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Retroscena della crisi Ferrari

Scopriamo cosa è andato storto sulla F10 nel week end turco

La Ferrari sperava in una vittoria per festeggiare l'800. Gran Premio della sua storia e se ne torna a casa con le pive nel sacco. Felipe Massa settimo e Fernando Alonso ottavo, insomma una gara da buttare via. Da dimenticare in fretta. Perché se questa è la Ferrari attuale c'è da preoccuparsi molto seriamente. Mentre le altre squadre progrediscono gara dopo gara, la Rossa va indietro come i... gamberi rossi. I due piloti del Cavallino sono stati costretti al ruolo delle comparse in un Gran Premio che, invece, si è rivelato molto combattuto e spettacolare. Erano avulsi dalla lotta e in certi momenti più preoccupati a difendersi che ad attaccare. Alonso nel finale ha dovuto ricorrere alle maniere forti per avere la meglio sull'argigno Vitaly Petrov, certamente in giornata di grazia con la sua Renault. Ma allora cosa è successo alla F10 se il presidente Luca di Montezemolo si era speso in prima persona a puntare su un possibile successo della Rossa? A Maranello temevano le Red Bull, d'accordo, ma in Turchia le Ferrari sono state malmenate anche da McLaren, Mercedes e Renault. Un passo indietro troppo grande per essere vero. Diciamo subito che i tecnici di Aldo Costa si sono persi nella strada dello sviluppo inseguendo l'F-Duct della McLaren, ma basta andare a vedere la lista delle velocità massime per scoprire che le Rosse erano almeno 10 km/h più lente delle Mp4-25 capaci di arrivare a 321 km/h in gara. Il sistema della Ferrari non è tutta quella panacea che sembrava, mostrando limiti importanti nonostante il lavoro si sviluppo fatto per facilitarne l'uso da parte dei piloti (a Istanbul si azionava con la gamba e non con la mano sinistra). La Ferrari manca non solo di carico, e questo lo sapevamo già, ma ora ha un gap anche nelle velocità. Insomma un disastro. Eppure la colpa questa volta non va attribuita solo al reparto aerodinamico, perché in Turchia la F10 è andata in crisi nella parte meccanica della monoposto. Le sospensioni anteriori non hanno funzionato a dovere per sfruttare il potenziale delle gomme. L'allarme era già scattato nelle prove libere del venerdì quando era emerso in modo palese che le Rosse non avevano motricità. I tecnici in pista sabato mattina hanno provato a ribaltare le scelte del giorno prima, sperando di trovare una strada alternativa, ma le cose alla fine sono anche peggiorate. Le F10, a differenza delle McLaren che strisciavano con il pattino sull'asfalto tanto erano basse, hanno dovuto correre con un assetto morbido perché altrimenti il consumo delle gomme sarebbe stato anomalo. Di conseguenza, avendo scuotimenti accentuati, non si sono potuti permettere una monoposto con la minima altezza da terra. Sollevare di un paio di millimetri il fondo equivale a pardere molto carico aerodinamico. È il gatto che si morde la coda... Con una vettura certamente instabile si spiega l'errore di Alonso in qualifica che lo ha portato al bloccaggio delle ruote in frenata e alla perdita della traiettoria ideale, ma lo spagnolo ha provato a metterci del suo per andare oltre i limiti della macchina e ne ha pagato le conseguenze. È evidente che a Maranello hanno sbagliato qualcosa di grosso nella delibera della F10. Lo sguardo è al Gp del Canada, una pista che dovrebbe esaltare le doti della Ferrari con accelerazioni e frenata violente: in attesa che a Valencia arrivi il pacchetto aerodinamico che deve rilanciare il campionato della Rossa (la F10 disporrà degli scarichi che soffiano nel doppio diffusore, una soluzione che richiede il quasi totale rifacimento del retrotreno), si vedrà un pacchetto aerodinamico (ali e bandelle) studiate per l'occasione, nella speranza che le sospensioni tornano a fare il loro dovere...

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