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Rivola: "FDA sfornerà un campioncino, ma cerca un ferrarista"

Il responsabile della Ferrari Driver Academy, Massimo Rivola, segue nel box di Barcellona il test di Antonio Fuoco sulla SF16-H: l'ex direttore sportivo spiega a Motorsport.com quali obiettivi insegue con il suo mandato.

Massimo Rivola, Direttore Sportivo Ferrari

Massimo Rivola, Direttore Sportivo Ferrari

Antonio Fuoco, Ferrari SF16-H
Antonio Fuoco, Ferrari SF16-H
Giuliano Alesi, Trident, Jean Alesi, Antonio Fuoco, Trident
Antonio Fuoco, Ferrari SF16-H
Antonio Fuoco, Ferrari SF16-H
Antonio Fuoco, Trident
Antonio Fuoco, Trident

Il test che Antonio Fuoco sta svolgendo oggi a Barcellona, al volante della Ferrari SF16-H, non è di grande importanza solo per il giovane pilota calabrese. Al seguito di Fuoco c’è Massimo Rivola, responsabile della Ferrari Driver Academy che ha esordito in pista nel suo nuovo ruolo lo scorso settimana, seguendo proprio a Barcellona la prima gara GP3 stagionale di Fuoco e Charles Leclerc, i due piloti di punta della FDA.

A distanza di due giorni Rivola è tornato in quel box Ferrari frequentato per tanti anni nel ruolo di direttore sportivo, ma questa volta le sensazioni sono state differenti.

Le prime domande, e non avrebbe potuto essere altrimenti, sono state però sul baby-boom che rischia di innescare la vittoria di Max Verstappen. Il lato positivo del successo del pilota olandese è però un’attenzione nei confronti dei vivai destinata a crescere.

Quanto è importante oggi un vivaio per una squadra di Formula 1?
“La Ferrari ci crede molto, e quest’anno abbiamo strutturato un programma per quattro ragazzi. Due sono in odore di Formula 1, Antonio Fuoco e Charles Leclerc, ma non credo sia giusto mettere pressione nei loro confronti. Queste sono grandi opportunità per provare una monoposto di Formula 1, ma il loro obiettivo della stagione è far bene in GP3".

La Red Bull aveva 5 giovani provenienti dal suo vivaio nella top-10 del Gran Premio dello scorso weekend. Come giudichi i loro risultati?
“Credo che alla base di tutto ci sia un programma di marketing. Loro vendono un prodotto che è completamente diverso dal nostro, e hanno costruito una strategia mirata, inserendo moltissimi piloti nel loro programma ‘junior’. Qualcuno è arrivato in Formula 1, molti altri no, ma sono comunque stati bravissimi. Hanno strutturato un team di Formula 1 mirando proprio alla crescita di giovani, ed in quanto ad impegno tanto di cappello al loro lavoro”.

La Ferrari è sempre stata un punto d’arrivo nella carriera di un pilota. Credi che sarà mai possibile vedere un diciottenne alla guida di una vostra monoposto di Formula 1?
“Mai dire mai, ma credo che la Ferrari rappresenti una grande responsabilità per un pilota, come nessun altro team. E può essere un peso che un ragazzo di diciotto anni fatica a sopportare”.

Credo nella possibilità di vedere un giovane della Driver Academy al volante di una vostra Formula 1 nelle vesti di titolare in tempi brevi?
“Questa è una domanda che va fatta a chi è sopra di me. Il mio obiettivo è quello di preparare i ragazzi alla Formula 1, facendoli emergere e vincere nei campionati che stanno disputando. Non sta a me dire se avranno o meno l’opportunità di salire su una Formula 1".

"Ovviamente giornate come queste sono già un’importante opportunità per valutare un pilota, non solo in pista, ma anche nel modo di approcciare il lavoro con gli ingegneri e nel supporto che garantisce alla squadra”.

Quali sono i principi della Ferrari Driver Academy? Condividete la politica aggressiva di una Red Bull che retrocede un pilota dopo quattro gare?
“Credo che una decisione come quella che hanno preso in Red Bull alla vigilia dello scorso weekend possa anche essere dettata da motivi contrattuali. La Ferrari oltre al pilota vuole forgiare anche il Ferrarista, un modo di vivere la Ferrari che va oltre le capacità di guida”.

Hai un identikit del Ferrarista che cercate?
“Ogni pilota ha le sue caratteristiche. Oggi abbiamo in pista Antonio Fuoco, che per carattere ha un approccio graduale e molto meticoloso. Abbiamo avuto altri ragazzi che nei primi giri provavano già ad arrivare al limite della monoposto. Non posso dire cosa piace a me, ma lavorare con questi giovani è davvero una bella esperienza. Sono ottimista comunque sulla possibilità di sfornare un campioncino”.

Dopo tanti anni al muretto box, oggi stai vivendo il primo test nel tuo nuovo ruolo di responsabile della Academy. Che sensazioni stai provando?
“E’ il mio primo test in questa veste, come lo è stato lo scorso weekend al seguito dei nostri piloti GP3. So che non bisogna affezionarsi troppo ai ragazzi, ed ho imparato la lezione con Jules Bianchi. Ma lavorare con giovani piloti in un progetto come il nostro, in cui i piloti vivono a Maranello, mi porta a passare davvero tanto tempo con loro".

"Così a volte sei il papà cattivo, altre il buono. Oggi cerco di essere distaccato, per poter giudicare con maggiore freddezza il loro rendimento. E non intendo solo il tempo sul giro, ma come si pongono con tutta la squadra. Come dicevo prima…il modo di essere ferraristi”.

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