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Rivoluzione Ferrari: via Arrivabene, il team principal diventa Binotto!

Il presidente della Ferrari, John Elkann, durante le feste natalizie ha delineato i cambiamenti nel Reparto Corse del Cavallino che sono stati anticipati dalla Gazzetta dello Sport. Binotto non nominerà un direttore tecnico, ma la gestione del team sarà più simile alla Mercedes.

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari e Mattia Binotto, Chief Technical Officer Ferrari

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari e Mattia Binotto, Chief Technical Officer Ferrari

Sutton Motorsport Images

È rivoluzione in Ferrari. Maurizio Arrivabene fuori dalla Scuderia. Il ruolo di team principal viene affidato a Mattia Binotto che è stato direttore tecnico fino a ieri. L’anticipazione della Gazzetta dello Sport ha scombussolato la giornata del Reparto Corse perché soltanto pochissimi uomini di vertice del Cavallino rampante erano a conoscenza di cosa il presidente John Elkann aveva deciso nel periodo delle vacanze natalizie.

E aspettavano che fosse un comunicato interno a ufficializzare i cambiamenti alla conduzione della Scuderia Ferrari: il dualismo fra Arrivabene e Binotto è stato vinto dal tecnico reggiano, svizzero di nascita: Mattia aveva minacciato di lasciare Maranello dopo aver ricevuto le offerte di Mercedes (poi smentite) e Renault, ma in realtà la sua ambizione era di completare un lavoro iniziato sotto l’egida di Sergio Marchionne, il presidente che non c’è più, ma che aveva scommesso il futuro su Binotto.

Maurizio Arrivabene paga il fatto di aver perso l’ultimo mondiale con una SF71H che per buona parte della stagione è stata superiore alla Mercedes che, poi, al netto dei ripetuti errori di Sebastian Vettel, si è portata a casa i due titoli iridati 2018.

Da John Elkann è arrivata una bocciatura del manager bresciano di 61 anni non solo per il mondiale fallito, ma anche per la gestione del team in modo troppo verticistico che ha acceso diversi rancori e delusioni. E' probabile che Maurizio possa trovare una nuova collocazione alla Juventus nello staff dirigenziale.

La Gazzetta ha anticipato quello che dovrebbe essere un comunicato ufficiale, prendendo il marchio di sorpresa. La Ferrari inizia il 2019 con una svolta che chiude il lungo dissidio fra i due “galli nel pollaio”. Mattia Binotto conosce la “macchina” del Reparto Corse alla perfezione e non ha bisogno di alcun periodo di inserimento per scoprire tutti i segreti della Scuderia. È attivo da subito: dovrà ripartire quelle che sono state le sue competenze tecniche a un gruppo di ingegneri dando più fiducia a Enrico Cardile che segue la nascita della Ferrari siglata 670 e a Corrado Iotti, capo dei motoristi.

È facile prevedere la nomina di un direttore di fabbrica che sappia dare le priorità nella produzione delle parti della Rossa durante lo sviluppo, visto che questo ruolo era coperto proprio da Binotto. È dato per certo che non ci sarà un vero e proprio direttore tecnico, ma il ruolo sarà coperto da una serie di figure che avranno più responsabilità e che risponderanno direttamente al team principal.

La revisione del mondo Ferrari riguarda anche l’area prodotto: si parla dell’arrivo di un super consulente al fianco di Louis Camilleri: la gestione dell’AD, dopo la prematura scomparsa di Sergio Marchionne, ha portato a un sensibile calo nel valore azionario. La Gazzetta non esclude che si riveda più frequentemente a Maranello, Amedeo Felisa che ancora fa parte del CDA del Cavallino, ma Elkann potrebbe scegliere un altro "scudiero" di Camilleri, visto che il manager ex Philip Morris non ama le luci della ribalta e si apprezzare per le ripetute assenze. Ma la Ferrari ha bisogno anche di visibilità per alimentare il “sogno” e c’è chi auspica che a Maranello si scommetta sul futuro tenendo in debita considerazione Enzino Ferrari, il giovane nipote di Piero, il vice-presidente del Cavallino.

Adesso è troppo presto per delineare degli scenari a più lungo termine. Negli auguri di Natale avevamo evidenziato come fosse impossibile gestire la Scuderia Ferrari con un “mostro a due teste”: John Elkann non ha perso tempo, dando sostegno e continuità a quello che era il progetto di Sergio Marchionne.

E Sebastian Vettel, che si è molto esposto a favore di Arrivabene nella diatriba di vertice, adesso dovrà dimostrare di essere il quattro volte campione del mondo che tutti abbiamo conosciuto, perché Charles Leclerc non avrà alcun ruolo di scudiero: il neo pilota ferrarista, dovrà imparare cosa vuole dire lavorare in un top team e lottare per la vittoria, ma la squadra di Maranello andrà alla sfida con la Mercedes con un attacco a due punte…

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