Report strategie: ecco come Red Bull ha insidiato Mercedes
James Allen analizza le strategie del Gran Premio del Giappone e la battaglia per la vittoria fra gli ordini delle varie squadre.
Foto di: James Allen
Motorsport Blog
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Per i fan è facile supporre che una gara ad una sola sosta sia semplice da gestire come strategie, ma nel caso del Gran Premio del Giappone 2017 si va ben oltre le semplici apparenze.
Le squadre si sono presentate alla gara con soli 4 giri di dati accumulati sui quali basarsi per affrontare un primo stint di 25 tornate. Suzuka è una pista che richiede aggressività e, come visto negli anni passati, Red Bull ne ha tratto beneficio.
La squadra austro-inglese si è presa molti rischi per provare a far vincere Max Verstappen, costringendo quasi la Mercedes a cambiare il piano previsto per Lewis Hamilton, il quale è comunque riuscito a mantenere il comando e a portarsi a casa il successo.
Più avanti vedremo come due dei team di metà classifica abbiano impartito ordini di scuderia impedendo ai piloti di compiere sorpassi, come il ruolo di Valtteri Bottas (nei panni di aiutante di Hamilton) gli sia costato il podio e di come una partenza lanciatissima di Sebastian Vettel sia stata vanificata (con le possibilità di vittoria) dal problema ad una candela.
Aspettative pre-gara
Con poche prove sull'asciutto, i team si sono ritrovati con una quantità limitata di dati su cui lavorare per le strategie. Le gomme soft e supersoft erano quelle più indicate, ma Vettel aveva detto che non sarebbe stato un problema poiché conosceva bene il rendimento degli pneumatici. A Silverstone avevamo però visto che il tedesco soffrì il degrado in quelli anteriori che gli negarono la possibilità di stare fuori più a lungo, cosa rimasta in mente a molte persone.
Ci si aspettava dunque una gara a sosta singola, ma c'erano anche parecchie incognite e Piani B pronti ad essere utilizzati.
L'incertezza ha creato parecchi grattacapi ai team; ciò perché quest'anno le gomme sono più resistenti (nel 2016 chi fece un solo pit-stop aveva utilizzato medie e dure!), dunque si è privilegiata la sosta unica.
Con due cose da tenere bene in considerazione: i rischi alla partenza, una delle poche possibilità di sorpassare, e il fatto di essere i primi di un gruppetto, dovendosi così proteggere nelle traiettorie e copiare gli altri nelle strategie.
A sottolineare l'importanza di questo fattore nel caso di una sosta ci si potrebbe domandare: cosa fare nel caso un rivale si fermi in anticipo, per esempio al giro 16? Ti difendi o copi la mossa?
La strategia a due soste ha invece creato divari a chi era nel traffico, mentre quelle ad una portavano a dubbi, specialmente ai piloti. Ecco perché a volte si è sentito Lewis Hamilton parlare via radio a proposito delle strategie: era ovviamente in stato di incertezza. Ciò che alla fine lo ha indotto ad effettuare una sola fermata è stato il periodo di Virtual Safety Car, che ha dato alle gomme modo di riposarsi.
Lo scorso anno, a Suzuka, non c'erano state VSC e tutti erano arrivati alla fine, mentre oggi le vetture sono più veloci e c'era maggior rischio di sbagliare, cosa che in F.1 può accadere.
Fra tensioni e dubbi, un team come la Red Bull – che non ha nulla da perdere nel campionato piloti – ha potuto prendersi più rischi.
Ecco come Verstappen ha cercato di vincere nuovamente
Verstappen ha vinto in Malesia con un sorpasso molto aggressivo nei confronti di Lewis Hamilton, il quale, direte voi, lo ha rispettato. Forse anche più di quanto dovuto, dato che aveva un problema al motore.
Quando l'olandese ha fatto altrettanto al via di Suzuka con il suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, di fatto si è trovato nei panni di giocarsi la vittoria, con la Red Bull nuovamente forte.
Con il primo set di gomme supersoft ha avuto un passo simile a quello di Hamilton, ma il consumo di quelle anteriori hanno consentito al britannico di allungare. Il team principal Christian Horner aveva detto che Verstappen nel finale avrebbe potuto dire la sua con le soft. E così è stato.
Red Bull ha corso un rischio nel momento in cui ha deciso di fermare Max; Raikkonen aveva cominciato la gara con le soft e stava rimontando posizioni mentre le vetture con supersoft effettuavano le loro soste. Verstappen è rientrato al giro 21 e di fatto la Mercedes si è dovuta difendere richiamando Hamilton.
Verstappen è uscito dai box proprio davanti a Raikkonen, costretto quindi a spingere nel primo passaggio per allungare sul finlandese, cosa che poi gli si è ritorta contro nel finale.
Hamilton si è fermato al giro seguente con 31 tornate al termine. Fra l'altro le sue supersoft potevano proseguire, dato che non erano state messe sotto pressione e avrebbero potuto andare fino al giro 26, il che avrebbe equilibrato gli stint.
Mercedes si è trovata sotto pressione, ma in questa partita a scacchi un'altra pedina è risultata fondamentale. Valtteri Bottas era infatti su una strategia simile a quella di Raikkonen, essendo incappato nella penalità di 5 posizioni in meno in griglia. Il finlandese è stato lasciato fuori solo un paio di giri in più rispetto ad Hamilton, che lo aveva passato al giro 28, per rallentare Verstappen e consentirgli di guadagnare.
Il fatto è che Bottas doveva mettere le supersoft il più tardi possibile se voleva attaccare Ricciardo nella lotta per il podio.
Il problema per Bottas è stato l'aver perso 2" per fare passare Hamilton, girando per due volte sull'1'35", mentre con le supersoft fermava il cronometro sull'1'33".
Questo ha significato non avere abbastanza tempo per recuperare su Ricciardo.
Raikkonen era quinto e con un passo che non era quello mostrato inizialmente dalla Ferrari. Non si è trattato di un problema di risparmio benzina o calo di potenza del motore, seppur ci siano stati guai ultimamente.
In Malesia è stato chiaro che se Raikkonen o Vettel non avessero avuto problemi, avrebbero vinto. A Suzuka si è rivelato il contrario, almeno stando al passo di Raikkonen rispetto ad Hamilton.
Gli ordini di scuderia a centro gruppo
Force India ed Haas F1 hanno imposto ordini di scuderia ai rispettivi piloti, rifiutando le richieste delle presunte prime guide di passare davanti. Entrambe le squadre hanno preso questa decisione per i risultati ottenuti al momento dall'altro concorrente, dunque non c'erano errori, ma si può analizzare la cosa.
Force India ha avvertito entrambi i suoi ragazzi che non sarebbero più state tollerate collisoni; Esteban Ocon si è qualificato meglio ed è partito più forte al via rispetto al suo compagno, andando a combattere coi primi nelle fasi iniziali. Sergio Perez lo ha poi ripreso chiedendo di superarlo.
Il team si è rifiutato di accontentarlo, ma il risultato non sarebbe comunque cambiato e infatti "Checo" ha accettato la decisione.
Alla Haas l'equilibrio era maggiore. Dietro Felipe Massa si è formato un gruppetto di piloti, dato che il brasiliano era in sofferenza con le gomme. Per la Haas, Nico Hulkenberg non si è rivelato un problema, dato che ha fatto uno stint lungo con le soft fermandosi al giro 38. Ci si è accodati così a Massa.
Romain Grosjean aveva gomme più fresche di quattro giri rispetto al compagno Kevin Magnussen, per cui era in condizioni di attaccare la Williams.
Il team ha però negato lo scambio di posizioni e fortunatamente per loro Hulkenberg si è ritirato poco dopo per un problema al DRS, mentre Magnussen e Grosjean sono riusciti a scavalcare Massa chiudendo in ottava e nona piazza.
UBS Race Strategy Report è stato redatto da James Allen con indicazioni e dati di diversi strateghi dei top team e di Pirelli.
Grafico della gara e strategie gomme
Mostriamo le prestazioni delle vetture a confronto fra loro e i distacchi.
Osservate il passo (sotto) di Raikkonen nel secondo stint confrontato con Bottas, che aveva la stessa strategia, ed Hamilton che gestiva le gomme.
Guardate quanto Verstappen si è avvicinato a Raikkonen al giro 22 mentre lottava per la vittoria.
Dopo l'ultima VSC, il passo di Hamilton è diminuito, ma era in gestione.
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