto pubblico: "Si tratta di una vetrina a buon mercato per pubblicizzare la nostra bandiera nel mondo!".

Silverstone

Silverstone

Nissan Motorsports

Damon Hill, Sky Sports Presenter
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 sul Silverstone Stage
Vista del Silverstone wing
Lorenzo Ballenca, Photographer
Atmosfera di Monza
The flags of Monza, Italy and Europe

I Gran Premi di Formula 1 sono sempre più un affare di Stato. Da eventi in grado di garantire un profitto al promotore che si accollava il rischio di organizzare una manifestazione sportiva, le gare del Mondiale sono ormai un flop quasi certo in termini di economia locale.

La Formula 1 nel tempo si è evoluta, allargando il suo bacino di pubblico e diventando di fatto un evento globale. E questo non deve essere interpretato come un percorso negativo, ma come una cammino che ha cambiato le regole del gioco, ad iniziare da quelle economiche.

E’ storia recente l’accordo per il rinnovo del Gran Premio d’Italia, obiettivo raggiunto grazie al supporto di fondi garantiti dall’Automobil Club. C’è chi ha storto il naso davanti alla spesa di soldi pubblici, quasi fosse un tampone resosi necessario da una cattiva gestione dell’evento monzese. Ma qualche mese dopo ecco nella stessa situazione il Gran Premio di Gran Bretagna, altra contesto storico della Formula 1.

Il futuro della corsa di Silverstone dopo il 2019 è un grande punto interrogativo, e Damon Hill ha suonato l’allarme. L’ex campione del Mondo ha radiografato molto bene la situazione, lanciando un appello al governo britannico.

“Questo è un evento nazionale molto amato – ha spiegato Hill – ma per qualsiasi motivo è sempre stato molto difficile ottenere finanziamenti da parte del governo. Forse è arrivato il momento di guardare al Gran Premio di Gran Bretagna nel contesto di ciò che accade altrove, e rendersi conto che si tratta di una vetrina a buon mercato per pubblicizzare la nostra bandiera nel mondo".

"Quando pensiamo al post-Brexit, credo che questa opportunità sia tra quelle in cui dobbiamo investire per mostrare al mondo ciò che sappiamo fare. I proprietari di Silverstone hanno svolto un ottimo lavoro nel portare il pubblico sulle tribune, ma nessuno ne ha ricavato un profitto economico. Come evento sportivo nazionale, il Gran Premio di Gran Bretagna credo che dovrebbe beneficiare di una sorta di contributo da parte del paese”.

Pur trattandosi di Gran Premi che registrano una grande affluenza di pubblico, quelli di Monza e Silverstone restano due GP a rischio, ovvero non in grado di auto-finanziarsi. Qualcosa non gira, oppure qualcosa deve cambiare nel modo di intendere un Gran Premio.

L’impressione è che un evento di Formula 1 non sia più un’occasione di profitto locale, ma uno spot su scala Mondiale che garantisce ad una nazione un ritorno in termini di immagine. A dirlo, oltre ovviamente ad Ecclestone, è soprattutto il mercato, visto che molte paesi emergenti (Bahrain, Abu Dhabi, Singapore, Azerbaijan etc, etc) hanno visto nella Formula 1 la possibilità di sfruttare una vetrina mondiale.

A fronte di questa valenza, Ecclestone (che di mestiere fa pur sempre il promotore) ha alzato i prezzi delle manifestazioni, e a farne le spese sono quelle nazioni rimaste legate alla vecchia gestione dei Gran Premi, come dimostra la perdita progressiva di gare in Europa nonostante i benefit garantiti a queste sedi da Mr. E per motovi storici.

L’allarme lanciato da Damon Hill è molto chiaro, ovvero un appello affinché anche in Gran Bretagna (ma sarebbe meglio dire in tutto il vecchio Continente) la Formula 1 venga vista come un’opportunità commerciale.

I governi stanziano contributi per Calcio, Olimpiadi, ed altri eventi Internazionali con share molto minori rispetto alla Formula 1. Ma per lo sport motoristico da noi si muove poco o nulla, mettendo di fatto a rischio la presenza della Formula 1 in Europa.

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