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Ricciardo: c'è stata la telefonata di Mateschitz che allunga il contratto

Prim'ancora che l'autore della pole sia andato in conferenza stampa A, Daniel ha ricevuto una chiamata dal capo Red Bull che non si è limitato a fare i complimenti all'australiano. Che Marko e la Red Bull sia costretti a cambiare strategia?

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing, riceve il trofeo pole position da Sir Jackie Stewart
Il poleman Daniel Ricciardo, Red Bull Racing festeggia nel parco chiuso con il Dr Helmut Marko, Consulente Red Bull Motorsport
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing, Helmut Markko, Consulente, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing, Helmut Markko, Consulente, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing, festeggia la pole position tra Sebastian Vettel, Ferrari, e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Sebastian Vettel, Ferrari and Daniel Ricciardo, Red Bull Racing nella conferenza stampa
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Il poleman Daniel Ricciardo, Red Bull Racing festeggia nel parco chiuso
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14

Mentre Daniel Ricciardo attendeva Sebastian Vettel e Lewis Hamilton per la tradizionale foto post-qualifiche, nella pit lane di Monte Carlo è arrivato trafelato Helmut Marko con un telefono in mano: “Daniel, è per te”.

“Era il capo, Dieter Mateschitz – ha poi spiegato Ricciardo – ed era felice, quindi diciamo che è stata una bella telefonata”.

La chiamata del boss austriaco, che non ha resistito alla tentazione di congratularsi con Ricciardo per la pole position prima ancora che l’australiano si recasse alla conferenza stampa, è sembrata molto eloquente.

Facciamo un passo indietro di sei settimane, alla vigilia del GP di Cina. I piani della Red Bull erano quelli di provare a tenere Ricciardo (in scadenza di contratto) ma senza un’eccessiva convinzione e alle condizioni dettate dal team.

L’uomo battezzato per il futuro della Red Bull era infatti già stato vincolato lo scorso anno: Max Verstappen. L’olandese è stato blindato fino al 2020 con un contratto che prevede una crescita progressiva del compenso fino ad un tetto che nel paddock è valutato in trenta milioni di dollari.

Che la Red Bull non sia stata così convincente nei confronti di Ricciardo lo ha confermato anche la decisione di Daniel di valutare alternative, una conclusione a cui era arrivato già nella parte finale della scorsa stagione.

Per Marko il futuro è Verstappen, che probabilmente sente come la sua migliore operazione di ‘scouting’ da quando, quindici anni fa, ha iniziato ad occuparsi di giovani piloti. Ma a complicare la vita del consulente speciale della Red Bull sono stati i verdetti della pista, tutti contro Max.

La gara persa in Cina è stato il primo episodio da penna rossa, poi è arrivato l’incidente fratricida con Ricciardo a Baku (giudicato un concorso di colpa dalla Red Bull ma in realtà causato dall’olandese) ed infine l’errore commesso oggi a Monte Carlo.

La lista degli orrori è arrivata a quota tre nell’arco di quattro gare. Troppi, anche se sul piatto della bilancia c’è la conferma che quando le cose vanno bene, il talento di Verstappen è qualcosa di straordinario.

Nel frattempo Ricciardo ha macinato punti, aggiungendo alla vittoria di Shanghai la pole position conquistata oggi nel Principato, confermando quel mix di velocità e solidità senza il quale è impossibile puntare ad un Mondiale.

Sul piatto ci sono tutti gli ingredienti per un ripensamento, e la telefonata odierna di Mateschitz (vista in mondovisione) sa tanto di retromarcia. Lo sport offre a volte storie di grandi rivincite, e quello di Ricciardo sembra un riscatto in piena regola.

In meno di due mesi lo scenario è decisamente cambiato, e per quanto Verstappen sia il futuro, il presente non può attendere. Così non è da escludere che il grande capo della Red Bull abbia richiamato a rivedere le sue decisioni anche lo stesso Marko, che ora rischia di trovarsi in difficoltà per aver battezzato Verstappen ciò che oggi ancora non è.

Ed oggi Ricciardo sembra avere il gioco in mano, che vuol dire poter dettare eventuali condizioni economiche e ottenere garanzie sul fronte delle gerarchie interne al team. Sempre poi che Daniel voglia davvero restare, e sempre che non abbia già firmato un contratto per traslocare a fine anno in altri lidi. In quest’ultimo caso la beffa per il sistema Red Bull, a cui piace vantarsi di far crescere in casa i propri piloti, sarebbe atroce.

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