Rossi: "Verstappen? Gran talento, ma in pista gioca un po' al limite"
Nella lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il "Dottore" si è concesso anche qualche divagazione sulla F.1. Sul pilota della Red Bull ha detto: "Non ha ancora capito che non deve andare di petto contro tutti".
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
Valentino Rossi ha parlato anche di Formula 1 nella lunga intervista che ha concesso nei giorni scorsi alla Gazzetta dello Sport. Lo spunto più interessante lo ha dato quando gli è stato chiesto un parere su uno degli astri nascenti del Circus, l'olandese Max Verstappen.
A soli 20 anni, il pilota della Red Bull ha già conquistato tre vittorie, dimostrando una classe cristallina. Tuttavia, il figlio d'arte è stato spesso al centro di polemiche, perché in bagarre difficilmente alza il piede e quindi gli è capitato di rimanere coinvolto in diversi incidenti, causando spesso anche delle reazioni piccate da parte dei colleghi.
Questo sembra essere anche il pensiero del "Dottore", che gli riconosce un grande talento, ma ritiene che ora Max debba maturare ed iniziare a capire quando è il momento di attaccare e quando invece forse è il caso di aspettare. Ed è interessante se si pensa che comunque anche il pesarese di indole è un pilota sempre pronto ad entrare quando vede il varco giusto.
"Per quello che fa in macchina è indiscutibile che, se ami il motorsport, ti faccia emozionare. E' un grandissimo talento. Però mi sembra che non abbia ancora capito che non deve andare di petto contro tutti, e delle volte in pista fa cose che, o l'altro si sposta o vanno fuori tutti e due. Lui gioca su queste cose, è un po' al limite" ha detto Valentino.
Le differenze di ingaggio tra F.1 e MotoGP
Restando sempre in tema Formula 1, gli è stato chiesto anche della grande differenza con gli ingaggi rispetto alla MotoGP. Nel Circus i più pagati, come Lewis Hamilton o Sebastian Vettel guadagnano cifre comprese tra i 30 ed i 40 milioni di euro, mentre tra le due ruote il più pagato è Jorge Lorenzo.
Un dislivello che fa un po' rabbia a chi comunque mette a rischio la sua vita allo stesso modo e si impegna al massimo per cercare di eccellere, ma che chiaramente dipende da questioni di mercato, come ha sottolineato lo stesso Rossi.
"Come abilità, classe, livello di rischio e livello di quanto ti devi fare il culo per stare lì davanti, non è giusto. Però va detto come l'automobilismo, la F.1, sia uno sport molto più famoso e globale del motociclismo: tutti hanno la macchina e pochi hanno la moto, fa girare molti più soldi. Quindi ci sta".
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